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Spacciavano droga a 9 e 11 anni, infanzia negata per due bimbe nel salernitano

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Due bambine di 9 e 11 anni sarebbero state costrette dalla madre e dal suo compagno a spacciare droga nel parco di un centro della Valle dell’Irno. Colte in flagrante dai carabinieri, le piccole sarebbero state tolte alla mamma, finita più volte in carcere per reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti. Visto che nemmeno la nonna sarebbe in grado di occuparsene, le due bimbe sarebbero state affidate ai servizi sociali e sarebbero ospiti di una comunità in attesa di adozione su disposizione del Tribunale per i Minori, che nei prossimi giorni dovrà decidere riguardo alla revoca della responsabilità genitoriale. La donna, insomma, rischia di non poter vedere mai più le figlie.

E’ la storia incredibile raccontata stamattina sull’edizione di Salerno de Il Mattino, che svela anche altri particolari. Molti in paese avevano notato che la giovane mamma accompagnava le bambine al parco, affidando loro il compito di contrattare con i tossici della zona e nel corso dei mesi ai carabinieri erano giunte decine di segnalazioni, da cui sono scattate le indagini. La Procura ha acceso i riflettori su quelle bimbe già monitorate dai servizi sociali. In buona sostanza è appurato che la mamma seguiva le bambine a distanza, dovendo lavorare come commessa in un negozio vicino al parco.

Le due baby pusher con operazioni velocissime cedevano la droga ai tossicodipendenti e incassavano il denaro, che a fine giornata veniva consegnato alla mamma o al suo compagno, uno spacciatore della zona che avrebbe spinto la donna ad utilizzare le figlie per l’illecita attività. Quando sono intervenuti, i carabinieri hanno sorpreso le piccole in possesso di droga. Dalle decine di relazioni stilate dai servizi sociali emerge il ritratto di due bambine “terrorizzate”, inserite in un contesto familiare anaffettivo caratterizzato dai continui arresti della madre e del compagno che per condurre i loro affari illeciti non esitavano a coinvolgere le piccole le quali, alla fine, con tutta probabilità, consideravano normale trascorrere le loro giornate in quel modo. Sulla vicenda, che come riporta il Mattina avrà inevitabilmente anche risvolti penali, vige il più stretto riserbo, per non penalizzare ulteriormente il futuro di queste due bambine, a cui è stata letteralmente negata un’infanzia serena.

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