Peter Pan Rodriguez ‘porta’ Lotito sull’ Isola che non c’è

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Mani ai fianchi e sguardo fiero per un’esultanza alla… Peter Pan. Il suo marchio di fabbrica, ormai. L’ha sempre fatto. “L’ho rubacchiata da mio fratello Toni” ammise lui. Lui chi? Lui, il protagonista assoluto di Salernitana – Spezia: Alejandro Rodriguez. Un Peter Pan del calcio che dopo le feroci critiche per il clamoroso errore di Vercelli ieri ha realizzato una doppietta regalando la prima vittoria stagionale alla Salernitana

Una vittoria che ha riportato il sereno in casa granata con patron Lotito che, nonostante una lunga conferenza stampa post partita ed un evidente raffreddore, è rimasto a Salerno per sbrigare alcune faccende e per godersi la movida salernitana.

Come in una favola: se c’è Peter Pan non può mancare l’ ‘Isola che non c’è’. ‘L’isola che non c’è è il ristorante di via Torrione che ieri sera, per la seconda volta consecutiva in una settimana ha ospitato Claudio Lotito conquistato dai piatti speciali dello chef Pietro Rispoli.

Lotito, notoriamente buongustaio, tra una portata e l’altra ha parlato di tutto e di più. E mentre in tavola arrivavano passatine di cipolle con spuma di baccalà, pomodorini confit e chips di patate, gamberetti e zucchine cotti a vapore e profumati al limone, il co patron si dilettava nei voti alle pietanze ma anche alla squadra.

Nel locale c’era anche mister Bollini che ha solo rivolto un saluto a patron beccandosi, probabilmente qualche altro consiglio come aveva già fatto in conferenza stampa.

«Questa è una squadra che ha potenzialità, quando i giocatori vengono impiegati in una certa maniera, come visto contro lo Spezia, danno anche risultati diversi. La squadra si è espressa bene, il cambio modulo ha pagato perché i giocatori sono stati messi in condizione di giocare al meglio» aveva detto qualche ora prima della cena il co-patron granata.

E poi su Bollini: «Gli abbiamo dato una squadra in grado di giocare con vari assetti, sta a lui scegliere la miscela giusta. L’ho visto più tranquillo, riflessivo. Puoi partire col tuo credo e accorgerti che cambiare è meglio per le caratteristiche dei giocatori. Panchina salva? Io pongo un confine da non superare, sono realista sugli obiettivi da raggiungere. Non si tratta di vincere, è il tipo di gioco della squadra che mi interessa. L’importante è avere consapevolezza nei propri mezzi e aggiungerci umiltà. Bisogna fare attenzione, all’orizzonte ci sono partite complicate».

Concetti probabilmente ribaditi anche ieri sera a cena tra uno spaghettone, un pasticcio di sfoglia con crema chantilly ed un sorbetto di anguria.  “Una rondine non fa primavera” ha detto ieri Lotito, Bollini, nonostante la vittoria resta sotto osservazione

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