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Elezioni: cosa succede adesso? Scenari e possibile Governo

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Le elezioni politiche hanno dato il loro verdetto (anche se lo spoglio non è ancora concluso): il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, ma la coalizione di Centrodestra formata da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia è avanti. Non c’è quindi un vincitore assoluto delle elezioni, dal momento che nessuno ha una maggioranza in Parlamento che gli consenta di governare il Paese. Ecco perché per formare un Governo ci sarà bisogno della collaborazione di più forze politiche, con la possibile mediazione del Quirinale.

Ricordiamo, infatti, che spetta al Presidente della Repubblica incaricare un Presidente del Consiglio affidandogli il compito di formare un nuovo Governo, il quale dovrà ottenere poi la fiducia da parte del Parlamento. Al momento non ci sono ancora i dati ufficiali sui seggi assegnati alle forze politiche in campo, tuttavia possiamo fare riferimento alle ultime proiezioni (qui la diretta con lo spoglio) per capire quali potrebbero essere le possibili alleanze.

Quale Governo per l’Italia?

Al momento la previsione sul numero dei seggi parlamentari che saranno assegnati a ciascuna forza politica (fonte SkyTg24) ci dice che:

CAMERA DEI DEPUTATI

SENATO

La maggioranza parlamentare, quindi, non c’è, ma va creata. Ma come? Partiamo dal Senato, dove la maggioranza è fissata a 158 seggi. Impossibile una riedizione del Patto del Nazareno, dal momento che Forza Italia e Partito Democratico (il grande sconfitto di questa tornata elettorale) insieme superano di poco i 100 senatori.

Possibile – ma poco verosimile – invece l’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, con Liberi e Uguali di Grasso a fare da “mediatore”: 115 seggi per il M5S, 50 per il PD e 8 per LEU fanno 173, abbastanza per ottenere la fiducia.

Più probabile invece l’alleanza tra le forze populiste; Lega e Fratelli d’Italia che darebbero il benservito a Forza Italia per allearsi con i grillini: in questo caso il risultato è di molto superiore alla maggioranza, con circa 186 seggi (FDI ne dovrebbe ottenere circa 16).

Alla Camera dei Deputati, invece, la maggioranza assoluta è di 316 deputati. Anche qui vale quanto detto per il Senato: impossibile il Patto del Nazareno, possibile ma poco probabile l’alleanza tra Centrosinistra, LEU e Movimento 5 Stelle.

La maggioranza più plausibile, quindi, resta essere ancora quella populista formata da Movimento 5 StelleLega e Fratelli d’Italia. Ai 356 seggi di M5S e Lega, vanno sommati i circa 28 di Fratelli d’Italia: il risultato è 384 deputati, un numero sufficiente per governare e non sopperire all’opposizione formata da Partito Democratico, LEU e Forza Italia.

L’aritmetica quindi è dalla parte dell’alleanza populista, ma siamo sicuri che Lega e Movimento 5 Stelle saranno favorevoli all’ipotesi di un Governo condiviso? Lo scopriremo nelle prossime settimane con la speranza che una decisione in merito venga presa il prima possibile.

Possibile Governo di scopo

In caso di impasse, comunque, spetterà al Presidente della Repubblica intervenire. Qualora infatti ci si renda conto che non è possibile formare un Governo che ottenga la fiducia del Parlamento, ci sarebbero delle strade alternative da intraprendere: la più plausibile è quella di un Governo di scopo per l’elaborazione di una nuova legge elettorale e lo scioglimento anticipato delle Camere.

Come prevedibile, infatti, il Rosatellum-bis si è rivelato inadeguato per il nostro Paese, dal momento che dal risultato delle elezioni ne esce un Parlamento diviso dove nessuna forza politica ha i numeri per governare.

Ecco perché il Presidente della Repubblica Mattarella potrebbe decidere di incaricare un Governo di scopo con il solo obiettivo di elaborare una nuova legge elettorale; dopodiché ci sarebbe lo scioglimento anticipato delle Camere e gli italiani sarebbero chiamati nuovamente alle urne (la data più probabile è ottobre 2018).

Ma siamo sicuri che i neo parlamentari sarebbero disposti ad abbandonare anticipatamente il seggio appena ottenuto? Certo, per loro sarebbe una sconfitta, specialmente per i grillini al secondo mandato che non sarebbero più candidabili (secondo il regolamento interno del M5S). Uno di questi è proprio Luigi Di Maio che uscirebbe di scena dopo pochi mesi dal suo successo – seppur parziale – alle urne). Ecco perché l’ipotesi di una coalizione non appare più così improbabile.

 

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