Sanità, De Luca: «Sfiducia ai commissari? Non sono due ministri»

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Sulla mozione di sfiducia nei confronti dei commissari alla sanità della Campania proposta dal consigliere regionale Francesco Borrelli “c’è un problema tecnico, i due commissari non sono ministri e noi in consiglio non siamo il parlamento”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a margine della conferenza stampa sui rifiuti.

“Semplicemente – ha aggiunto De Luca – ribadiamo che la nostra battaglia terminerà quando commissari se ne andranno a casa per due ragioni. Per il rispetto democratico della Campania, perché la nuova legge va rispettata e vanno trasferite le competenze. E poi per un problema di funzionalità: tempo da perdere non ne abbiamo”.

De Luca ha aggiunto che “la Campania non intende più pagare con le risorse dei cittadini due signori che percepiscono uno 9.600 euro netti al mese e l’altro 8.400 euro netti al mese. Neanche il presidente degli Stati Uniti ha questi livelli retributivi per venire in Campania un giorno e mezzo a settimana. Sono figure inutili e dannose che creano intralci e confusione. Abbiamo richiamato il governo e il ministero a fare una cosa che sia ovvia e normale sulla base nuova legge approvata a dicembre: trasferire le competenze alle istituzioni democraticamente elette”.

2 Commenti

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  • Bene potrebbe essere un discorso che non fa’una grinza….
    pero’ poi, immediatamente dopo, ci si chiede…..ma perché dobbiamo pagare profumatamente noi cittadini un Assessore esterno al Comune di Salerno senza titoli ed esperienza professionale ma soprattutto non eletto da nessuno?
    Pagliaccio dalla doppia morale e dal doppio salto mortale.
    Le tue cambiali elettorali te le paghi di tasca tua e non sulla pelle dei cittadini Campani.

  • Condivisibile quello che dice ma, come è suo costume, alle parole non fa seguire i fatti.
    Cioè se lo fanno gli altri è un sacrilegio, se lo fa lui è una operazione politica da grosso statista e di indubbio vantaggio per i cittadini.
    Infatti se credesse davvero a quanto dice, non avrebbe nominato il figlio, senza esperienza e titoli, assessore al comune di Salerno e non avrebbe messo a capo dell’aeroporto, uno scalo non funzionante da cui oramai decollano ed atterrano solo i gabbiani, tutti i suoi sodali riconoscendo loro lauti compensi. Quest’ultimo è solo un esempio perchè in tutte le partecipate piazza i suoi sodali, facendoli poi ruotare più o meno, ma di risultati concreti, che permetterebbero di abbassare le tasse, non se ne vedono. Anzi Salerno è una delle città d’Italia in cui i tributi sono più alti.

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