Associazione ‘Io Salerno’: acque azzurre, acque chiare

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Noi non sappiamo perché ai nostri progenitori sia mancata la predisposizione all’esercizio delle arti marinare al punto da indurre il principe longobardo Sicardo, nei primi anni dell’800 signore di Benevento e Salerno, a disporre il trasferimento forzato di cittadini di Amalfi, conquistata con le armi, nel rione delle Fornelle e nel vicolo denominato, appunto, “degli amalfitani” (ogni pietra del “centro antico” è storia!).

Senza ottenere, sembra, particolari risultati.

Né sappiamo perché la nostra Città sia priva di un vero “borgo marinaro” che, in altre realtà, è il luogo simbolo di quello stretto legame di “odio e amore” che si instaura tra popolazione e mare.

Sappiamo, però, che nell’ultimo trentennio, o forse più, le nostre acque sono state asservite prevalentemente alle esigenze dello scalo commerciale e che il rapporto con esse della maggioranza dei salernitani, anche “veraci”, si è progressivamente ristretto a livello di contatto “visivo”, magari dai giardini del lungomare o da una imbarcazione da diporto, a causa dell’inquinamento e del degrado delle spiagge.

E sappiamo, ancora, che le immagini “da cartolina” non esercitano oggi nessun concreto richiamo per un turismo che duri più di una mezza giornata, giusto il tempo per prendere il traghetto per la Costiera.

Salerno “Città sul mare”, è stato giustamente detto, non “Città del mare”.

Noi siamo convinti che sia necessario porre rimedio a tale condizione, per dare lavoro ai giovani e per le future generazioni, riportando “il mare in Città e la Città nel mare.

Sul porto abbiamo già detto (cfr. salernonotizie.it – Associazione Io Salerno 19/04/2017). Ci  ritorneremo, per approfondire problemi strutturali e infrastrutturali in grado di comprometterne l’ulteriore sviluppo.

Per il resto, formuliamo alcune proposte. Con due premesse.

La prima: Salerno non è Long Beach.

Il tratto di costa è corto, la spiaggia è stretta e la sua intera fruibilità è condizionata da interruzioni irrisolvibili (le costruzioni a Pastena, le ex colonie a Mercatello, la caserma della Guardia di Finanza, il porto Marina di Arechi, la Colonia San Giuseppe) e da problematiche insormontabili, come la presenza dell’enorme impianto di depurazione a pochi metri dal mare. Che facciamo, lo delocalizziamo?

La seconda: nelle aree prossime ai porti, di regola, non è consentito “prendere il bagno” a causa della pessima qualità delle acque. Che non è detto sia migliore qualche metro più in là perché la balneabilità è oggi riconosciuta con riferimento ai quantitativi massimi di escherichia coli e di enterococchi intestinali e, quindi, senza tener conto di altre cause di infezioni quali coliformi, streptococchi, salmonella, enterovirus, etc..

Cioè, il mare può essere, di diritto, balneabile, di fatto, chissà.

Per il nostro, proviamo a chiedere cosa ne pensa a chi è entrato in acqua nel mese di Agosto.

Ovviamente, noi parliamo da profani e, quindi, ci aspettiamo – e fin d’ora accettiamo – ogni critica.

Fatte le premesse, riteniamo che l’intervento prioritario da porre in essere sia quello della salvaguardia, per quanto possibile, della qualità delle acque a sud dell’Irno per poterne attestare la fruibilità, anche al di là dei parametri “legali”, con verifiche continue affidate a un centro di certificazione in mano pubblica.

Un “Civitatis Praesidium”, magari collocato nella “Torre Angellara” (è in corso un bando ministeriale per la concessione gratuita novennale), da dichiarare “roccaforte a difesa della salute e dell’ambiente” e da attrezzare con laboratori di ricerca per la depurazione dell’aria e dell’acqua, la bonifica dei territori, il riciclo degli scarti, il risparmio energetico.

A seguire, pensiamo alle progettate aree prendisole, dotate di tutti i servizi, alla pulizia degli arenili da marzo a ottobre, agli stabilimenti balneari aperti tutto l’anno, alla organizzazione di spiagge libere su tutte le aree residue, gestite attraverso cooperative di giovani per tutelare i luoghi e il decoro, e la creazione, in quelle intorno allo Stadio Arechi, di un unico parco “terra e acqua” con strutture didattiche, sportive e museali idonee a far crescere nelle nuove generazioni l’interesse e l’amore per l’ambiente e per il mare.

Nel tratto di lungomare tra Santa Teresa e Piazza della Concordia, già ora classificato “area portuale” (salvo errore) e, quindi, inidoneo a divenire una spiaggia per “prendere i bagni”, pensiamo possa essere realizzato il borgo marinaro della Città secondo una proposta già in passato da noi avanzata: “un approdo al centro del centro” sull’esempio di Trani, ove la parte vecchia, con ristoranti e locali, include il borgo ruotando intorno ad esso (cfr. salernonotizie.it – Associazione Io Salerno 26/04/2017).

Un’area libera, per i turisti e per i cittadini, dotata dello scivolo per l’alaggio, di ormeggi a bassissimo costo per chi “non può”, di attività artigianali tipiche del settore, di bar e locali di ristorazione, di aree di riposo per “respirare con il mare”, nonché di attracchi per i traghetti locali.

Non può mancare, a collaterale, la rivitalizzazione delle attività legate alla nautica sia attraverso il progettato, poi annullato (?), “Polo della cantieristica nautica” al Capitolo San Matteo, sia attraverso la incentivazione di laboratori artigiani di falegnameria, di veleria, di accessoristica, di arredamenti per le barche, etc., da insediare anche nel borgo marinaro e nello stesso centro storico.

Per le nuove strutture alberghiere non è necessario cementificare la costa. Basta utilizzare gli “edifici mondo” o riconvertire i fabbricati abbandonati in centro come, ad esempio, il “Convitto Pascoli” o l’ex “Clinica Villa Medici”, rilasciata dalla Procura. Con essi si può portare “il turismo nel cuore della Città”.

Poi, per chi il mare preferisce goderlo da terra, magari spaziando con la vista su tutto il golfo, proponiamo di riqualificare in chiave turistica le terrazze sulle colline, incentivando attività ricettive e locali di ristorazione (il mare, a Napoli, si gode da Posillipo), trasformare in parco il colle bellaria e realizzare un “percorso fantastico ed artistico” lungo l’Olivieri per arrivare a Vietri a piedi, o in bici, o con piccoli vettori elettrici, tra essenze alboree autoctone e manufatti dell’artigianato in ceramica (“la via della vita e dell’arte”).

Poi, una vera pista ciclabile e pedonale dal Verdi all’Arechi, con aree di sosta e di ristoro.

Poi, manifestazioni sportive di ogni tipo, come gare di nuoto, la pallanuoto a mare, la voga longa, regate per i più piccini e per le grandi imbarcazioni.

Tutto ciò per fare di Salerno la “Città per il mare”.

Sono solo poche idee. Giusto per esempio. Ma potremmo ancora dire.

Certo, qualcuna di esse presuppone investimenti. Potrebbero, però, interessare ai privati.

Ma qualche altra è realizzabile immediatamente. Senza costi eccessivi.

Ciò che importa, noi pensiamo, è discutere, decidere e iniziare.

Perché la prossima estate non sia vissuta con le chiazze gialle e marroni a mare, con l’odore di fogna, con i topi a fare il bagno, con le blatte a passeggio, con i sacchetti della spazzatura sulla riva e con il degrado del lungomare.

Basta poco per evitare tutto ciò: avere amore per la Città.

Questa Città ha bisogno di amore.

Associazione “Io Salerno”Officina di Pensiero

 

3 Commenti

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  • ottima iniziativa, ma per far decollare il turismo con la T maiuscola ci vogliono esperti e mentalità adeguate. Salerno già è bella non ci vogliono grandi e costose iniziative, ma una giusta programmazione e gestione dei servizi in parte esistenti. Prima cosa necessita una ruspa gigante che da torrione a foce sele possa radere al suolo tutti gli stabilimenti (legali ed abusivi) e costruire strutture con criteri moderni, lasciando molte spiagge libere attrezzate e gestite da cooperative di giovani ( con giornalieri controlli da parte di enti pubblici). Giusto aprire da aprile ad ottobre e da dicembre a febbraio tutti gli stabilimenti, oggi per tutti i gestori l’estate dura da luglio ad agosto, vergogna.
    Gestire al meglio i flussi dei turisti che approdano con grandi navi; oggi si vedono gruppi a piedi che hanno perfino paura di prendere un caffè, senza guide locali, mancano gazebo con giovani per fornire informazioni……… insomma non offriamo turismo, ma se verrà creato un centro di coordinamento che non sia politicizzato, ma aperto a tutti coloro che hanno voglia e capacità di collaborare per portare salerno e zone limitrofe a diventare finalmente ZONA TURISTICA.

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