Compostaggio Battipaglia: intervento di Rosaria Sica, segretaria Rivoluzione Cristiana

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Immaginare la realizzazione di un impianto di compostaggio a Battipaglia, nella Piana del Sele, è non solo illogico, vista la presenza di un stesso impianto di compostaggio ad Eboli e di un impianto STIR nella stessa area, ma anche inspiegabile sul piano dei rapporti istituzionali e delle strategie nelle politiche di gestione dei rifiuti. Nelle ore in cui si programma l’aumento della produttività dell’impianto di compostaggio di Eboli, ipotizzare un ulteriore impianto nella stessa area indica sia una scelta sbagliata, sia una stratega interessata, a danno delle popolazioni locali. Scelte che la Regione Campania assume inserendosi in un vuoto di rappresentanza che da anni sta impoverendo la Piana del Sele e le aree del Cilento, dove sempre più si avverte la necessità di nuovi riferimenti che sappiano interpretare le necessità delle comunità e la volontà di preservare ambiente e salute dei cittadini. La discarica di Battipaglia, che ha fatto sentire il suo peso in tutto il territorio, la realizzazione dello STIR spesso mal gestito e la violenta gestione di Coda di Volpe, dove la Regione impose lo sversamento di migliaia di ecoballe, sono il segnale di una scarsa considerazione della Piana del Sele su scala regionale, una circostanza figlia dell’incapacità di tutelare queste aree da parte di una rappresentanza politica poco attenta, se non interessata. Se la Piana del Sele è capitale nazionale delle produzioni di quarta gamma e le comunità locali da anni sono in prima linea per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini, compito della politica dovrebbe essere veicolare queste istanze, imponendo rispetto per i cittadini e per i territori. Rimane lo sconcerto per un percorso istituzionale assunto sulla testa dei cittadini e senza ascoltare le comunità locali. Circostanze che impongono ad ogni forza politica, così come alla stessa comunità dei cittadini, di essere in prima fila nella battaglia per le esigenze del territorio, nel rispetto delle vocazioni e della storia di quest’area”.

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