Battipaglia, caso ecoballe, la sindaca: «Chiediamo più collaborazione istituzionale»

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Resta in piedi la questione “ecoballe”  che la Giunta Provinciale ha inteso aprire col Comune di Battipaglia nel momento in cui il Presidente con l’ordinanza n° 1/2017 ha inteso disporre lo stoccaggio provvisorio di 3.000 tonnellate di ecoballe di frazione secca tritovagliata (abbiamo letto bene l’ordinanza, conosciamo bene il significato di quel termine tecnico, ci permettiamo di dire a chi in questi giorni ha inteso sminuire la posizione dell’Amministrazione di Battipaglia) nei capannoni dello STIR di Battipaglia senza neanche avvertire la sindaca di Battipaglia.

Ed è questo il punto che la sindaca e l’amministrazione hanno voluto evidenziare anche con specifica delibera di Giunta Comunale.

«Nessuna colorazione politica della posizione assunta dal Comune di Battipaglia, se questa può essere la preoccupazione del presidente Canfora – dice la sindaca Cecilia Francese -. Noi chiediamo con forza maggiore collaborazione istituzionale e maggiore coinvolgimento dei territori i quali non possono essere chiamati soltanto ad accettare passivamente le scelte fatte da enti sovracomunali che però li coinvolgono pesantemente e penalizzano i membri di una comunità. I sindaci non sono degli irresponsabili. Nel corso dei decenni di una crisi infinita dei rifiuti in Campania i Comuni hanno svolto un ruolo fondamentale per reggere la situazione, dinanzi alla pure legittima irritazione dei cittadini, e  pure all’interno di una grandissima confusione sulla strategia da mettere in campo».

L’amministrazione di Battipaglia  ha sollevato alcune questioni di fondo, che sarebbe gravissimo non cogliere sia a livello politico che a livello istituzionale:

1) Abbiamo posto un problema di correttezza di rapporti istituzionali, fondamentali se si vuole parlare di collaborazione istituzionali. L’ordinanza alla sindaca di Battipaglia non era indirizzata neanche per conoscenza.

«Se c’è chi pensa che sul territorio di Battipaglia si possa continuare a fare di tutto e di più senza rapportarsi all’istituzione locale come evidentemente è avvenuto negli ultimi lustri, probabilmente non ha colto un dato: Battipaglia ha una amministrazione, che è legittimata dal voto popolare e che ha posto la difesa del territorio fra le proprie priorità – prosegue la sindaca -».

2) L’assoluta inopportunità di richiedere ancora un ulteriore sacrificio ad un territorio che negli ultimi 20 anni è stato letteralmente martirizzato da scelte piovute dall’alto grazie anche ai continui vuoti di governo.

«Battipaglia è circondata da discariche che per decenni hanno servito l’intera Provincia e sulle cui bonifiche abbiamo più di qualche dubbio – attacca ancora la prima cittadina -. Ma soprattutto in quei 20 anni sono stati autorizzati un impianto di CDR diventato dopo STIR, sei strutture private che lavorano fasi del ciclo dei rifiuti; infine un impianto di compostaggio nel comune di Eboli ai confini con Battipaglia».

3) La scarsa considerazione della comunità battipagliese. Proprio in  queste settimane la città è attraversata da malumori e tensioni dovute proprio alle conseguenze  odorigene della presenza di tanta impiantistica su cui, non a caso, stiamo chiedendo controlli sempre più stringenti, e dal fatto che il territorio è attraversato da centinaia di camion dediti  al trasporto di ogni tipo di frazione del rifiuto.

«Altro che colorazione politica della nostra posizione – conclude Cecilia Francese -. Anzi siamo noi che ci sentiamo abilitati a chiedere se la scelta di stoccare rifiuti nello STIR di Battipaglia, benché relativi alla frazione secca tritovagliata non sia essa frutto di una scelta politicamente colorata. Per questo chiediamo, come abbiamo fatto con atto deliberativo, la revoca della ordinanza 1/2017 e l’immediata convocazione di un tavolo interistituzionale cui anche il Comune di Battipaglia possa sedersi e dire la propria opinione in merito».

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