Terremoto del 1980: quel 23 novembre dove morirono quasi 3000 persone

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Chi c’era, quel 23 novembre del 1980 ricorderà per sempre l’ora del terremoto, le 19:34. E cosa faceva in quel momento. A quei tempi i canali tv si contavano sulle dita delle mani e a quell’ora la Rai trasmetteva un tempo di una delle partite della Serie A giocate nel pomeriggio. Chi ne aveva approfittato per una gita fuori porta non poté non notare l’anomalia di una giornata calda, troppo calda per quella stagione. La terra tremò tra Avellino, Salerno e Potenza con epicentro in Irpinia a 30 km di profondità per circa 90 interminabili secondi.

Un minuto e mezzo che rase al suolo interi paesi provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte, interi paesi isolati per giorni. Oggi, a 37 anni di distanza, il ricordo di quella giornata e delle settimane che seguirono, caratterizzate da uno Stato impotente dinanzi al disastro, incapace di coordinare i soccorsi, tardivi e insufficienti nonostante lo sforzo immenso messo in campo dai volontari, è tutt’altro che sbiadito. Dei 119 comuni irpini, furono 99 quelli che riportarono danni alle strutture.

Il sisma fu avvertito pesantemente anche a Salerno città dove la gente si riversò in strada per passare la notte. Molti centri della provincia, specie quelli a Sud sono stati distrutti. In alcune zone i soccorsi arrivarono solo dopo 5 lunghissimi giorni, quando ormai era troppo tardi. La ricostruzione poi, tra costi quadruplicati e appalti truccati dalla camorra, è stata una catastrofe nella catastrofe. Ma la gente ha reagito, ha chiuso i denti e ha ricostruito.

Come resta la scossa data dall’arrivo suoi luoghi della tragedia dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una prima pagina del quotidiano Il Mattino entrata nella memoria collettiva con l’appello “Fate presto“.

Il tempo ha placato le furenti polemiche sull’erogazione dei fondi per la ricostruzione e sulle risorse destinate allo sviluppo industriale: complessivamente, per i comuni colpiti di Campania, Basilicata e Puglia, sono stati stanziati quasi 30 miliardi di euro (dati 2011 della Camera dei Deputati). Restano ancora code che riguardano le aree industriali della ex legge 219/81 e i fondi destinati ai Comuni. Ma resta soprattutto il ricordo dell’impegno dei sindaci nella ricostruzione e quello dei volontari di tutta Italia in uno scenario post bellico.

QUELLA TERRIFICANTE REGISTRAZIONE DALLA RADIO

Il terremoto dell’Irpinia del 1980 fu un violento terremoto che si verificò il 23 novembre 1980 e che colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Fu caratterizzato da una magnitudo di circa 6,9 gradi della scala Richter e del X grado della scala Mercalli con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza, e Conza della Campania. Il sisma causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti. Vi proponiamo una registrazione che riuscì a captare il terremoto. La voce del terremoto è la registrazione di una radio di Avellino dell’epoca, Radio Alfa 102. E’ l’unico audio noto del terremoto del 23 novembre 1980. Una stazione stava registrando musica folk, quando ci fu la scossa di terremoto. Ve la proponiamo.

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