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Benvenuti a Salerno, città del turismo di architettura contemporanea

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Abbiamo letto alcuni servizi giornalistici sulla partecipazione di una delegazione dell’Amministrazione Comunale alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano.

Ed abbiamo appreso della proposta di incentivare l’afflusso di visitatori puntando su percorsi di architettura contemporanea incentrati sulle opere edili realizzate in Città.

Cioè, non potendo spingere sul turismo storico, per il degrado del centro antico, su quello archeologico, per le poche cose disponibili, su quello museale, per lo stesso motivo, su quello balneare, per la mancanza di spiagge e per lo stato del mare, su quello diportistico, per aver privatizzato tutti gli approdi, su quello congressuale, di cui si potrebbe dire “chi (mai) l’ha visto?”, oggi si pensa di dare vita al turismo dell’architettura moderna per aver realizzato, in Città, due esempi della specie: il Tribunale e la Stazione Marittima.

Perché il Marina di Arechi di Calatrava è ancora in itinere, così come il Crescent con la piazza della Liberta.

Già possiamo immaginare frotte di turisti, scesi dai voli charter al Costa di Amalfi o paracadutati da aerei impossibilitati ad atterrare per l’inadeguatezza della pista, trasferiti con autobus nel ridente parcheggio di piazza della Concordia e condotti in classica fila indiana a visitare, con il naso all’insù, l’edifico di Chipperfield costato oltre 100.000.000 di euro.

Passando, ovviamente, per il tratto finale della Lungo-Irno. E poco importa se il marciapiedi è sconnesso, gli alberi sono secchi, i cani fanno i loro bisogni, le colonnine sono prive delle luci d’accento ed i fili elettrici pendono dalle pareti.

Poi, magari, a piedi, grazie alle indicazioni dei tanti vigili in grado di parlare l’inglese, i visitatori saranno indirizzati verso la Stazione Marittima. E poco importa se il lungomare è sede di bivacchi, se dal mare sale un odore di fogna, se le panchine sono divelte, se ci sono scritte o geroglifici di ogni tipo, se non ci sono servizi igienici pubblici e se gli esercizi commerciali non consentono l’uso dei propri in assenza di una consumazione.

Ovviamente, la Stazione dovrà essere presentata come modello di “architettura nel deserto” perché per darle una funzione si dovrà procedere al dragaggio dei fondali e si dovranno “tombare” circa quattro ettari di mare per l’allungamento del molo Manfredi.

Affascinati da tale prospettiva, ci permettiamo suggerire di inserire, nel tour, anche una visita ai grattacieli a ridosso dello Stadio Arechi quale esempio del nuovo progetto urbanistico orientato alla cementificazione degli spazi residui altrimenti destinabili ad orrendi campi da gioco per i giovani ed a parchi per la cittadinanza.

E proponiamo, ancora, una visita speciale al prototipo di “insediamento abitativo innovativo” costituito dall’edificio di cinque piani autorizzato in piena “zona industriale” (?), a venti metri da un deposito di ossigeno liquido sotto pressione e con affaccio sul mercato del pesce.

Cosi i turisti, facendo ohhhhh con la bocca, potranno ripartire con animo stregato da tanta bellezza, dopo una permanenza di non più di due ore e dopo aver pranzato a base di “panzerotti e cuoppi”.

Complimenti a chi ha avuto l’idea e complimenti a coloro che hanno espresso il loro compiacimento.

Noi riteniamo che questa Città, di medie dimensioni, posizionata al centro di due costiere, fantastici doni della natura, possa costituire punto di attrazione semplicemente utilizzando i tesori, neppure ancora scoperti, che ne esaltano la origine di Città Mediterranea romana, longobarda e medioevale.

Città nella quale i turisti intendono trovare gli odori, i colori ed i sapori di una città di mare, desiderano studiare le architetture della nostra gente, sono interessati ad apprendere la cultura alla base del nostro sapere, a meravigliarsi dell’abilità dei nostri artigiani, a riposarsi al sole delle nostre spiagge.

Per i grattacieli, normalmente, vanno a Dubai.

La rinascita del centro antico, da via Popilia (via Tasso) a via Canali, con laboratori del fare e del sapere, del teatro, della musica e della danza, il recupero degli edifici storici di via de Renzi, per divulgare la medicina multiculturale della Scuola Medica, i preparati officinali del Giardino della Minerva ed i prodotti locali della dieta mediterranea, ovvero per insediare centri di studio per la innovazione tecnologica nei settori della mobilità, del riciclo, della bonifica, del risparmio energetico, del controllo e certificazione dell’aria e dell’acqua, la costruzione di un “borgo marinaro” a piazza della Concordia, con le caratteristiche attività artigianali e di ristorazione, la realizzazione di percorsi panoramici, pedonali e ciclabili, verso la costiera ed  i quartieri collinari, nonché di parchi (“Salerno central park”) e campi di quartiere, una incisiva azione a difesa del decoro urbano (“Salerno è mia ed io la difendo”), la organizzazione di mostre e manifestazioni (la città dei fiori, la città del folklore, la città del mare, la città dei giovani, la città dell’arte, la città della “via lucis”), la incentivazione della qualificazione professionale degli addetti al settore del turismo, sono solo una piccola parte degli interventi che consentirebbero di rianimare questa Città senza distruggerne la identità.

E senza impegni di spesa in grado di ipotecare il futuro dei nostri nipoti.

Per far crescere questa Città, la nostra Città, bisogna averla nella testa, portarla nel cuore, sentirla nell’anima.

Si deve semplicemente amare per quello che è stata, e per quello che è.

Questa Città, ha bisogno di essere amata.

Associazione “IO SALERNO” – Officina di pensiero –

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