Questa mostra rappresenta uno sforzo per rendere in qualche modo “visibile” il sostrato culturale di Elea-Velia, in parte fatto di tracce “immateriali”. Inoltre, questa iniziativa ha consentito di esporre per la prima volta molti reperti che fino ad ora erano conservati nei depositi del Parco Archeologico.
“È un momento storico per la nostra comunità – dice il sindaco di Ascea Pietro D’Angiolillo – che realizza il sogno di veder esposti i reperti di Elea – Velia nelle sale di Palazzo De Dominicis – Ricci, rendendo possibile, tra l’altro, un maggior flusso turistico distribuito sul territorio ed un percorso integrato tra cultura, paesaggio, enogastronomia. Tutto ciò contribuirà alla destagionalizzazione del turismo e ad un maggior sviluppo del nostro paese”.
La mostra illustra – attraverso videoproiezioni narrate, immagini ricostruttive e reperti – la storia e lo sviluppo della città che diede i natali a Parmenide e Zenone e allo stesso tempo offre ampi approfondimenti sui temi centrali dell’esposizione che restituiscono un quadro completo di quanto rappresentato da Velia in antico, non solo in termini di testimonianze materiali e monumentali.
Il racconto della mostra toccherà, inoltre, anche un altro aspetto per cui Velia divenne celebre in tutto il mondo antico come luogo di benessere per il corpo e per lo spirito: l’ambiente naturale in cui sorgeva la città, percorsa da acque dalle proprietà terapeutiche che alimentavano le terme, e in cui crescevano erbe utilizzate anche a scopi medici.
Il secondo piano del Palazzo sarà infine riservato al Cilento, territorio cui naturalmente Velia appartiene, con un’ampia sezione dedicata al paesaggio vegetale e alle produzioni agricole chesin dall’antichità lo hanno caratterizzato.
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