Associazione ‘Io Salerno’: ti piace il presepe?

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Chi ha avuto la fortuna di frequentare la “Bottega del Pastore”, negli anni che furono, sa che per fare un buon presepe è necessario progettarne la struttura a Ferragosto, sotto l’ombrellone.

Per iniziare, a settembre, a predisporre lo scheletro con il legno, il sughero e la cartapesta già sapendo dove lasciare gli spazi per il villaggio, le botteghe, la grotta e come conformare il paesaggio immaginario, immancabilmente diverso, anno dopo anno, benché abitato sempre dagli stessi pastori e dalle stesse pecorelle, con Benino dormiente.

Perciò, noi che abbiamo sempre atteso il Natale con spirito sognante e che ci siamo sempre “mossi per tempo”, avendo conosciuto l’ansia del ritardo, riteniamo sia il tempo di esprimere l’orientamento della nostra associazione sulla manifestazione che nel periodo di Natale è divenuta simbolo della Città: le “Luci di Artista”.

Ben consapevoli che la macchina organizzativa è già stata avviata ma anche confidando che possano ancora essere definiti i dettagli delle installazioni delle quali, peraltro, si parla proprio in questi giorni

In ogni caso, niente paura. Non intendiamo invadere aree di competenza altrui, ma solo formulare qualche proposta nella semplice e sommessa veste di cittadini legati alla Città da un profondo sentimento di appartenenza.

Noi siamo convinti che la manifestazione costituisca un avvenimento estremamente importante per  l’intera comunità poiché ne rivitalizza la vita sociale, con corposi flussi turistici, benché volatili, e quella economica, con gli apporti a favore del settore commerciale e dei servizi.

Ma siamo egualmente convinti che, dopo i primi 10 anni, essa sia arrivata ormai alla fase della maturità e che la presenza di manifestazioni similari, diffuse ora in tutta la penisola, possa accelerare l’avvio della decrescita in assenza di una mirata rivisitazione in grado di rafforzarne il potere di attrazione e, soprattutto, di ampliare le motivazioni degli ospiti per una visita alla Città che duri più di una passeggiata pomeridiana.

Non è negabile, riteniamo, che la manifestazione si mostri tuttora come una mera esposizione di luminarie, in buona parte replicate anno dopo anno, e che la impostazione del complessivo progetto non abbia altro obiettivo se non quello di affascinare visitatori sciamanti senza alcuna direzione né oggettiva finalità.

Né è negabile, riteniamo, che l’impianto delle luci lasci in ombra buona parte della Città e che talune strade, anche nell’area centrale, appaiano per questo motivo ancor più desolate e deprimenti.

 In sintesi, noi pensiamo che la manifestazione manchi di un’anima propria, che non esprima la Città e, per di più, che ne svilisca l’immagine assimilandola ad un parco giochi dove ognuno possa divertirsi come vuole, anche imbrattando e disturbando senza limiti.

Perciò, è nostra convinzione che essa debba trasformarsi da una mostra di luci attraverso la Città in una mostra della Città attraverso le luci.

E, quindi, proponiamo di evitare chilometrici (inutili) addobbi lungo le vie e di sostituirli con percorsi di luci, con effetti cromatici a tema, che siano di guida per gli ospiti indirizzandoli nei diversi rioni per visitare chiese, monumenti, musei, testimonianze storiche o anche semplicemente attività commerciali ed artigianali o per ammirare il panorama dalle terrazze dei quartieri collinari.

Il tutto, da p.za Mons. Grasso e fino alla Villa Comunale, arrivando a via Tasso (da trasformare in una vera “via lucis”) e, più su, a via de Renzi, secondo itinerari che evitino ingorghi pedonali e rendano l’intera Città partecipe dei benefici della manifestazione.

E proponiamo, poi, la esaltazione dell’artigianato artistico locale, come a San Gregorio Armeno di Napoli, dove le statuine non sono solo espressione di fede ma prova di abilità e fantasia, consentendo, lungo via Tasso, l’apertura temporanea di botteghe a maestri e associazioni nonché a giovani apprendisti.

E proponiamo, ancora, la realizzazione di un vero e proprio circuito del Presepe, coinvolgendo la Curia perché in ogni Chiesa della Città ne sia realizzato un esemplare ed istituendo un concorso per la migliore rappresentazione con selezione rimessa al giudizio degli stessi visitatori.

E, questo, non per motivi religiosi, ma perché il presepe è l’espressione massima della tradizione natalizia e costituisce tuttora il principale elemento di attrazione per flussi turistici alla ricerca del folclore e della cultura locale.

E proponiamo, infine, la organizzazione di una gara tra i vari quartieri, compresi i collinari, per il miglior addobbo di una piazza o di un giardino ovvero per la realizzazione di un’opera artistica o di una installazione luminosa ispirata al periodo.

Perché la festa, di tutti e per tutti, diventi opportunità di incontro, partecipazione, condivisione e sia elemento di coesione per l’intera comunità.

E, così, anche le “casette di Natale”, posizionate a gruppi nelle piazze e lungo i “percorsi delle luci”, debbono dar conto della qualità delle produzioni locali nei settori “natalizi” degli addobbi, delle luci, dei pastori, dei festoni, dei dolciumi, dei prodotti alimentari e dell’artigianato, ai quali sostituire, subito dopo, giocattoli ed articoli per la Befana.

E debbono rendere onore alle erbe officinali ed alla Scuola Medica, patrimonio indiscusso ma non valorizzato come merita.

In sostanza, noi riteniamo che “Luci di Artista” debba essere l’occasione per la promozione della Città nel suo complesso e debba agire da stimolo nei confronti di più qualificati e duraturi flussi turistici attratti, sì, dalle luci ma indotti ad apprezzare i luoghi storici (tutti), le sedi della cultura, le tradizioni, il fare ed il sapere.

Non sia, cioè, una “fiera” per il sollazzo personale.

Verrà meno gente? Può essere. Ci sarà minore confusione. Ma ci sarà, certamente, più qualità e più propensione alla spesa. Quella vera.

Chi viene per i colori delle lampadine può ben recarsi in qualche luna park ovvero, e lo consigliamo, a Scorrano, in Puglia, il paese del tripudio delle luci.

Essendo interessati esclusivamente allo “spirito” della manifestazione, non ci pronunciamo sulla organizzazione del traffico e dei parcheggi.

Tuttavia, riteniamo che, anche per motivi di sicurezza, sia doveroso lasciare libero il lungomare come “via di fuga”, chiudere il centro nelle giornate di punta, usando il lungomare nei due sensi, agevolare i movimenti dei viaggiatori in Città e verso i quartieri collinari con navette, anche private, ma convenzionate e, magari, elettriche, favorire il flusso e il deflusso Villa Comunale-P.za della Concordia con trenini elettrici in transito su una corsia pedonale del lungomare.

Per le aree di parcheggio, suggeriamo di non dimenticare, ma vale per il futuro, la nostra proposta di realizzarne uno su più piani lungo via Dalmazia, in pieno centro, sfruttando il dislivello con il piano rialzato del Tribunale e inglobando, del caso, il fascio di binari (cfr. salernonotizie.it – Associazione Io Salerno 24/05/17).

Ci sia consentita una osservazione finale.

I simboli usuali della nostra Città, nelle foto o disegni, sono il Campanile del Duomo e gli Archi di Berliario, tra via Arce e via Gonzaga.

Perché questi ultimi non vengono convenientemente mostrati nel corso della manifestazione e versano in un perenne stato di degrado e di abbandono?

Perché non si ripuliscono dei tanti fili elettrici, non si ridefiniscono le aree da asservire per consentirne la visione a chi, forse, viene anche per essi, e non si riattiva la illuminazione d’accento?

Quale idea diamo di una Città che dimostra di non saper curare e, quindi, amare una sua opera simbolo?

Questa Città ha bisogno di amore. Sul serio.

Associazione “Io Salerno”Officina di Pensiero

1 Commento

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  • Bravissimi. Spero che le Vs idee vengano ben considerate dal Sindaco e dagli Organizzatori. Tutto avrebbe più senso, facendo diventare le luci “Luci di Artista di Salerno” e non replicabili in altre città che non siano Salerno, con una vera crescita che si autoalimenti di anno in anno con una sua impronta unica.

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