Il futuro dell’Italia (di Angelo Giubileo)

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La cornice progettualistica economica e sociale delle reti infrastrutturali, sia continentale dell’Unione Europea, che transcontinentali – in questo caso, legata soprattutto ai traffici con la Cina – è stata avviata con la nuova era della globalizzazione finanziaria. Il quadro risulta pertanto largamente definito, almeno a livello di disegno geo-strategico e quindi geo-politico, atteso che la politica si dimostri capace di darvi attuazione.

In tali contesti “globali”, riparlare perciò di confini, vecchi e nuovi, appare senz’altro inappropriato, considerato che potrebbe ritornare d’attualità il dibattito, che già contraddistinse la prima metà del XIX secolo, e non solo guardando al passato ma ancora valido per il futuro, condensato efficacemente nel celebre motto del filosofo e politologo francese Frédéric Bastiat: Dove non passano le merci, passeranno gli eserciti.

Tanto premesso, le mappe di orientamento attuali – a cui abbiamo fatto riferimento in apertura e che in particolare interessano il nostro territorio geo-politico – sono le seguenti:

 

 

 

Visivamente, emerge innanzitutto che 4 sono i corridoi europei e 1 il corridoio cinese dei finanziamenti reciproci di capitale che, in via di progettazione e già parziale realizzazione, hanno interessato interessano e interesseranno il nostro territorio. Inoltre, soltanto 1 dei 4 corridoi europei interessa una linea che si estende a sud dell’area-nord della penisola e, attraverso le assi longitudinali, raggiunge le aree “urbane” e/o “metropolitane” di Ancona, Livorno, Roma, Napoli, Bari, Taranto, Gioia Tauro e Palermo.

Dalle mappe, emerge viceversa che l’intera area del nord del paese è sita al centro dei traffici di capitali di provenienza sia europea che cinese, considerato che all’inizio dell’anno a Davos il presidente Xi Jinping si è presentato ed è stato eletto quale nuovo paladino della globalizzazione. In sostituzione, vorremmo quasi sottolineare, del vecchio Zio Sam americano; la cui prima rappresentazione emerge all’inizio del XIX secolo, ma la cui immagine più significativa è servita per reclutare soldati sia per la prima che per la seconda guerra mondiale.

Nel corso di una trasmissione televisiva di qualche anno fa, il noto giornalista, Antonio Lubrano, a un certo punto era solito prorompere: la domanda sorge spontanea … E, qui, nel caso: quale sarà il futuro del paese e quale il futuro di due aree circoscritte che, nella realtà odierna, sono già differenziate; e, in fase di progettazione, appaiono sempre più differenziarsi?

Non c’è dubbio che le risposte attese spettano alla politica, in ordine: comunitaria, nazionale e dei singoli territori. Consapevoli tuttavia che, usando una celebre metafora del cantante Francesco De Gregori, la locomotiva ha la strada segnata, il bufalo può scartare di lato e cadere. Questo decise la sorte del bufalo.

                                                                                             Angelo Giubileo

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