Mal di testa fatale muore a 38 anni, tre medici a rischio processo

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Giunse in pronto soccorso a Mercato San Severino con un forte mal di testa, i medici dopo averla visitata non le avrebbero prescritto una nuova terapia farmacologica né disposero il ricovero. La donna morì successivamente nell’ospedale di via San Leonardo.

Per il decesso della giovane mamma Daniela Delli Priscoli, il pubblico ministero del tribunale di Nocera Inferiore Gianpaolo Nuzzo ha chiesto il rinvio a giudizio due medici in servizio, all’epoca dei fatti presso il pronto soccorso dell’ospedale “Fucito” di Mercato San Severino e di un medico di base. I tre camici bianchi potrebbero dover affrontare il processo per la morte della giovane donna.

Daniela morì nel dicembre del 2016 lasciando tre figli, il più piccolo di soli sei mesi e questo perché nessuno dei tre sanitari, secondo l’accusa, predispose esami approfonditi per capire l’origine dei lancinanti dolori alla testa.

Per questo motivo la sua famiglia si è affidata all’avvocato Francesco Dustin Grancagnolo per vedere affermato il proprio diritto alla giustizia. Secondo il perito di parte civile, il neurologo e  medico legale Tito De Marinis, Daniela poteva essere salvata se le fossero stati fatti approfonditi esami.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la perizia della procura. Era la mattinata del 5 dicembre del 2016 quando Daniela – ricorda Il Mattino oggi in edicola – andò in ospedale a Mercato San Severino per una forte cefalea. I medici riscontrarono una grave ipertensione arteriosa, di massima gravità, e, nonostante al momento delle dimissioni, la donna fosse colta da un nuovo e fortissimo dolore, che secondo prassi doveva essere calmato con una terapia farmacologica, i medici omisero di ricoverarla e anche di effettuare una tac ed altre indagini.

Tac che, secondo quanto poi dichiarato dagli stessi sanitari, non fu eseguita perché in quel momento l’apparecchio era fuori uso. Ma non fu neanche disposto il suo trasferimento in un’altra struttura sanitaria. Ma la dimisero prescrivendole ulteriori approfondimenti diagnostici di natura ortopedica per i forti dolori al collo.

Il giorno successivo il medico di famiglia della Delli Priscoli, invece, senza una adeguata diagnosi, le prescriveva soltanto un ansiolitico, ovvero un holter pressorio per la cefalea senza considerare una diagnosi di natura vascolare o neurologica. Infatti la donna aveva una emorragia cerebrale in corso. Tant’è che nel giro di pochi giorni dalle dimissioni è tornata nuovamente in ospedale,ma questa volta al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, per non uscirne mai più viva.

Qui i medici non hanno potuto far altro che constatarne la morte cerebrale. Le sue ultime parole, nel corso della nottata, prima dell’ennesimo ricovero sono state al marito: «Portami in ospedale, non sto bene», poi in ambulanza ha perso i sensi. Nonostante il dolore per la improvvisa morte, però, il marito volle assecondare le sue volontà e chiedere nel corso della stessa nottata al giudice l’autorizzazione per l’espianto dei suoi organi che hanno regalato la vita ad altre persone.

 

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