Salerno: Piazze Concordia e Mazzini, De Maio dice no alla cementificazione

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Nelle ultime ore è trapelata l’indiscrezione secondo cui nell’area di piazza Mazzini l’Amministrazione comunale intenda ridimensionare le volumetrie che, evidentemente, prevederebbe di autorizzare. Sull’argomento interessante ricostruzione del sito web Ladenuncia.it di Francesco d’Ambrosio

Così il consigliere capogruppo dell’opposizione, Roberto Celano: “Nel corso dell’ultimo Consiglio comunale sollecitammo ancora una volta l’eliminazione dal Piano delle alienazioni delle aree di piazza Mazzini, del parcheggio adiacente al Grand Hotel Salerno, di via Vinciprova e della zona del Volpe.

Dopo anni di battaglie l’ulteriore nostra richiesta, già formulate in occasione di ogni Consiglio da quando fu approvata la variante urbanistica atta a consentire sulle aree in questione una cementificazione da evitare assolutamente, stimolò finalmente la suscettibilità di alcuni consiglieri di maggioranza che si resero disponibili a difendere con noi la città nell’interesse della comunità.

L’assessore De Maio, pur non ritenendo possibile lo stralcio delle aree in questione dal piano delle alienazioni, assicurò che si sarebbe proceduto a rivedere le intenzioni dell’Amministrazione evitando di costruire sulle uniche aree del centro città ancora non cementificate.

Apprendiamo dai quotidiani che in riunione di maggioranza, riconoscendo evidentemente l’invasività eccessiva dell’intervento previsto e da noi fortemente ostacolato, abbia ora parlato del solo ridimensionamento degli interventi, pur senza specificare l’entità degli stessi.

Ribadiamo che lotteremo fino in fondo per evitare qualsivoglia edificazione con finalità abitative o produttive sulle suddette aree ritenendo necessario, semmai, la realizzazione di parcheggi sotterranei e di standard urbani con riqualificazione delle aree soprastanti. Forza Italia ed Attiva Salerno saranno impegnate energicamente a difesa di Salerno e dei suoi interessi”.

Quasi in contemporanea l’assessore all’urbanistica Mimmo De Maio chiariva il punto intervenendo all’Istituto Nautico nell’ambito di un approfondimento sullo sviluppo del porto turistico Masuccio Salernitano. “Nei prossimi giorni – ha affermato – dovremo risolvere il tema dello sviluppo del  porto turistico nell’ambito di un disegno urbanistico che riguarderà anche la macro-area delle piazze della Concordia e Mazzini strategica, nevralgica e centralissima.

Area che non potrà continuare ad essere una distesa di lamiere: la funzione di parcheggio si dovrà spostare al di sotto per riqualificare completamente la parte superficiale e per far diventare questo pezzo di città un punto di interesse urbano con la presenza di un minimo di attività complementari commerciali di rivitalizzazione. Oggi questo è il pezzo che manca nel sistema complessivo che stiamo costruendo lungo il litorale cittadino”.

Fonte La Denuncia.it

 

4 Commenti

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  • Le indicazioni riguardanti la futura sistemazione delle piazze Concordia e Mazzini mi trovano pienamente d’accordo. Esse si inquadrano in quel concetto di riqualificazione urbana che, in un contesto già abbondantemente cementificato, tende ad evitare ulteriori operazioni invasive, privilegiando sia verde e spazi pubblici sia eliminazione/riposizionamento di attività poco qualificanti, ad esempio i parcheggi a cielo aperto.
    A tal proposito ho in passato già avanzato due proposte, una per il parcheggio del sottopiazza della Concordia e una per il parcheggio adiacente al Grand Hotel Salerno.
    Per il primo ipotizzavo la completa copertura dicendo testualmente: “Si otterrebbe così un vasto piazzale aperto sul mare, a similitudine di quelli esistenti sul lungomare di Ostia (Roma). L’opera dovrebbe essere costituita da un robusto solaio di copertura sostenuto da sottostanti file di pilastri altrettanto robusti, opportunamente dimensionati e distanziati per agevolare le manovre di entrata, uscita e parcheggio delle auto. L’altezza dell’intercapedine sarebbe quella imposta dalla normativa per tale tipo di utilizzazione; similmente sarebbero realizzate a norma tutte le altre predisposizioni per la sicurezza antincendio, l’areazione del locale, l’evacuazione di emergenza, ecc. È probabile che il piano di calpestio esterno possa risultare superiore al livello attuale del lungomare. Ma si potrebbe sopperire con due/tre gradini di una larga scalinata, prendendo ad esempio ancora i succitati piazzali di Ostia. Infine, per i calcoli di robustezza della struttura, si dovrebbe tener conto anche che su di essa si continuerebbe a montare la ruota panoramica e, all’occorrenza, ad allestire il teatro all’aperto o altre manifestazioni di massa”.
    Se, come affermato dall’Assessore De Maio, si procedesse anche all’interramento dei parcheggi superficiali delle piazze Concordia e Mazzini con una contestuale idonea piantumazione di alberi, allora anche questa zona della città si arricchirebbe di una vasta e spaziosa area tale da fare da contraltare alla Piazza della Libertà di prossima apertura, situata all’altro capo del lungomare.
    Quanto al parcheggio del Grand Hotel Salerno mi ero così espresso: “Il parcheggio – interrato ma a cielo aperto – situato fra l’Irno e l’albergo rappresenta una anomalia dal punto di vista del decoro, in generale auspicabile per quell’area. Andrebbe mimetizzato con alberi di alto fusto o, meglio ancora, ricoperto creando in superficie un ampio piazzale opportunamente attrezzato per attività di agorazein”.
    Spostando l’attenzione alla mobilità, il piano urbanistico non può ignorare quanto avviene nel settore dell’area portuale, in forte sofferenza per il flusso e deflusso dei mezzi pesanti su gomma.
    Intanto, è lecito nutrire qualche preoccupazione sulla bontà e sulla funzionalità della soluzione ipotizzata per raccordare agli svincoli autostradali SA-NA e SA-RC gli sbocchi terminali della Porta Ovest. Per giunta ora i lavori registrano un ulteriore stop. La soluzione sembra di la da venire, quindi la popolazione non può rimanere indifferente e ignorare la gravità del problema. Incombe infatti anche il rischio che il viadotto Gatto cominci a mostrare crepe non più di tipo superficiale. Se quindi, come paventano i più pessimisti – ma spesso questo atteggiamento deriva da una sana dose di realismo – si dovesse arrivare ad una parziale o totale chiusura del traffico sul fatidico viadotto, allora enormi sarebbero i guai non solo per il porto ma per l’intera cittadinanza.
    Per il primo ci sarebbero forti ripercussioni negative per la movimentazione delle merci. Per la seconda disagi inenarrabili dato che le strade cittadine diverrebbero inevitabilmente l’unica alternativa per il transito dei veicoli.
    Si evidenzia così come la mancata inclusione nei piani regolatori della città di un progetto per la costruzione di un raccordo ferroviario collegante il porto con il corridoio tirrenico rappresenti una lacuna che non solo penalizza lo scalo nelle emergenze e in condizioni normali, ma può incidere anche sulla vita cittadina costretta a fronteggiare ondate di traffico non diversamente dirottabili.
    Sarebbe il caso che in consiglio comunale si esaminasse questa problematica con senso di responsabilità e con la dovuta urgenza.

  • Basta costruzioni a Salerno, città che vede ridurre costantemente il numero dei residenti!!! I cittadini, dopo l’oscenità rappresentata da piazza della libertà, vorrebbero aree verdi, fruibili e senza traffico. Per il porto, cominciare a pensare alla delocalizzazione no? E’ l’unica soluzione per salvare la città dalla morsa del traffico pesante! Altre soluzioni, gallerie o non gallerie, non ve ne sono! E poi, il porto così stretto tra mare e monti, con fondali e banchine inadeguate alle navi moderne, che futuro ha? Si sa bene che esso, per come è messo, è solo un artificio per succhiare soldi pubblici, tra continui lavori di manutenzione alle banchine, presunti ampliamenti dell’entrata di la da venire, presunti dragaggi anch’essi di la da venire, gallerie (quando si faranno?), viadotto e quant’altro. E con tanti soldi pubblici, letteralmente bruciati, il porto ha fatto la fortuna dei Grimaldi e dei Gallozzi, mentre per la collettività rappresenta una vera disgrazia.

  • Non trovo giustificabile l’atteggiamento negativo di “un cittadino salernitano” che si prefigura un percorso fallimentare per il porto di Salerno. Già si è assistito ad un crescita molto problematica – per non dire a una vera e propria decrescita – del polo industriale nell’area orientale, dopo le tante aspettative che esso aveva indotto negli anni 70-80.
    Non si può negare che la presenza dello scalo marittimo crei problemi di convivenza con la città. Tuttavia arreca anche sostanziali vantaggi in termini economici e occupazionali e non solamente a vantaggio di soli pochi operatori portuali.
    Non è poi la prima volta che si sente parlare di delocalizzazione del porto. Mi domando se si invoca tale soluzione per sentito dire o avendo dei dati di fatto su cui ragionare seriamente per valutare cosa comporta una simile ipotesi.
    Intanto è utopico e illusorio immaginare che trasformare l’attuale sito da destinazione commerciale a un uso turistico e diportistico sia ugualmente proficuo e conveniente.
    Men che mai ipotizzare lo smantellamento di tutte le colate cementizie per ripristinare le spiagge originarie.
    Ma, ammesso pure che tali operazioni siano giudicate fattibili, quale sarebbe il destino delle attività commerciali? Sparire del tutto e cancellare Salerno dal novero dei porti in grado di gestire merci e container? Oppure andare alla ricerca di un altro sito dove riavviare tali attività? E in tal caso, quali sarebbero le possibili soluzioni e quali e quanti gli oneri da investire per allocare strutture e infrastrutture necessarie per creare un nuovo scalo marittimo, senza interferire con realtà e impedimenti di vario tipo esistenti sui territori?
    Quindi, piuttosto che alimentare pessimismi inutili, occorre concentrarsi sull’esistente e auspicarne crescita, ammodernamento e potenziamenti infrastrutturali, con il completamento e/o l’avvio di lavori affidati e gestiti da imprese serie, capaci e competenti.

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