Anm su polemiche: «Diele ai domiciliari? Nessun favoritismo»

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L’Anm risponde con un comunicato alle polemiche sollevate dalle amiche della vittima che, il giorno della convalida dell’arresto con obbligo di domiciliari con braccialetto per Diele, hanno commentato il provvedimento definendolo «indecente».

«Premessa la estrema delicatezza della vicenda – si legge nella nota – è doveroso sottolineare che al carcere di Fuorni non si è celebrato il processo nei confronti di Diele, ma
il giudice era solo chiamato a convalidare l’arresto e a predisporre misure limitative della libertà idonee ad evitare che lo stesso ripeta la sua condotta.

Appare difficile immaginare che Diele, chiuso in casa e con i controlli di polizia giudiziaria, possa prendere l’autovettura e travolgere altre persone. Si procederà poi al processo e se Diele sarà condannato con sentenza irrevocabile, andrà in carcere ad espirare la pena.

L’altro giorno si è discusso di come impedire all’indagato di essere pericoloso per l’incolumità altrui in attesa del processo. Presto si deciderà della sua responsabilità con il
processo penale».

«I domiciliari con braccialetto – spiega meglio il presidente dell’Anm salernitana,
Piero Indinnimeo – è una misura cautelare adottata per cautelare il soggetto e far sì
che non reiteri il reato. Ci sono in pratica controlli continui e dovrà rispettare tutte le
prescrizioni previste».

3 Commenti

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  • Excusatio non petita, accusatio manifesta è una locuzione latina di origine medievale. La sua traduzione letterale è “Scusa non richiesta, accusa manifesta”, forma proverbiale in italiano insieme all’equivalente “Chi si scusa si accusa”.
    Il senso di questa locuzione è: se non hai niente di cui giustificarti, non scusarti. Affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può infatti essere considerato un unico indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere, anche se si è realmente innocenti…………
    L’ANM salernitana avrebbe fatto molto meglio a tacere piuttosto che difendere l’indifendibile, ovvero l’operato del GIP sul caso in questione.
    Qui si ripete che nessuno vuole vendette sommarie ma se un soggetto già segnalato come assuntore abituale di droghe, con patente sospesa gira in auto senza assicurazione, per di più uccide ammettiamo seppur inconsapevolmente una povera crista sul ciclomotore, poi viene trovato con tracce di droghe nel sangue e chiede dopo l’arresto di poter tornare a lavorare ci volete spiegare cari signori magistrati quali leggi del buon senso avete applicato?
    Ma per favore cercate di vivere nel senso comune del popolo da cui vi siete irrimediabilmente allontanati e che dovreste servire………….

  • Il codice di procedura dichiara che nessuno può essere carcerato se non a seguito dei tre gradi di giudizio. In Italia purtroppo l’ignoranza regna e nessuno conosce le leggi. Le misure cautelari rispettano tre esigenze, il pericolo di fuga, inquinamento Delle prove, reiterazione del reato. Con i domiciliari e il braccialetto elettronico ciò viene salvaguardato. Al termine del processo verrà condannato e scontera’ quello che un giudice riterrà opportuno.
    Spero che il tutto avvenga in tempi rapidi.

  • Dai dati in possesso del Ministero della Giustizia in riferimento alla nuova Legge del 16 aprile 2015, n. 47(Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali), risulta che nel 2015 nel 46% dei casi si sia fatto ricorso alla carcerazione preventiva, misura che a rigor di legge dovrebbe essere l’extrema ratio cui ricorrere soltanto nel caso in cui le altre misure risultino inadeguate, e che invece risulta essere la prima scelta.
    A questo punto che dire? Che Domenico Diele nella sua sfortunata esistenza è stato fortunato ad incontrare a Salerno nella grande roulette della giustizia italiana un bravo giudice?

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