Equitalia e la lettera. I pensionati e le ‘rughe’ del Ministro Padoan (di Luca De Franciscis)

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Nel testo coordinato del Decreto Legge 22/10/2016, n. 193, all’art. 6, intitolato “definizione agevolata”, al comma 3-ter si legge: Entro il 28 febbraio 2017, l’agente della  riscossione, con posta ordinaria, avvisa il debitore dei carichi affidati nell’anno 2016 per i quali, alla data del 31 dicembre 2016, gli risulta non ancora notificata la cartella di pagamento.

Sono migliaia le lettere che Equitalia sta spedendo, e il termine per farlo scadrà il 28 febbraio 2017. Lo scopo è quello di informare i contribuenti, delle cartelle che possono rientrare nella definizione agevolata chiamata comunemente “rottamazione”.

La lettera che perverrà con posta ordinaria ha per oggetto: Definizione agevolata anni 2000 – 2016. Comunicazione dei carichi affidati all’Agente della riscossione nell’anno 2016.

E’ una semplice comunicazione con la quale Equitalia porta a conoscenza del contribuente le somme da lui dovute, a seguito della richiesta degli gli Enti creditori che hanno affidato, nell’anno 2016, somme da riscuotere. Per questi debiti, che alla data del 31 dicembre 2016 non risulta ancora notificata la cartella di pagamento, la comunicazione né dà specifica notizia.

Questo consentirà al contribuente di conoscere per tempo il totale aggiornato dei debiti a loro carico. Si ricorda che il termine per poter aderire alla “rottamazione” è il 31 marzo 2017. Sono già oltre 300.000 le richieste di definizione agevolata presentate a Equitalia.

Sul sito di Equitalia è possibile leggere l’avviso della lettera di Equitalia.

Nella lettera vengono indicati anche il numero della cartella e l’importo del debito. Per poter avere un’anteprima del contenuto della lettera cliccare su FAC SIMILE della lettera di Equitalia.

Altri link utili: Come e dove pagareModulistica.

Ma quando si parla di imposte e tasse ancora da incassare, vien da pensare ai sacrifici di molti contribuenti che pagano regolarmente le imposte. Tra questi il pensiero si sofferma sui pensionati e sul fatto che migliaia di essi si trasferiscono all’estero per vivere meglio la loro pensione. Forse le imposte e tasse per i pensionati dovrebbero essere ridotte al minimo possibile.

Bisogna tener conto che i pensionati per diventare tali hanno già dato tanto e, nella loro vita lavorativa hanno già corrisposto, puntualmente, le imposte dovute nella giusta misura imposta dallo Stato.

E’ noto a tutti, infatti, che per i lavoratori dipendenti le imposte non vengono pagate spontaneamente dai lavoratori, ma  vengono prelevate alla fonte e sottratte dalla busta paga dai loro datori di lavoro, e mese dopo mese versate nelle casse dello Stato, nella misura imposta e con aliquote progressive.

Con tale sistema nulla sfugge di quanto dovuto dai lavoratori dipendenti, che nei lunghi anni di lavoro, hanno già dato il giusto contributo per i servizi che lo Stato dà a tutti i cittadini.

Bisogna trovare il modo che permetta ai pensionati italiani di disporre di una pensione più equa e, quindi, con minor carico fiscale. Poter disporre di quel poco in più di pensione, da spendere per la famiglia, per i figli, per i nipoti e per i loro bisogni. Gli anziani vanno rispettati e ricordare che nel tempo lo diventeranno tutti.

Questi lavoratori, ora pensionati, nulla hanno a che fare con gli evasori e ben possono sperare, anzi hanno diritto ad un trattamento tributario di riguardo, per aver contribuito ai pagamenti delle imposte sino all’ultimo centesimo.

Non intendiamo affrontare le discussioni su come debbano essere considerate le pensioni sotto il profilo fiscale. Reddito prodotto, retribuzione differita, rendita vitalizia e altro. Fermiamoci a constatare che la rendita pensionistica in Italia, per quanto riguarda la tassazione, è equiparata ai redditi Irpef.

E’ apprezzabile l’attenzione che il Governo pone per i pensionati, ma non appare sufficiente la manovra attuata per il 2017, là dove prevede nuove soglie di detrazioni fiscali Irpef per i pensionati. Si può fare di più.

Buono appare l’intervento di Carla Cantone, segretario del sindacato europeo dei pensionati, che illustra le ragioni che spingono i pensionati italiani a rifugiarsi all’estero. Negli altri Paesi d’Europa, i pensionati pagano in media il 30% in meno di tasse rispetto all’Italia.

E allora cosa aspettiamo; facciamo in modo che i pensionati italiani restino in Italia e che, semmai, i pensionati di altri Stati vengano a vivere in Italia perché più conveniente.

La scelta del Ministro Padoan, persona di grande spessore culturale, può essere di buon aiuto a tali considerazioni.

L’auspicio è che continui in tale carica, anche per il prossimo futuro. Le azioni, che a volte sembrano impossibili da realizzare, appartengono a un uomo che con le “rughe” dell’esperienza, sapienza, conoscenza, e grande professionalità, riesce, invece, a portarle avanti con successo, e con altrettanta bravura, riesce ad affrontare operazioni del tutto innovative, in linea con il contesto economico del Paese.

Detassare i pensionati può diventare un arricchimento per il nostro Paese, specialmente se a tanto si accompagnano azioni volte a incentivare, i pensionati di altri Paesi, a venire in Italia.

Luca De Franciscis

dottore commercialista

 

www.studiodefranciscis.it

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