Caldo record, aumentano i pericoli per il Pianeta (di Tony Ardito)

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In base ad un recente studio, il caldo record di quest’anno, che si somma a quello dell’ultimo decennio, favorirebbe non poco i rischi per la salute.

I bambini e coloro che vivono nelle zone più povere sono i soggetti più esposti, naturalmente insieme agli over 65.

Vi è quindi un aumento delle insidie, come la diffusione di malattie infettive. Col caldo, insetti vettori, quali la zanzara aegypti, aumenterebbero del 10% la capacità nel diffondere la febbre dengue, ed  il numero delle persone colpite nell’ultimo decennio si sarebbe raddoppiato.

Il calore fa aumentare l’acqua inquinata a livello micro-organico; in molti Paesi si registrano ancora infezioni e morti per dissenteria. Con le estati più torride si riduce la produttività dei lavori manuali all’aperto, segnatamente per chi ha superato i 65 anni.

A causa della siccità e delle alluvioni, l’agricoltura ha subito danni imponenti con conseguente riduzione della produzione. Nel contempo, aumentano le persone denutrite: in Africa e in Asia solo tra il 2000 e 2016 da 398milioni sono diventate 422milioni.

La cappa di calore concentra ed amplifica anche gli effetti dell’inquinamento: dal particolato delle automobili, all’uso dei combustibili fossili, alle emissioni industriali. In soli 21 paesi asiatici, l’inquinamento atmosferico nel 2015 ha causato 800mila vittime. Nel mondo, per cause correlate, sono 9milioni.

Il cambiamento climatico è ormai una realtà e l’impatto del fenomeno è particolarmente evidente nel bacino del Mediterraneo. Un’area nella quale vivono oltre 500 milioni di persone. Il problema va affrontato senza allarmismi, ma con concretezza e responsabilità.

Dunque, il clima cambia e di questo dobbiamo essere sempre più consapevoli. Rispetto all’inizio dello scorso secolo in Italia abbiamo già raggiunto un aumento di 1,3 gradi, per il nostro Paese diventa pertanto fondamentale non oltrepassare la soglia di 1,5 gradi.

Ed allora, pure in considerazione delle recenti inversioni di rotta compiute dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dalla sua Amministrazione, rispetto alle scelte operate dal predecessore, Barack Obama, diventa ancor più necessario perseguire gli obiettivi sanciti negli accordi di Parigi, sottoscritti nel 2016 da 175 Paesi, 55 dei quali, rappresentano almeno il 55% delle emissioni di gas serra.

editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista

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