Non ci avete fatto niente (di Tony Ardito)

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Ci sono memorie così radicate nel profondo di ciascuno di noi che nulla, neppure un oltraggio potrà mai scalfirle, anzi.

E’ dunque deplorevole, oltre che infame, il voler imbrattare monumenti nel tentativo di sporcare la testimonianza ed il ricordo di quanti sono caduti nell’adempimento del proprio dovere.

Come è accaduto qualche giorno fa a Roma, in via Fani, il luogo dove il 16 marzo 1978 le Brigate Rosse sterminarono la scorta di Aldo Moro. Gesti questi che nessuno può azzardarsi a derubricare a meri eccessi, o ragazzate emulative ad opera di qualche invasato.

La risposta è arrivata immediata e netta, poche ore dopo aver scoperto il misfatto, il Comune di Roma ha provveduto a far ripulire la lapide. Subito la foto della stele tornata candida è ribalzata sui siti delle agenzie di stampa e sui social.

Gero Grassi, anima della II Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul caso Moro, evocando la canzone vincitrice di Sanremo 2018, ha commentato con un lapidario: “Voi non ci avete fatto niente”.

Lo sfregio compiuto sui nomi dei caduti delle Forze dell’Ordine, Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi non è un gesto isolato. Circa un mese fa la base della lapide era stata già imbrattata con una scritta inneggiante alla morte delle Guardie. In quella circostanza però lo scempio fu rappresentato da simbologie di altra natura: due svastiche disegnate con lo spray nero.

Prima ancora, in occasione dell’anniversario della morte di Marco Biagi, il giuslavorista assassinato a Bologna nel 2002 dalle Nuove Brigate Rosse, altre scritte erano apparse sui muri della facoltà di Economia della Università di Modena.

Gesti e provocazioni che si qualificano da soli; così come le parole pronunciate dalla terrorista, Barbara Balzerani, componente della colonna brigatista che gestì il sequestro dello statista democristiano e lo uccise 55 giorni dopo. La donna alla vigilia delle celebrazioni in onore dei caduti di via Fani non ha trovato di meglio da fare che offendere i parenti dei cinque uomini trucidati, sostenendo che fare la vittima è diventato un mestiere.

Tutto ciò è stato bollato trasversalmente come vergognoso ed intollerabile. Accadimenti deprecabili che non vanno però sottovalutati e devono indurre le Istituzioni preposte, e pure noi cittadini, a cogliere ed interpretare meglio gli strani fermenti che, per quanto episodici stanno toccando il nostro Paese, anche sul mai sopito versante internazionale. Occorre elevare il livello di attenzione e reagire tutti insieme in modo tempestivo, efficace, incisivo.

Niente paura.

A cura di Tony Ardito

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