Salerno: laccio di nylon al collo per 15 giorni, salvata gattina a Canalone

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Un laccio di nylon al collo, così stretto da esserle penetrato nella pelle. Una vicenda che ha tenuto per oltre due settimane con il fiato sospeso alcuni volontari animalisti salernitani e, in primis, la dottoressa Flora Del Giudice del Distretto Sanitario 66 dell’Asl veterinaria di Salerno, che sin dalla prima segnalazione si è attivata personalmente con appostamenti quotidiani che sono andati ben oltre il suo orario di servizio ed i dovuti compiti istituzionali, fino al lieto epilogo di oggi.

La gatta di circa cinque mesi, nata nei pressi di un terreno privato nel quartiere Canalone, era stata notata più di 15 giorni fa dagli abitanti del posto, i quali temendo che il cappio l’avrebbe portata presto alla morte, causata dall’impossibilità di alimentarsi ancor prima dell’infezione dovuta alla grave lacerazione, hanno lanciato l’allarme alla locale Azienda sanitaria raccolto prontamente dalla dottoressa Del Giudice, che presso l’ambulatorio veterinario del Distretto Sanitario 66 si occupa della prevenzione del randagismo.

Due settimane di tentativi (durante i quali nel frattempo la mamma della gattina è stata anche presa, sterilizzata e già reimmessa) che hanno visto una felice conclusione quando, questa mattina, la piccola ormai quasi allo stremo è entrata in una gabbia-trappola costruita appositamente da alcuni volontari e trasportata lì per la cattura. Portata di corsa presso l’ambulatorio di Via Ostaglio, le è stato asportato il laccio di nylon, ripulita la ferita ed ora è in degenza post operatoria presso la stessa veterinaria che ha provveduto al suo salvataggio.

Nel raccontare la vicenda – il Comitato Pro Sterilizzazione – ricorda che la principale arma a disposizione contro il randagismo, che origina anche questi tristi episodi, è la sterilizzazione, l’unica efficace riconosciuta a livello internazionale per salvaguardare il benessere degli animali, nonché la meno onerosa in assoluto. Le colonie feline possono essere gestite da volontari (anche persone singole) che devono registrarle presso il servizio veterinario della propria Asl di appartenenza ed avere diritto così alla sterilizzazione gratuita.

 

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