A raccontare la più grande tragedia ferroviaria italiana e non solo, Franco Bruno Vitolo, che ha condotto la manifestazione, l’autrice del libro, “Senza ritorno”; la cavese Patrizia Reso, che ha svolto una accurata ricerca delle vittime cavesi e dei familiari, oggi presenti alla cerimonia; l’autore del cortometraggio “Volevo solo vivere, treno 8017, ultima fermata”, Giuseppe Esposito, di Balvano, un appassionante racconto della sciagura e sull’intreccio delle tante vite, alla ricerca di cibo, durante la seconda guerra mondiale e l’occupazione alleata che, nel sud Italia, aveva cacciato i nazifascisti, trovarono la morte nel buio della galleria.
Ad introdurre la cerimonia, il racconto postumo dei sopravvissuti, Giovanni Scutiero e il cavese Raffaele Bellucci in un filmato di Rai Storia. Non sono mancati momenti di commozione da parte dei presenti e dei familiari in particolare, durante lo svolgimento della manifestazione, cui hanno assistito anche diverse classi degli Istituti scolastici cavesi, per i toccanti interventi, tra i quali quello di Ugo Gentile, capostazione dell’epoca di Balvano. A portare la propria testimonianza anche il grande camminatore della Marcia del Ricordo, Michele Maddalena, che partito da Cassino concluderà la sua marcia oggi a Balvano.
“La memoria è fuoco – ha affermato il Sindaco Vincenzo Servalli – ed oggi abbiamo provveduto a dare la giusta consacrazione ad un episodio tragico che ha colpito la povera gente in un contesto storico di grande sofferenza”. “Balvano porterà sempre i segni di quel tragico giorno – ha affermato il Sindaco Costantino Di Carlo – e con essi anche la memoria di tanti uomini, donne e bambini, che furono vittime inconsapevoli di un tragico destino. Ed oggi Cava de’Tirreni e Balvano sono insieme nel ricordo di quelle tante vite che in cerca di speranza furono inghiottite dalla morte”. La cerimonia si è poi trasferita alla stazione ferroviaria dove è stata scoperta la targa che ricorda il tragico evento con i nomi di tutti i cavesi che decederono e la benedizione impartita da don Rosario Sessa, parroco della Cattedrale.
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