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Contaminazioni: i giovani di Coldiretti Campania, autocontrollo con QR-Code

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La salubrità dei prodotti si garantisce solo con la massima trasparenza, anche in autocontrollo. È la risposta dei giovani di Coldiretti Campania al caso delle uova contaminate dall’insetticida fipronil (fluocianobenpirazolo). “Proprio in questi giorni – spiega Gennaro Granata, delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa – l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno di Portici sta campionando la frutta in molte aziende che hanno aderito al progetto Qr-Code della Regione Campania. È una risposta concreta per assicurare ai consumatori prodotti sani generando una vera e propria carta d’identità aziendale. Il nostro territorio conosce bene gli effetti della paura sulla vendita dei prodotti agroalimentari. Le aziende agricole campane possono dotarsi di questo straordinario strumento di tracciabilità, che consente al consumatore di accedere ai dati e alle certificazioni emesse da un ente pubblico serio e competente come l’IZSM su terra, acqua, piante e prodotti. Analisi che vengono svolte con grande professionalità, sapendo distinguere vere anomalie da situazioni contingenti”.

Sulla vicenda uova contaminate interviene anche Gennarino Masiello, presidente regionale di Coldiretti e vicepresidente nazionale. “Apprezziamo la scelta di ASSOAVI, l’associazione che rappresenta l’intera filiera dell’uovo in Italia – commenta Masiello – che ha lanciato di fatto una certificazione “Fipronil free”, avviando un campionamento interno a supporto dell’attività degli organismi pubblici. Un’azione di responsabilità dei produttori nazionali in attesa che si faccia chiarezza sulle reali fonti di contaminazione, nonostante le importanti rassicurazioni delle autorità sanitarie.

Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dai Carabinieri dei Nas dimostra che in Italia il sistema dei controlli funziona, ma va sostenuto da un forte impegno sul piano della trasparenza dell’informazione estendendo l’obbligo di indicare l’origine a tutti i prodotti alimentari, togliendo il segreto soprattutto sulla destinazione finale delle importazioni. Così come avvenuto già su latte, grano e derivati. Questa vicenda dimostra che chi, come Coldiretti, chiede trasparenza nell’etichettatura lo fa a garanzia di chi consuma e di chi produce e non di inesistenti nostalgie autarchiche. L’opacità favorisce solo frodi e speculazioni”.

Per combattere gli allarmismi e dare garanzia ai consumatori e ai produttori l’esperienza delle emergenze degli ultimi anni ha dimostrato l’importanza della trasparenza delle informazioni con l’introduzione dell’obbligo di indicare in indicare in etichetta l’origine dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti, ma – conclude Coldiretti – va anche tolto il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero per consentire interventi mirati.

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