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‘Il Porto di Salerno, un sogno diventato incubo’, la lettera – denuncia

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una cittadina di via Benedetto Croce indirizzata al sindaco Vincenzo Napoli sul Porto di Salerno.

«Egregio sig. Sindaco, Le scrive una cittadina, nativa di Napoli, ma ormai salernitana da oltre 40 anni. Questa è la città che mi ha accolta, nella quale ho lavorato tanti anni, ho creato  la mia famiglia e nella quale, conseguentemente, ho vissuto, scegliendo di abitare in uno dei posti che allora mi sembravano più vicini al mare che lasciavo a Napoli.

Parlo di via Benedetto Croce, dove all’epoca era sorto un porticciolo commerciale a dimensione della città che lo ospitava,ma che, nel tempo, ed inseguendo sogni di grandezza, andava a trasformarsi nel mostro che oggi offende la città, la allontana da ogni bellezza, rende l’aria velenosa e irrespirabile, regala giorni di tortura e notti insonni ai poveri abitanti della zona, che, ricordiamolo era lì prima della costruzione del porto e di quella mostruosità terribile e pericolosa che è il viadotto Gatto.

Il Porto di Salerno non può fare concorrenza a quello di Rotterdam. La nostra realtà è diversa. Le nostre bellezze naturali e paesaggistiche meritano ben altra attenzione al posto della devastazione qui compiuta. So bene che Ella non ha alcuna responsabilità dell’orrore e dello scempio compiuto e proprio per questo non ha posizioni ideologiche e pregiudiziali che Le impediscano di dire la verità: quello che è accaduto in questi posti grida vendetta davanti a Dio.

Noi viviamo un inferno continuo, senza sosta e senza via di scampo. Siamo devastati dalle polveri che respiriamo, dai tremendi scossoni che centinaia di migliaia di tonnellate di peso infliggono ai nostri palazzi, tutti, e dico tutti, che denunciano gravi problemi di staticità che gli scuotimenti senza fine infliggono ad edifici, tutti preesitenti al Porto.

Ci chiediamo chi pagherà per questo? Il terribile rumore di migliaia di Tir, bisarche, autoarticolati, camion pesanti, impedisce il riposo notte e giorno. Le sembra abbastanza? Non ci farebbe l’onore di una visita per constatare quale è la qualità  della nostra vita? Saremmo tutti onorati di accoglierLa per una esperienza che la scioccherà.

Certo un po’ di vergogna e di rimorso per quello che è stato fatto qualcuno ce l’ha. Non si spiega, sennò, perchè vengano decantate le opere come piazza Libertà, il Crescent, la Nuova Stazione Marittima e tante altre, con fotografie e commenti che sempre escludono dall’orizzonte la visione del mostro che grava alle loro spalle appestando l’aria.

La nostra disperazione è tale che nei momenti di maggiore tensione (e ormai sono moltissimi), maledicendo tutto il porto ci auguriamo che crolli il viadotto per avere un po’ di pace.

E ora si annunciano ulteriori ampliamenti! Ripeto: Salerno non è Rotterdam.  A ciò si aggiunga il quasi certo tramonto di Porta Ovest, che comunque non potrebbe smaltire un transito di migliaia di mezzi pesanti in gallerie che diventerebbero una camera a gas.

Non è arrivato il momento, prima che la situazione precipiti, di ammettere che è stato fatto un grave errore, distruggendo un angolo di paradiso per trasformarlo in un inferno che vomita morte?

Certo ammettere errori è difficile, anche perchè chi li ha commessi non ne subisce le conseguenze: queste sono  esclusivo appannaggio di chi vive qui.

Signor Sindaco, La preghiamo, si intesti questa lotta per delocalizzare questo mostro in una zona che offra anche migliori possibilità di ampliamento del Porto, che pure noi rispettiamo, per il lavoro che porta alla nostra città.

Ci sono zone che offrono possibilità di usufruire di autostrade, aeroporti e migliori collegamenti, moltiplicando le possibilità di lavoro. Senza contare che l’attuale porto, cerniera tra Costiera Amalfitana e Salerno, potrebbe facilmente diventare una interessante zona di accoglienza turistica con tutto ciò che ne consegue di positivo.

Nello scusarmi della prolissità, ma certa che non potrà restare indifferente davanti ad una situazione così carica di negatività, La saluto cordialmente e Le auguro buon lavoro».

GLORIA D.L.

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