Ass. ‘Io Salerno’: Salerno, città di qualità o del turismo di qualità?

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Premettiamo che, per noi, è “cafone” chi non accetta le regole della comunità di appartenenza e, per di più, le deride, chi ritiene che dignità e decoro non siano valori di civiltà da praticare e rispettare, chi è convinto di poter vivere in modo del tutto autonomo rifiutando ogni possibile limitazione e condizionamento, chi si considera superiore o migliore, a prescindere, e vive con disprezzo le relazioni con gli altri, chi pensa che la violenza, la prepotenza e l’arroganza possano prevalere sulla civile convivenza, chi non ha a cuore il vincolo generazionale e distrugge, deturpa e inquina l’ambiente e il territorio di cui è ospite.

Il “cafone” non è un semplice maleducato.

E’ “cafone” chi si “chiama fuori” per non doversi impegnare a capire, stimare, apprezzare, rispettare, amare.

E’ “cafone” chi si sente forte del suo presente e ignora le debolezze del suo domani.

E’ “cafone” chi non ha capito, e non vuole capire, la vita.

Noi pensiamo, perciò, che l’atteggiamento da “cafone” non sia frutto di disagio sociale, ovvero segno distintivo di soggetti con una carente cultura o con una qualsiasi altra deficienza a livello di neuroni, ma che sia manifestazione di uno “stile di vita” trasversalmente presente in tutta la collettività.

Per questo motivo, mentre partecipiamo con convinzione al generale compiacimento per le nuove, eleganti, iniziative commerciali in Città, che accrescono l’elenco di pregevoli realtà già presenti, esprimiamo i nostri dubbi sulla possibilità che solo gli interventi della specie possano fare la differenza tra il turismo delle persone di qualità e quello dei “cafoni”.

Infatti, non sono certamente sporadiche le presenze inquietanti e sguaiate tra coloro che vengono per frequentare le strutture raffinate mentre sono sicuramente molto diffuse sensibilità, dignità e rispetto tra quelli che vengono per conoscere, per capire, per studiare, per godere, per emozionarsi e per meravigliarsi.

E mangiano il classico panino sulle panchine del lungomare. Con decoro e attenzione.

Noi siamo convinti, cioè, che anche il comportamento di qualità sia uno “stile di vita” e crediamo che ci possano essere in giro tante persone ricche di sentimenti e umanità per quanti possano essere i “cafoni” seduti nei locali alla moda.

E riteniamo che per contrastare i “cafoni” sia necessaria una azione più complessa che coinvolga tutti, proprio tutti i cittadini, in un progetto teso a fare di Salerno una vera Città di qualità, soprattutto nella profondità delle coscienze.

Perché se in questa Città girano i “cafoni”, è perché c’è chi, ragionando da “cafone”, li accetta e li alimenta, invece di isolarli e rifiutarli prima ancora di allontanarli.

Noi sogniamo una Città dove la qualità sia regola di comportamento, non elemento di distinzione, e, quindi, dove sia considerato normale dare qualità alle strutture, ai parchi e giardini, alle strade e quartieri, ai locali igienici, ai servizi materiali ed immateriali, perché tutti hanno diritto alla qualità, ospiti e residenti.

Noi vorremmo una Città di persone legate da un vincolo di appartenenza, fiere delle ricchezze del territorio (poche o tante che siano a Salerno), impegnate concordemente nella difesa del decoro, puntuali nella gestione dei servizi, aperte, rispettose e disponibili, una Città dove la selezione non fosse applicata in funzione delle dimensioni del portafogli ma dello “stile di vita”.

Una Città dove l “cafoni” fossero messi nella condizione di sentirsi “corpi estranei”, di avvertire tutta la loro diversità, e, magari, di vergognarsi di essa.

Per ottenere questo, non sono necessari dispendiosi investimenti, frutto di costosi progetti.

Bastano semplici decisioni, sollecitazioni e linee guida accompagnate da coerenti azioni concrete.

Per queste ultime, abbiamo già fornito alcune nostre proposte alle quali ci permettiamo rimandare (cfr. salernonotizie.it del 12/04/17 e del  03/05/17).

Noi pensiamo, in definitiva, che l’obiettivo dello sviluppo della nostra Città non possa essere perseguito senza scelte di grande equilibrio che siano volte anche ad accrescere i livelli di armonia e di concordia presenti nella comunità, evitando divisioni e discriminazioni.

Perché le attività eleganti selezionano, spesso, per classi economiche e perché Salerno non ha il tessuto sociale di Montecarlo.

Questo, pensiamo, sia il modo migliore per far crescere la nostra gente.

E per allontanare i “cafoni”.

Noi vogliamo una Città di qualità, non solo del turismo di qualità.

Una nota conclusiva.

Lunedì mattina, abbiamo trovato chiusi, con tanto di lucchetti, i servizi pubblici del Lungomare oggetto di recenti lavori di ristrutturazione.

E i turisti? E i cittadini? E la mostra internazionale “Arte Salerno 2017”? Mah.

Di più: sull’ingresso riservato alle “donne”, la parola è stata stampata, in bella evidenza, con le due enne scritte all’incontrario.

E i turisti? Forse non capiscono. Ma i cittadini, quelli sì.

Forse, prima di puntare alla sua qualità, questa Città dovrebbe dimostrare di saper tutelare la sua dignità.

Questa Città ha bisogno di amore.

Associazione “IO SALERNO” – Officina di Pensiero

1 Commento

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  • da alcuni anni esiste una sola definizione della parola cafone: “chi contesta De Luca”

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