La moneta fiscale: Girolamo Pisano (M5S), “Una pezza”

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Girolamo Pisano, deputato salernitano 5 Stelle in commissione Finanze, conosce bene la proposta avanzata sul blog di Grillo: “E’ un modo per lo Stato di ottenere le tasse dai cittadini senza chiedere i soldi” afferma nel corso di una intervista rilasciata su La Repubblica. Per Pisano in Italia “serve un sistema bancario che differenzi i trattamenti a seconda delle situazioni economiche”. Il suo pensiero sulla politica economica alternativa all’uscita dall’euro, viene spiegato in un lungo intervento che riproponiamo integralmente di seguito:

“Quando una banca eroga credito lo concede a fronte di uno specifico tasso di interesse. Il tasso mediamente applicato varia in funzione di molteplici aspetti. Per semplificare riferiamoci esclusivamente ai tassi di interesse applicati alle operazioni di credito alle imprese senza garanzie reali. I dati pubblicati sul bollettino statistico della Banca d’Italia (IV del 2016, pag. 103) evidenziano differenze regionali dei tassi applicati che arrivano fino ad oltre 3,5 punti percentuali che penalizzano proprio le aree del Paese in maggiore difficoltà (Area Sud ed Isole).

Due imprese dello stesso settore e con equivalente rating subiscono quindi oneri finanziari diversi che influiscono sulla rispettiva competitività.  Estendendo l’analisi sull’intero territorio europeo le differenze aumentano tra le regioni economicamente più ricche e solide e quelle più povere e depresse. Con estrema semplificazione, quando lo Stato disponeva della sovranità monetaria compensava – in parte – le differenze di competitività del proprio tessuto industriale rispetto a quello degli altri Stati attraverso la politica monetaria. Ad esempio le imprese italiane, nonostante il gap di competitività, riuscivano egualmente a produrre e vendere conservando posti di lavoro e reddito in Italia.

Oggi, nell’Eurosistema, queste compensazioni monetarie non sono più nella disponibilità dei Governi, ma i gap di competitività permangono anzi si sono ulteriormente aggravati comportando la delocalizzazione e deindustrializzazione delle aree storicamente economicamente più deboli. Senza entrare nel merito dei carenti obiettivi statutari della Banca Centrale Europea, sottolineiamo che tutti i provvedimenti di politica monetari da essa intrapresi sono basati esclusivamente su indici economici mediati (tasso di inflazione) calcolati su base europea, senza alcuna considerazione delle diverse condizioni economiche territoriali.

Ecco perché mentre dall’Italia invochiamo ulteriori interventi espansivi di politica monetaria da parte della BCE, in Germania, al contrario, li contestano. La differenza è nei sistemi economici, quello italiano necessita di un intervento di rilancio economico mediante un aumento degli investimenti e della base monetaria con conseguenti effetti inflattivi e quello tedesco, al contrario, ha bisogno di una riduzione della base monetaria per ridurre la tendenza inflattiva.

Cosa è possibile fare nell’attuale Eurosistema per supplire ai necessari effetti compensativi garantiti in passato con le differenti ed autonome politiche monetarie? Sarebbe opportuno che il Consiglio Direttivo della BCE provveda ad istituire nuove operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine con diversificazione del tasso di interesse in funzione delle diverse condizioni economiche territoriali.

Entriamo nel dettaglio. Dal 5 giugno 2014 il Consiglio Direttivo della BCE ha annunciato misure volte a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria sostenendo il processo di erogazione del credito bancario all’economia reale (Decision of the ECB of 29 July 2014 on measures relating to targeted longer-term refinancing operations (ECB/2014/34)). Il tasso di interesse applicato alle operazioni di rifinanziamento richieste dalle banche è stato – ed è – però identico in tutto il territorio europeo. Quindi a fronte dei prestiti erogati le banche hanno ottenuto dalla BCE il capitale a tassi indipendenti dalla condizione economica nel contesto della quale opera l’impresa.

Nella pratica funziona in questo modo: 
La banca colleziona le richieste di finanziamento presentate dalle imprese e famiglie, fa una previsione delle proprie necessità di finanziamento e partecipa all’asta bandita periodicamente dalla BCE. La BCE eroga i finanziamenti come richiesti dalle singole banche ed effettua controlli a scadenza per verificare che tutti i finanziamenti concessi nell’ambito del programma T-LTRO siano destinati ai soggetti previsti (eleggibili).

E’ chiaro quindi che sia una banca che finanzia imprese tedesche sia una banca che finanzia imprese milanesi o una banca che finanzia imprese siciliane ottengono il capitale dalla BCE allo stesso tasso di interesse, ma lo erogheranno a soggetti con condizioni di competitività molto diverse tra loro e quindi a tassi reali diversi che saranno sicuramente inferiori a Berlino rispetto a Palermo come abbiamo già evidenziato.

Non ci sarà alcuna compensazione degli squilibri economici tra un’azienda di Berlino inserita in un contesto economico e sociale particolarmente sviluppato, con redditi elevati, servizi pubblici ed infrastrutture efficienti ed un’azienda di Palermo inserita in un contesto sociale ed economico fortemente depresso e con servizi pubblici ed infrastrutture inesistenti. Al contrario i tassi di interesse reale accentueranno il gap di competitività aggiungendo anche il diverso onere finanziario.  Il futuro dell’azienda palermitana non può che essere la chiusura dell’attività o la delocalizzazione.

Come dovrebbe, a mio avviso, funzionare il nuovo strumento di politica monetaria:
La BCE, facendo uso delle informazioni statistiche in suo possesso e di quelle raccolte dal sistema statistico europeo (EUROSTAT), individua aree economiche omogenee classificandole sulla base dell’indice di inflazione reale eventualmente corretto da ulteriori variabili (servizi pubblici, infrastrutture, reddito medio etc).

LA BCE per ogni area economica individuata stabilisce un diversificato tasso di interesse, anche negativo, che compensi i gap di competitività osservati. La banca colleziona le richieste di finanziamento presentate dalle imprese e famiglie suddividendole in base alle aree economiche di appartenenza, fa una previsione delle proprie necessità di finanziamento per aree economiche e partecipa all’asta bandita periodicamente dalla BCE.

La BCE eroga i finanziamenti a tassi differenziati come richiesti dalle singole banche in relazione alle diverse aree economiche ed effettua controlli a scadenza per verificare che tutti i finanziamenti concessi nell’ambito del nuovo programma T-LTRO siano destinati ai soggetti individuati nelle aree economiche previste.

In questo modo una banca che finanzia imprese tedesche otterrà capitale dalla BCE a tasso superiore rispetto al tasso di interesse che otterrà una banca che finanzia imprese milanesi che a sua volta sarà superiore al tasso che otterrà una banca che finanzia imprese siciliane. In questo modo esse lo erogheranno a tassi reali differenziati ed inversamente proporzionali alle condizioni di competitività del contesto operativo delle azione appartenenti alle diverse aree economiche.

Ci sarà quindi una compensazione degli squilibri economici tra un’azienda di Berlino inserita in un contesto economico e sociale particolarmente sviluppato, con redditi elevati, servizi pubblici ed infrastrutture efficienti ed un’azienda di Palermo inserita in un contesto sociale ed economico fortemente depresso e con servizi pubblici ed infrastrutture inesistenti. Il tasso reale di interesse applicato ai finanziamenti alle imprese sarà un elemento di riequilibrio ei Gap di competitività tra le varie aree europee.

Il futuro dell’azienda palermitana potrà essere la sua crescita aumentando i posti di lavoro ed il reddito medio della propria città. La BCE creando denaro nell’ambito delle proprie funzioni di politica monetaria non riduce il volume di investimenti delle aree economiche più ricche e pertanto non aumenta i tassi applicati al rifinanziamento finalizzato a quelle aree, ma, al contrario provvede solo a ridurre (anche in campo negativo) i tassi di interesse applicati alle operazioni di rifinanziamento destinate alle aree economiche depresse. Per tal motivo non esiste un problema di ordine politico che possa essere sollevato dei singoli governi in ambito diplomatico nelle istituzioni europee”.

Mimmo Pisano

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