Associazione ‘Io Salerno’: ‘Vogliamo far crescere il turismo?’

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La crescita dei flussi turistici in entrata (incoming) permane incentrata su movimenti volatili, a veloce rigiro, in quanto la nostra Città non sembra in grado di offrire motivazioni idonee a favorire la permanenza dei visitatori per un periodo superiore a 1 o 2 giorni.

E, ciò, nonostante le pur lodevoli iniziative volte ad accrescere l’interesse dei tour operator, anche stranieri.

La causa, a nostro parere, va attribuita alla ancor ridotta forza di attrazione esercitata delle vere ricchezze della Città, costituite dalla storia, dalle tradizioni, dalla cultura e dall’ambiente per le memorie romane, longobarde e medioevali, per la eccellenza della Scuola Medica, per la preziosità delle produzioni artistiche, per la bellezza dei luoghi.

Non possiamo essere d’accordo, quindi, con chi ha entusiasticamente definito un “enorme successo” il risultato delle visite registrato nel corso delle recenti festività di Pasqua per San Pietro a Corte, ben 800 (!) visitatori, e per i Giardini della Minerva, ben 400 (!).

Quanti erano i veri turisti, poi, tra tale moltitudine?

Auspicando che Istituzioni, Enti, Università (!) ed anche Privati prendano coscienza della necessità di investire su un patrimonio che, ci spiace dirlo, altrove avrebbe certamente beneficiato di maggiori attenzioni, e che, conseguentemente, possano concretamente mutare le tipologie ed il livello dei visitatori, recuperando il lungo tempo perduto, non possiamo ignorare che la Città appare comunque carente sotto il profilo della qualità dell’accoglienza e che debba assoggettarsi ad un profondo cambiamento per rendere il turismo, quello vero, una fonte primaria di entrate economiche.

Perché il turismo si fonda, in primo luogo, sulla sensibilità di chi accoglie.

Noi pensiamo non sia complicato, né impossibile.

Basterebbe agire solo su tre fattori di civiltà: la conoscenza della lingua straniera, la disponibilità e la dignità dei servizi igienici, il decoro urbano.

In primo luogo, riteniamo essenziale che nelle attività commerciali, di vendita al minuto, di prestazione di servizi, di ristorazione e somministrazione, siano presenti persone dotate di un livello almeno elementare di conoscenza di una lingua straniera e che tale “ricchezza” sia messa in evidenza mediante l’applicazione sulle porte di una vetrofania con la dizione “attività al servizio del turismo” e l’indicazione della lingua parlata.

Peraltro, la presenza di tale qualificazione costituirebbe sicuro elemento di differenziazione per gli esercizi commerciali che potrebbero meglio sviluppare i propri affari, a danno della concorrenza, grazie alla più adeguata assistenza offerta alla clientela estera ed alla più chiara comprensione delle sue necessità.

Un eguale intervento va sicuramente effettuato a favore del Corpo di Polizia Municipale, naturale destinatario di richieste di informazioni da parte dei viaggiatori, mediante l’offerta di corsi specifici o l’assunzione di personale già preparato. Ne bastano poche unità.

Gli Agenti in grado di intrattenere un dialogo in lingua dovrebbero essere muniti di un bracciale recante la scritta (anche in più lingue) “informazioni per turisti”, o similare.

Il secondo problema è costituito dalla limitata presenza di servizi igienici per uso pubblico.

Se la civiltà di un popolo si misura anche con riferimento alla disponibilità ed all’utilizzo di tali servizi, allora grandemente civili sono quelle realtà, a seria vocazione turistica, ove sono stati realizzati locali con ingresso a gettone e con automatica igienizzazione degli accessori e dell’ambiente.

Per non parlare di quelle Città ove i servizi pubblici sono dotati di wi-fi, salottini di attesa e teleschermi.

Non chiediamo che siano raggiunte tali vette, pure auspicabili e certamente non impossibili, tenuto conto anche del recupero della spesa grazie ai ritorni economici costituiti dai gettoni, ma crediamo si debba almeno migliorare la attuale situazione sia ampliando il numero dei locali igienici sia conferendo ad essi il necessario decoro.

Risultato ottenibile anche con la offerta di una incentivazione (contributo o riduzione TARI) agli esercizi commerciali, tra cui i garage, per la realizzazione di locali di qualità da mettere a disposizione di tutti i richiedenti (informati grazie ad una vetrofania con la dizione “toilet free”) e non solo a coloro che entrano per una qualche consumazione.

Quanto al decoro, riteniamo che il problema sia sotto gli occhi di tutti.

Una Città è pulita quando è rispettata dai suoi stessi cittadini, quando costituisce una vera comunità di persone unite da eguali coscienze e comportamenti,

E, purtroppo, Salerno non è pulita, perché non è rispettata. E non è fatta rispettare.

Noi crediamo che una difesa dalle distruzioni e dai vandalismi richieda innanzitutto l’esempio da parte delle stesse Istituzioni che dovrebbero dimostrare di avere cura dei beni e dell’ambiente con interventi decisi a loro tutela ed anche imponendo il rispetto della qualità nella realizzazione e nella gestione di beni e servizi di pubblica utilità.

Chiediamo: chi ha posizionato in modo indecente i nuovi armadietti telefonici, con cavi a vista, senza alcun criterio né alcun rispetto per i luoghi? E chi ha controllato?

Chiediamo: chi autorizza o consente la pubblica affissione di manifesti (sì, anche quelli mortuari!) su tutti i possibili supporti, compresi pali della illuminazione, pensiline di autobus, cabine telefoniche ed elettriche? Sono sanzionati i responsabili? Non è il caso di rivedere tutto il comparto delle affissioni?

Chiediamo: chi consente ai negozianti di invadere i marciapiedi, di depositare carte e cartoni, di applicare condizionatori senza regole, di affiggere locandine pubblicitarie?

Chiediamo: chi è tenuto a far rispettare dai Condomìni e dai Condòmini le norme del Regolamento Urbanistico Comunale (RUEP), per portoni e facciate, soprattutto nella zona centrale? Sono state fatte le regole, perché non se ne pretende il rispetto?

Il problema del decoro della Città non è, ovviamente, solo questo, e ci riserviamo di riparlarne in futuro.

Ma è anche questo.

Se vogliamo far crescere il turismo, dobbiamo far crescere il senso di partecipazione di tutti con comportamenti coerenti, ad iniziare dalle Istituzioni, in funzione di causa di tale crescita e di effetto della stessa.

Dobbiamo far crescere il senso di appartenenza alla comunità e, per questo, sviluppare in ciascun suo componente la spinta emotiva per la difesa della sua dignità, la voglia per la tutela del suo presente e del suo futuro, l’amore verso la sede dei suoi affetti e della sua stessa vita.

Perché chi viene per turismo apprezza i luoghi, ma porta con se soprattutto il ricordo di quelli che li abitano!

Questa Città ha bisogno di essere amata.

Associazione “IO SALERNO”  –  Officina di Pensiero

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