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Napoli: un soffio per prevenire rischi da Helicobacter Pylori e tumore stomaco

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Un soffio per prevenire i gravi danni che può provocare l’Helicobacter pylori, che è causa anche di tumori allo stomaco. E’ questa la novità della diagnosi medica che è stata presentata a Napoli nel convegno “I breath test nella pratica clinica. La diagnosi in un soffio” organizzato dalla Health in Progress. “La Campania – spiega Gerardo Nardone, responsabile di Epatogastroenterologia ed Endoscopia digestiva all’ azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli – è una delle regioni del paese a più alta incidenza d’infezione da Helicobacter pylori. Il batterio che cresce nello stomaco colpisce attualmente circa il 50% della popolazione adulta generando patologie come la gastrite, l’ulcera e, nei casi più gravi, il tumore dello stomaco che, tra le neoplasie, risulta tra quelle più letali”. La diagnostica breath test ha molti pregi. La semplicità di esecuzione, l’accettabilità da parte del paziente, i costi contenuti e la standardizzazione dei risultati da parte della comunità scientifica internazionale: hanno fatto si che questi test rappresentassero una vera e propria rivoluzione nella pratica clinica gastroenterologica e non solo. “Avere la possibilità, oggi, di poter contare su test diagnostici sempre più precisi – sottolinea il professor Nardone- ci permette di individuare subito il batterio e di eseguire una giusta diagnosi e soprattutto una giusta cura. Ci sono tanti test utilissimi, parliamo sempre di metodiche non invasive come quelli che utilizzano la riserva funzionale epatica per capire come funziona il nostro fegato”. L’obiettivo del congresso, ha spiegato il ottor Marco Varelli, specialista in biochimica clinica e direttore di laboratorio dell’Istituto Diagnostico Varelli “è stato – dice – fornire un approfondimento delle conoscenze sulla metodologia, sull’indicazione e sull’interpretazione dei risultati dei breath test, utilissimo nel combattere l’Helicobacter pylori, pericoloso soprattutto in età scolare, pensiamo ad esempio ai bambini che si scambiano penne, così come giocattoli o le merendine”. (ANSA).
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