Il Gonfalone del Comune di Salerno: un vessillo pieno di storia e tradizioni

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San Matteo ed il Gonfalone del Comune, una storia lunga e ricca di tradizioni, le stesse che si tramandano ancora di padre in figlio capaci di regalare forti emozioni. Le stesse che prova da anni Lucio Figliolia (addetto alla bandiera come riporta ufficialmente il sito web del Comune di Salerno), storico portatore della statua di San Fortunato che sfila durante la processione in occasione dei festeggiamenti del Santo che da quest’anno porterà il Gonfalone della città mentre al suo posto, sotto la pesante statua, sarà preso dal figlio.

Al Comune ci sono due Gonfaloni, il primo è quello originale e si trova nella Sala omonima al secondo piano di Palazzo di Città (uscito dal Comune di Salerno solo una volta in occasione della Festa della Guardia di Finanza del 2005) ; il secondo invece è quello che vediamo sempre alla Processione di San Matteo e nelle altre feste religiose. Applicate ci sono due medaglie d’argento: la prima per l’alluvione, la seconda per il terremoto. Da quanto si apprende da alcuni storici cittadini dovrebbe esserci anche una terza “attestazione” per il Primo Governo Badoglio e Capitale D’Italia.

Il Gonfalone “esce” nella Festa Patronale, Cambio di Guardia nell’Esercito, Festa della Polizia, Festa del 2 giugno (ufficiale), Festa del 25 aprile (ufficiale), Festa dei Carabinieri, Festa della Guardi di Finanza, Festa della Marina e poi nelle processioni cittadine di Sant’Anna al Porto (ufficiale), Madonna del Carmine (ufficiale), San Matteo (ufficiale), e su richiesta al Primo Cittadino anche in altre processioni quali Madonna della Stella a Ogliara e San Gaetano al rione Carmine.

STORIA DELLO STEMMA E GONFALONE DI SALERNO 

Seguendo la bibliografia esistente sugli stemmi di Salerno risulta evidente come ad ogni passaggio di feudatari o regnanti in Salerno le insegne riportassero i simboli delle case dominanti, ma non lo stemma pubblico della città. Bisogna arrivare al 1574 per ritrovare i primi documenti in cui alla Municipalità di Salerno viene associato uno stemma. Infatti i simboli dello stemma del Comune di Salerno risultano già nel sigillo riportato su documenti di quell’anno relativi alle liquidazioni di servizi di guardiania assicurati presso la Torre dell’Annunziata.

E’ già presente la figura dell’apostolo Matteo benedicente e nel motto la Civitas Salerni è appellata Sancta, indicata con la S abbreviata che precede Civitas. Inoltre il Mazzella nel 1597 così descrive il sigillo della città: Fa per arme detta Città in campo azzurro l’Evangelista San Matteo Suo Protettore, di sotto poi di quello, tre fasce d’argento con altre tante rosse, le quali insegne sono l’arme d’Ungheria, che le donò a detta Città Carlo II d’Angiò, Re di Napoli, dopo che per causa di Maria sua moglie, unica figliola del re Stefano, successe al Regno predetto d’Ungheria, essendo per avanti detto Re Carlo stato creato Principe di Salerno.

La scelta di utilizzare San Matteo, protettore di Salerno, nello stemma della Municipalità pare risalga al 1544; infatti il 27 giugno di quell’anno il pirata turco Khair-ed-Din, detto il Barbarossa, tentò di sferrare un attacco con la sua flotta alle coste salernitane. Una tempesta, però, distrusse la flotta e il Barbarossa non poté sbarcare. Il popolo di Salerno attribuì al Patrono San Matteo l’avvenimento e decise di inserire il Santo nello stemma utilizzando l’immagine dell’Evangelista e Martire Dan Matteo con la destra in atto di benedire mentre la sinistra reca il libro del Suo Vangelo.

Lo stemma del Municipio lo ritroviamo anche alcuni monumenti settecenteschi di Salerno; in particolare sulla Fontana di don Tullio ovvero di Esculapio del 1790 e attualmente collocata nella Villa Comunale; sul portale dell’Ave Gratia Plena Minore, costruita agi inizi del 1700, e della Chiesa della Nunziatella inaugurata nel 1758. Quest’ultimo stemma, unico a colori, riporta nella parte alta una Croce in campo azzurro e sotto tre fasce d’oro e altrettante rosso, utilizzando così forse i colori degli Aragonesi.

La storia di tutti gli stemmi è simile per tutti i Comuni del Regno delle Due Sicilie dal 1806, infatti con la legge n.263 del 1 dicembre 1806 si prevedeva che l’unico “suggelo” che può essere impiegato è quello della Real Corona nel cui contorno ogni autorità può incidere il proprio nome per distinguerlo. Pertanto anche i timbri del Comune di Salerno riportano lo stemma abbreviato del reame che la legge citata descriveva come uno scudo, ove sia espresso nella parte superiore l’emblema del regno di Napoli, composto da due cornucopie d’oro e da un delfino d’argento in campo azzurro, e nella parte inferiore l’emblema del regno di Sicilia indicato dalla trinacria d’argento in campo d’oro. In mezzo a queste armi dominerà lo scudo dell’Impero francese, ornato dalla sola Corona Imperiale.

Lo stemma suddetto abbreviato sarà circondato dalla collana della legione d’onore, e decorato colla Corona, e manto reale di questa Nostra Monarchia. Stessa impostazione è confermata dai Borboni, prima con una nota del 10 giugno 1815, poi con tre decreti: decreto n.4069 del 21 dicembre 1816, decreto del 15 marzo 1817 e n. 1082 20 gennaio 1818, in base ai quali per lo stemma del comune al suggello reale verrà aggiunta in un segmento ellittico l’indicazione del comune a cui il suggello appartiene.

Quando i Borboni decadono già con nota dell’11 settembre 1860 l’Intendente del Principato Citeriore invita i sindaci a provvedere ai nuovi stemmi e suggelli i quali dovranno essere fregiati delle Armi dell’Inclita Casa di Savoja con l’epigrafe Vittorio Emanuele Re d’Italia. (a)

Con l’avvento dell’Unità d’Italia ritornano gli stemmi dei Municipi, come si evince dalla nota per Governo della Provincia che in data 15 giugno 1861 sollecita il comune di Salerno a fornire una copia dello stemma del Municipio, anche se solo per un’esposizione che nel settembre di quell’anno si doveva tenere a Firenze.

E’ nel 1865 quando con una legge del 20 marzo entrano vigore una serie di normative del Regno Sabaudo, e tra queste la Legge sull’Amministrazione Comunale e provinciale del 23 ottobre del 1859, che vengono dati ai comuni precise indicazioni sugli stemmi da adottare.

Comuni dovevano fare richiesta per la concessione dello Stemma in forma di lettera patenti, estesa su pergamena, in mezzo delle quali deve essere miniata la figura, la quale deve venire inoltre descritta nel contesto delle medesime lettere in termini dell’arte (3).

Dagli atti di archivio non sembra che vi sia stata nessuna richiesta di riconoscimento in quegli anni, anche se vi è una pressante richiesta da parte del Tipografo editore Gaetano Longo di una copia dello stemma per la sua opera Illustrazione delle principali Città d’Italia , e un acquarello dello stemma graficamente simile a quello in parte utilizzato alla fine dell’ottocento nei timbri e nella carta intestata. Ma c’è da rilevare che i primi esempi di carta intestata e timbri del Comune non riportano il simbolo di San Matteo, come d’altronde anche nello stemma del comune presente nel Teatro Comunale inaugurato nel 1870. Lo stemma infatti riporta nel parte superiore una stella in campo azzurro e nella parte inferiore le tre fasce d’oro con altrettante rosse.

Per alcuni anni convivono sia i suggelli (timbri) con la stella nella prima parte dello stemma che quello con San Matteo. Dopo il 1880 si consolida la figura di San Matteo nei suggelli e nella carta intestata del Comune. Il simbolo di San Matteo è, infine, omesso nel 1941 in alcuni servizi municipali, come la Centrale del Latte e sulle carrozze della Filovia.

Il primo riconoscimento ufficiale del proprio stemma il comune lo richiede il 3 febbraio 1939, dopo che il Decreto Legge n.442 del 20 marzo 1924 faceva divieto assoluto ai comuni di usare Stemmi, Emblemi, sigilli, Gonfaloni, non legalizzati dalla Consulta Araldica del Regno (nel 1923 passata sotto le dipendenze della Presidenza del Consiglio) e successive normative del 1928 e 1933 imponevano che l’emblema e il sigillo del comune fossero fregiati del Fascio Littorio nella Figura Araldica del Capo.

disegnare il nostro Stemma e Gonfalone fu chiamato il Maestro Pasquale Avallone, ma una nota prefettizia del 30 aprile del 1940 comunica le decisioni della Consulta Araldica che apportava alcune modifiche allo stemma proposto. In particolare: 1° Eliminazione della corona murata sormontante la figura di San Matteo; 2° La mano destra del Santo sarà raffigurata nell’atto di benedire anziché tenente una penna; 3° La parte inferiore del troncato sarà di rosso a tre fasce d’argento anziché d’oro e di rosso.

Tali modifiche, ma principalmente quella relativa ai colori furono non accolte dal Comune che riteneva che la cittadinanza era attaccata al suo Gonfalone, con i tradizionali colori rosso e oro, riprodotto nel Palazzo di Città, nella R.Prefettura e in tutti gli edifici pubblici di Salerno, moderni e antichi.

L’approvazione definitiva del nostro Stemma e Gonfalone, nonché il riconoscimento del titolo di Città fu decretato dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 23 giugno 1949.

DECRETO CHE COSÌ RECITA:

1) Spettare alla Città di Salerno il diritto di fare uso dello stemma del gonfalone miniati nei fogli qui annessi, e descritti come espresso:

STEMMA. Troncato: nel primo d’azzurro alla mezza figura di S.Matteo al naturale; barbuto e canuto, aureolato, sormontato da corona murata, uscente dalla partizione, drappeggiato di rosso e di verde, poggiante la mano sinistra sull’orlo superiore delle pagine aperte del Libro del Vangelo, tenente con la destra una penna d’oca; nel secondo fasciato d’oro e di rosso. Ornamenti esteriori da Città.

GONFALONE. Drappo troncato d’azzurro e di rosso, l’azzurro caricato della figura di S.Matteo descritta nello stemma; il rosso caricato di tre fascie d’oro accompagnato in punta dalla sigla “S.P.Q.S.” in oro. Le parti di metallo saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale, e cimata da un’aquila caricata in petto di uno scudetto di rosso alla croce d’argento.

2) Doversi prendere nota del presente provvedimento nel Libro Araldico degli Enti Morali.

Dopo circa cinquanta anni, nel 1996, lo stemma del Comune è stato ridisegnato in forma digitale dalla ditta Segno Associati; a quello finora in uso, l’Amministrazione, con delibera di Consiglio Comunale n.106 del 26 novembre del 1996, aggiunge la scritta HIPPOCRATICA CIVITAS , volendo ricordare la prestigiosa Scuola Medica Salernitana, per secoli meritato vanto della cittadinanza

Bibliografia
– Luigi Staibano, La Salerno epigrafica, manoscritto del 1877, Archivio Storico del Comune di Salerno
– Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, 1597
– Pasquale C.Setola, I Santi Patroni di Salerno e Amalfi salvano le due città dal pirata Barbarossa, in “Roma”, XCI (1952), n.181, 29 giugno, Cronaca di Salerno
– C.Astengo, Guida Amministrativa, Milano 1865

Fonti
– Archivio di Stato di Salerno, Intendenza Busta 1115
– Archivio di Stato di Salerno, Raccolta Leggi e Decreti,
– Comune di Salerno/Archivio Generale – Sezione Storico VI II 11 Costituzione del 1848 e Plebiscito del 1860
– Comune di Salerno/Archivio Generale – Sezione Storico I-I 1 “Gonfalone Municipale. Confezione”
– Comune di Salerno/Archivio Generale – Sezione Storico I-I 1 “Stemma civico e valletti.”
– Comune di Salerno/Archivio Generale – Sezione Storico I-I 1 “Decreto”
– Archivio di Stato di Napoli, Fondo Regia Camera della Sommaria – Patrimonio/Torri e Castelli-Fascio 62 (Fogli n. 31- 32- 33- 34- 35- 36)

Fonte www.comune.salerno.it

 

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