Pochi minuti di pioggia sono bastati per mettere ko la Divina Costiera. Danni – per fortuna non ingenti – e soprattutto tanti disagi in ogni paese. A far male e a procurare sconcerto, ora, è osservare il mare.
La spiaggia di Maiori è il simbolo del disastro annunciato, dopo gli incendi che fino a poche settimane fa hanno martoriato le montagne. Quel mare fino a pochi giorni fa ambito da bagnanti di ogni dove, oggi si presenta nero come la pece, con la cenere confluita dalle montagne arse nel torrente Reginna che ha vomitato fango e detriti di ogni genere in mare.
Irriconoscibile l’arenile colpito dalle mareggiate nere che hanno provocato danni agli stabilimenti balneari, trascinando via strutture e soprattutto la tranquillità. Da stasera tutti noi siamo coscienti del rischio al quale saremo esposti quotidianamente.
Fonte Il Vescovado
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