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Muore d’infarto mentre gli abbattono casa, si dimette Senatore Falanga

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«Mentre veniva demolita un’abitazione a Eboli il proprietario della casa, che viveva lì con la moglie e tre nipotini minorenni, è morto d’infarto. Dalla politica sorda alle esigenze dei più deboli io mi allontano. Uno speculatore o un camorrista non muoiono d’infarto se gli abbattono una casa. Un operaio, invece, muore dal dolore». Il senatore di Ala Ciro Falanga, firmatario del disegno di legge che regolamenta la demolizione degli abusi edilizi, ha annunciato con queste parole le sue imminenti dimissioni da Palazzo Madama, già minacciate se il testo non fosse stato approvato entro l’estate.

LA MORTE DI SALVATORE GAROFALO. Il tragico episodio cui Falanaga fa riferimento risale a sabato 17 giugno. Il pensionato Salvatore Garofalo aveva 64 anni e viveva a Campolongo, frazione del comune di Eboli, in provincia di Salerno. In quella zona ci sono 12 case abusive, da demolire. Ma non appena sono iniziate le operazioni di recinzione del cantiere, Garofalo ha avuto un attacco cardiaco che si è rivelato fatale. Viveva con un sussidio statale dopo il trapianto di un rene.

L’ACCUSA AL MOVIMENTO 5 STELLE. La legge che «avrebbe evitato quella demolizione e la relativa tragedia che ne è conseguita», ha spiegato Falanga, «è all’esame della commissione Giustizia della Camera. Il Movimento 5 stelle ha negato un rapido esame del provvedimento in sede deliberante, con evidenti scopi ostruzionistici, nonostante il testo abbia già avuto il via libera dai due rami del parlamento. Non posso accettare che la gente inizi a morire a causa del mero calcolo parlamentare di qualche gruppo che fa dell’essere contro sempre e comunque la propria unica bandiera. Annuncio pertanto le mie dimissioni da Senatore della Repubblica, che consegnerò martedì 20 giugno al presidente Grasso».

Cosa prevede la legge: case abitate in fondo alla lista

Il disegno di legge Falanga definisce una gerarchia delle demolizioni tra edifici abusivi e detta le priorità che devono essere seguite dagli amministratori pubblici.

LA LISTA DI PRIORITÀ. In cima alla lista degli edifici da abbattere ci sono gli immobili di rilevante impatto ambientale, costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, oppure a vincolo sismico, idrogeologico, archeologico o storico-artistico. Poi gli immobili che costituiscono un pericolo per la pubblica e privata incolumità. Infine gli immobili sottratti alla mafia.

PER ULTIMI GLI EDIFICI ABITATI. In ognuna di queste categorie la priorità dev’essere attribuita agli immobili in corso di costruzione o non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado e a quelli non stabilmente abitati. Per ultimi verranno gli edifici abitati, la cui titolarità sia riconducibile a soggetti appartenenti a nuclei familiari che «non dispongano di altra soluzione abitativa».

IL COSIDDETTO “ABUSIVISMO DI NECESSITÀ”. Il disegno di legge, quindi, distingue tra il cosiddetto “abusivismo di necessità” e l’abusivismo speculativo. Questi criteri, tuttavia, dovranno essere valutati volta per volta dalle procure, che decideranno quando procedere con le demolizioni anche in base a casi specifici. Il testo è stato approvato alla Camera il 18 maggio 2016, poi al Senato (con modifiche) il 17 maggio 2017. Attualmente è all’esame della commissione Giustizia di Montecitorio, in attesa del via libero definitivo.

Le critiche degli ambientalisti: abusivismo legalizzato

Il disegno di legge Falanga ha attirato le critiche dei Verdi e delle assoziazioni ambientaliste. Il provvedimento viene accusato di legalizzare «in modo permanente l’abusivismo, con una portata peggiore del condono edilizio dal punto di vista dei suoi effetti futuri».

I VERDI CONTRARI. Secondo i Verdi, se la legge venisse definitivamente approvato, «produrrà effetti di continue violazioni», perché «introduce l’abusivismo di necessità e le case abitate non saranno abbattute, perché collocate per ultime nell’ordine di priorità anche se si trovano in zone vincolate dal punto di vista ambientale e idrogeologico».

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