Piero De Luca su dragaggio e sviluppo del Porto di Salerno

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Costituire l’Ufficio territoriale del Porto di Salerno nel più breve tempo possibile. Salvaguardarne l’autonomia tecnico organizzativa. Valorizzarne le migliori energie, le risorse umane e professionali. Sono questi gli obiettivi principali su cui Piero De Luca, candidato nel collegio uninominale di Salerno e nel listino proporzionale di Caserta, ha posto l’attenzione nell’incontro, che si è svolto in un clima cordiale e costruttivo, con il segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale Francesco Messineo e Nino Criscuolo, rappresentante del Comune di Salerno all’interno della stessa Autorità di Sistema Portuale.
“È necessario inoltre completare gli interventi infrastrutturali attesi da anni: l’ampliamento dell’imboccatura del porto, il dragaggio dei fondali e la riqualificazione delle banchine, opere indispensabili per la crescita e lo sviluppo commerciale e crocieristico di una realtà che, ad oggi, impiega circa 2000 persone tra diretti ed indotto. Credo poi – aggiunge – che sia opportuno affrontare in modo concreto ed efficace il tema della sicurezza impegnandosi, ognuno per le proprie competenze, a contribuire per migliorare e salvaguardare le condizioni di lavoro in porto”
“Bisogna infine sostenere con forza il programma legato alla ZES, la zona economica speciale, la cui piena attuazione consentirà di avviare una vera e propria “rivoluzione industriale” nell’area retroportuale di Salerno. Così come abbiamo condiviso negli incontri svolti con tutti gli operatori portuali – conlcude De Luca – sono convinto che queste misure rafforzeranno l’intero comparto e consentiranno alla città di Salerno di fare da traino al rilancio economico del nostro territorio.”

12 Commenti

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  • Si facesse spiegare dal Comune di Salerno e dalla Autorità Portuale , che poi magari ce lo spiega pure a noi tutti ( visto che a questo marziano sfugge stranamente tutto) , perché i lavori del dragaggio non siano stati effettuati in syncro con quelli della Stazione Marittima.
    Da ritrovarci ancora, come magari avrà intuito con Minniti una desolata biglietteria al posto di una funzionale e moderma Stazione Marittima.
    De Luca jr ma lo fai o veramente ci sei?!
    Chiedi un po’ in giro se ti danno notizie, ma evita certi autogol perché la gente a Salerno, cognome o lignaggio, non ama essere presa in giro.

  • … Fatti presentare le giunte comunali questiultimi anni e, di rimando, chi ha nominato l’ultimo Presidente della Autorità Portuale.
    C’è poco da fare… questo appena apre bocca, perde voti

  • Un giorno si riempie il petto con il modello Salerno e l’altro, si interroga, in soldoni, sulla inefficienza dello stesso modello Salerno.
    Facesse un po’ di chiarezza con se stesso, ed anche con il modello Salerno visto che lo cita a prescindere, perché trasmette molta confusione.

  • Dopo il 5 marzo vedremo … penso che il PD se lo ricorderà il 4 marzo…con questi candidati….

  • È UN GENIO POLITICO,LO TENEVAMO IN CASA E NON CE NE SIAMO ACCORTI!!! UN GENIO!!!

  • Marziano, te lo spiego io il perché il dragaggio e la stazione marittima non sono andati di pari passo.
    Innanzitutto, i due progetti sono di competenza di due enti diversi, il Comune per il terminal, l’Autorità Portuale per i lavori sul fondale. È teoricamente possibile che il Comune si sia dovuto muovere in anticipo per non perdere dei finanziamenti concessi, ma questo, almeno io, non si se sia vero.
    Sta di fatto che il Comune si è mosso davvero molto (troppo?) in anticipo: il progetto esecutivo della stazione marittima è del 2005, mentre l’Autorità Portuale ha chiesto, e poi ottenuto, un finanziamento europeo solo nel 2011.
    Il vero problema è di metodo: quando sono coinvolti enti diversi, che pure sarebbero chiamati collaborare per un’iniziativa che dovrebbe essere coordinata nelle sue parti, si convocano tutte le organizzazioni interessate (incluso, soprattutto, l’ente che agisce per legge come coordinatore istituzionale locale, vale a dire la Provincia) e ci si siede tutti attorno a un tavolo comune.
    Gelosie, meschinità, beghe di cortile e appartenenza a schieramenti politici opposti (al tempo la Provincia aveva una maggioranza di centro destra) hanno impedito che questo accadesse. Ma a dirla tutta, questa modalità è una delle caratteristiche fondamentali del “metodo De Luca”: mai uno straccio di cooperazione istituzionale, mai un dialogo fra autorità nei rispettivi campi di competenza. Questo è poco consono ad un regime monarchico (in senso etimologico di “uomo solo al comando”), ancor più di una monarchia ereditaria (quest’ultimo è esattamente il motivo per cui non voterò alle prossime elezioni).
    Non solo. Rifuggire dai tavoli istituzionali e da una programmazione coordinata, permette al monarca di conseguire due risultati: 1) dare di sé un’immagine di uomo determinato e proattivo, allergico ai vacui riti istituzionali, più o meno come ai loro tempi avevano fatto Craxi e Berlusconi (ognuno si sceglie i propri modelli); 2) prefigurare un capro espiatorio (in questo caso sarebbe l’Autorità Portuale), un soggetto estraneo all’amministrazione del monarca su cui far ricadere la colpa dell’inutilità dell’opera: “Vedete? Io il mio l’ho fatto, è l’Autorità Portuale che non ha fatto il dragaggio dei fondali”.
    Ma se ti fossi mai seduto attorno a un tavolo con la stessa Autorità Portuale, la Provincia e chiunque altro istituzionalmente interessato, oggi forse avremmo avuto un terminal crocieristico funzionante, ovvero non avremmo speso soldi per un’opera per ora inutile, ma buona per far vedere quanto il monarca sia bravo e quanto la città stia crescendo. Oh, sì, eccome se cresce…
    Facile amministrare così, facile solo spendere.

  • Mi auguro che si stia comprendendo perchè Salerno è ridotta ai 130.000 residenti di oggi dai 155.000 del 1981 (dati ufficiali censimento)! Con oltre 25 anni di De Luca, a seguire con i figli (mooooolto capaci e preparati!!!!!!) ed a seguire ancora con le amministrazioni delucadipendenti (ancora più capaci….), cosa avremmo dovuto aspettarci se non la fuga dalla città? Si parla ancora di porto, dragaggio, ampliamento dell’imboccatura, di gallerie, di “rivoluzione dell’area retroportuale” (qual’è e dove è?), di “stazione marittima” (16 anni 16 di lavori per chi e per cosa?): ma il PUC di Salerno ed il piano territoriale provinciale, fin dal 2012, non prevedono la delocalizzazione del porto? Ma di cosa parla quest’altro scienziato e quelli che con fare di lecchini gli stanno dietro? Solo di una cosa sono certo: molte centinaia di milioni di euro di soldi pubblici buttati, è proprio il caso, a mare!!!!!

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