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La verità del presunto pedofilo: ‘Nessun abuso, sono stato incastrato’

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«Non l’ho mai toccata, quei messaggi non sono miei. Mi hanno teso un tranello. Sono innocente».  Si è difeso così, respingendo ogni addebito e sostenendo di essere vittima di una trappola costruita ad arte dalla compagna che voleva vendicarsi per la fine della loro relazione D.S., il 37enne salernitano accusato di aver abusato della figlia 12enne della compagna.

Il presunto pedofilo si è presentato ieri davanti al Gip del tribunale di Salerno Stefano Berni Canani per l’interrogatorio di garanzia. Accompagnato dal suo legale, l’indagato ha fornito la propria versione dei fatti sostenendo prima di tutto di non aver mai sfiorato, neppure con un dito, la ragazzina con la quale non avrebbe mai intrattenuto rapporti sessuali di alcun tipo e in secondo luogo disconoscendo la paternità di quei messaggi dal contenuto erotico, intercettati dagli inquirenti e definiti dallo stesso Gip nell’ordinanza di custodia cautelare, «inquietanti»

«È capitato che lei mi prendesse il telefonino – ha raccontato D.S. –. Lo faceva spesso, credevo lo usasse per giocare. Deve essere stato in quei momenti che lo ha usato per mettere in atto il piano della madre, con cui da tempo non andavo più d’accordo. I testi intercettati dai carabinieri sono inquietanti: «Sei una porcellona, ti prenderei a morsi ora»; e ancora: «Appena ti prendo sotto ti… Ti piace, dì la verità»

L’uomo in lacrime ha respinto tutte le accuse che gli sono state mosse affermando di voler bene a quella ragazzina come ad una figlia. Lui è convinto di essere vittima di un raggiro costruito ad hoc. Secondo la sua versione dei fatti il tutto sarebbe frutto della rabbia per la fine del rapporto con la convivente.  D.S. aveva messo la parola fine alla relazione e quindi allontanato dall’abitazione madre e figlie che nel frattempo avevano fittato casa a pochi chilometri di distanza.

L ’uomo lavora per un azienda di giocattoli e spesso sta a contatto con i bambini e mai si è sognato di avere pensieri o attenzioni sessuali per un minore.  Alcuni dei messaggi intercettati non ricorda assolutamente di averli scritti, altri invece erano messaggini che contenevano appellativi con cui si prendevano in giro.

L’uomo ha poi evidenziato che nei messaggi non compromettenti, dei quali si è assunto la paternità, la figliastra non lo chiamava mai per nome; negli altri, invece, quelli a sfondo osceno e che il 37enne afferma di non avermai scritto, la 13enne si rivolgeva al patrigno chiamandolo con il nome di battesimo. Una prova, questa, secondo l’indagato, della trappola costruita da madre e figlia

Ora toccherà al Gip decidere se disporre ulteriori accertamenti. Il difensore del 36enne potrebbe anche chiedere in tempi brevi l’incidente probatorio. Secondo l’accusa S.D. avrebbe avuto almeno sei o sette rapporti sessuali completi non protetti con la figlia della sua compagna. A denunciarlo è stata la stessa madre dell’adolescente non appena ha appreso quanto accadeva tra le mure domestiche. Il pubblico Ministero Roberto Penna ha immediatamente, all’epoca dei fatti, aperto un fascicolo a carico dell’uomo e disposto una serie di intercettazioni ambientali

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