
Stando a un articolo pubblicato sul “Giornale del Cilento” in dicembre, Giuseppe Tarallo, già presidente del Parco del Cilento, aveva denunciato assieme ai piccoli pescatori di Castellabate, Acciaroli, Casal Velino e Ascea il grave impatto provocato dal grande peschereccio sull’ambiente e sull’economia ittica di quel territorio. La quantità di pesce che questa barca riesce a catturare in un giorno sarebbe infatti equivalente al pescato di un anno per un’impresa ittica artigianale. Delle preoccupazioni dei pescatori si è interessato anche Tommaso Pellegrino, attuale presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che li ha recentemente incontrati presso la sede dell’Ente.
La salvaguardia della piccola pesca locale e sostenibile è importante per la vita del Parco e della Riserva marina, lo ricordava sempre con il suo impegno che gli è costato la vita Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica Acciaroli e Pioppi. La tutela delle piccole aziende ittiche va incontro alle norme europee di settore, che incentivano la tutela degli stock ittici anche nel Mediterraneo e della biodiversità marina. Ai ministri interrogati ho quindi chiesto quali iniziative urgenti vogliano mettere in campo per valutare l’opportunità di revocare la pesca attraverso il cosiddetto sistema “volante” in considerazione del suo grave impatto sugli stock ittici, delle conseguenti ripercussioni sulle pesche locali minori e sul mercato del pesce, tanto più per le acque antistanti i Parchi Nazionali e le Aree Marine Protette, o aree SIC-ZPS.”.
Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, depositando una interrogazione su un caso di pesca ad alto impatto nelle acque del Cilento.
SI TRASMETTE DI SEGUITO IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – Per sapere – premesso che:
come riporta l’edizione online del quotidiano del Cilento del 19 dicembre 2016 ha fatto molto discutere nel mese passato la presenza di un grande peschereccio nel mare del Cilento e, come si legge nell’articolo, Giuseppe Tarallo, già presidente del Parco del Cilento aveva lanciato – assieme ai piccoli pescatori di Castellabate, Acciaroli, Casal Velino, Asce – l’allarme per un grave impatto sull’ambiente e sull’economia ittica di quel territorio;
si evince poi dalla stampa locale che la quantità di pesce che questa barca riesce a catturare in un giorno equivale al pescato di un anno per un impresa ittica artigianale. Le istanze e le preoccupazioni dei pescatori sono state portate all’attenzione di Tommaso Pellegrino, attuale presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che li ha recentemente incontrati presso la sede dell’Ente;
la salvaguardia della piccola pesca locale e sostenibile è importante per la vita del parco e della riserva marina, come Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore”, ha sempre ricordato nel suo impegno e che gli è costato la vita;
attualmente le norme sulla pesca emanate dalla Commissione Europea incentivano la tutela degli stock ittici anche nel Mediterraneo e della preziosa biodiversità marina;
quali iniziative urgenti vogliano mettere in campo i Ministri interrogati affinché venga valutata la revoca delle attività di pesca attraverso il cosiddetto sistema “volante” sia esso a coppia o “monobarca”, in considerazione del suo grave e irrimediabile impatto sugli stock ittici e le conseguenti ripercussioni sulle pesche locali minori e sul mercato del pesce ancora di più per le acque antistanti i Parchi Nazionali e le Aree Marine Protette, o aree SIC-ZPS.
Come mai gli on.Capozzoli e l’on.Valiante della zona cilentana non s’interessano a questo grave problema?