Calcio: Gattuso carica Milan, fa male ma guardiamo avanti

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Ha trascorso una notte insonne “per il dispiacere”, a rimuginare sul finale che “fa più male di una coltellata”, rivedendo e studiando soprattutto i 94′ minuti della partita di Benevento che hanno preceduto il clamoroso gol del portiere Brignoli.

Poi, all’indomani del suo debutto sulla panchina del Milan, Rino Gattuso ha riunito a Milanello la squadra e tutti quelli che lavorano intorno, dai magazzinieri allo staff medico, passando per il ds Massimiliano Mirabelli, per insistere sul senso di appartenenza imposto dalla maglia rossonera, e per ammettere che stesso può aver commesso degli errori, in particolare nella gestione del finale, quando ha sostituito un attaccante con un difensore per coprire ulteriormente la squadra, rimasta in dieci.

L’ex mediano a Benevento ha rivissuto le “stesse emozioni” di un 2-2 subito nel recupero ad opera del difensore del Bayern Monaco Van Buyten il 3 aprile 2007 nell’andata dei quarti Champions, dal Milan che da lì a poco sarebbe diventato campione d’Europa. “In questo momento ho il dovere di dare tranquillità e sicurezza ai ragazzi e a chi ci circonda. Fa male ma bisogna guardare avanti.

Ho visto tante facce inc…, di giocatori a cui brucia ancora. Non stiamo facendo benissimo ma sull’impegno la squadra ce la sta mettendo tutta”, ha assicurato l’allenatore in carica da una settimana, che non è riuscito a dare subito una svolta anche perché la sfida con l’ultima in classifica ha confermato i problemi di tenuta atletica. “Per un’ora la squadra ha tenuto ritmi importanti poi è calata.

Tantissime volte potevamo giocare la palla invece che buttarla, abbiamo pensato a difendere – ha notato, intervistato da Milan Tv -. Anche io ho dato un segnale negativo, non vorrei che quando ho messo Zapata la squadra abbia percepito tutto questo. Potevo fare qualcosa di diverso, ma se avessi preso gol qualcuno avrebbe potuto darmi del presuntuoso”.

Rispetto a Montella, al debutto Gattuso ha cambiato poco, e sa di avere “parecchie cose da sistemare”. Una, ad esempio, l’ha indicata ricevendo il Tapiro d’oro di Striscia la notizia: “Solo con la lotta non si va da nessuna parte, bisogna giocare da squadra e vincere le partite”.

La speranza dell’ex centrocampista è che “qualche vittoria ci aiuterà ad avere una mentalità più tranquilla”, e in quest’ottica ne farebbe comodo una giovedì contro il Rijeka, sfida ininfluente sul futuro del Milan in Europa League. Molto più delicato è l’altro esame europeo in programma venerdì in sede Uefa, e da qualche settimana non filtra ottimismo sulla richiesta di voluntary agreement.

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