Legge elettorale: De Luca, proporzionale puro porta a papocchio

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“Se si introduce un sistema proporzionale puro il Paese resterà una grande palude burocratica, un papocchio con unacoalizione tra due dei tre schieramenti. Per fare le riforme ci vogliono governi che abbiano autorevolezza e forza, se ogni mattina devi fare i conti con i ricatti del partitino hai finito di lavorare”. Lo ha detto Vincenzo De Luca, governatore della Campania, commentando la sentenza della consulta sull’Italicum. De Luca, nel suo spazio settimanale a Lira Tv, ha aggiunto: “Mi auguro che non torniamo indietro, perché non torneremmo alla Prima Repubblica, allora c’era la palude burocratica ma anche due cose che non ci sono più: grandi forze politiche organizzate e grandi leader politici di statura mondiale”.



De Luca si è detto d’accordo con la Cei: “Condivido le considerazioni amare di monsignor Galantino che siamo ridotti al punto che dobbiamo attenderci che la Consulta e non il Parlamento approvi le leggi”. “Questo spiega come siamo messi male dal punto di vista legislativo e come sia scarso il senso delle istituzioni, lo spirito che dovrebbe spingere le forze politiche a sedersi a un tavolo per trovare un’intesa non di parte, ma utile per l’Italia”.

3 Commenti

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  • Che peccato!!!!
    Se avesse vinto il Si al Referendum che introduceva l’Italicum in Costituzione, gli garantiva la presenza del figlio in un listino bloccato che gli permetteva l’elezione sicura alla Camera dei Deputati……
    Un padre soddisfatto ed un costituzionalista per tutte le ore.
    Ed invece, uno con famiglia ed amici capace di dire all’occorrenza tutto ed il contrario di tutto.

  • Ma volete ricordargli che chi ha creato questo papocchio, come lo chiama lui, veniva da egli stesso, con seguito del figlio maggiore, osannato fino al 3 Dicembre scorso?
    Prima Renzi era il miglior statista del mondo, quando evidentemente pensava gli sistemasse il figlio maggiore, adesso viene fuori che ha fatto un casino. Perchè prima del referendum non lo sapeva? Lo ha scoperto ora?

  • Cari complottisti a cinque stelle,
    avete voluto il No, e adesso ci meritiamo il papocchio. Ebbene sì, anche se andassimo a votare domani, non cambierebbe nulla. Staremo così almeno per altri 10 anni. Il Sì al referendum era l’unica possibilità per cambiare in meglio l’Italia. Il Sì non era la soluzione a tutti i nostri problemi, ma almeno potevamo provare a uscire da questa fase di stallo per iniziare un nuovo ciclo virtuoso. Alle prossime elezioni nessuno raggiungerà il 40%, nemmeno voi complottisti a cinque stelle, e tutto resterà uguale a oggi, magari con nomi diversi, etichette diverse, ma tutto uguale a ora. Renzi non è stato un rottamatore, ma almeno c’erano dei progetti. I telegiornali non ci assillavano più ogni giorno strumentalizzando un fantomatico Spread, così come non ci assillava più l’Europa, cioè la Germania. La destra ormai è morta. La sinistra stessa cosa. Gli unici superstiti siete voi complottisti a cinque stelle, ma siete morti viventi, perché anche se vinceste le elezioni con percentuali bulgare, ci troveremmo nell’esatta situazione in cui siamo ora. L’unica speranza è Salvini, con tutti i suoi difetti almeno ha un programma ragionevole. Peccato che qui al Sud prenderà pochissimi voti. L’unico leghista qui al Sud è il governatore De Luca, l’ultimo treno passato per la Campania. Quasi sicuramente non sarà più eletto in futuro, poiché hanno fatto del tutto per diffamarlo agli occhi degli elettori. Era già accaduto per Berlusconi e per Renzi. Adesso tocca a voi complottisti a cinque stelle, vediamo cosa sapere fare. L’unica cosa in cui siete veramente grandi è il fatto che avete scoperto la formula per non sbagliare: quello di non fare nulla. Non vi sta bene nulla, vi lamentate di tutto, ma la verità è che avete tremendamente paura del cambiamento. Avete tutto l’appoggio del popolo dei vaffa, resterete per sempre un voto di protesta. Neanche a me piace la destra, e ancor meno la sinistra, ma almeno in questi due estremi c’è ancora voglia di cambiare. Anche tra voi c’è tanta voglia di cambiare, ma la sola voglia non basta: occorre saper fare. Forza De Luca, l’unico rottamatore del Sud.

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