Lotito carica la squadra nello spogliatoio, lo rivela Il Mattino

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In silenzio stampa con i giornalisti Claudio Lotito avrebbe parlato e tanto con i calciatori nel chiuso dello spogliatoio. Lo scrive Il Mattino oggi in edicola svelando alcuni retroscena che riguardano il co patron all’Arechi in occasione di Salernitana – Novara.

Eugenio Marotta rivela che Lotito prima e dopo la partita vinta con i piemontesi, assieme a Marco Mezzaroma ha parlato al gruppo granata. Lotito prima ha caricato a dovere Tuia e compagni e poi ha fatto capolino di nuovo nel ventre dell’Arechi per complimentarsi con la squadra. Non solo. Si scopre anche un Lotito scaramantico, determinato e fiducioso per il futuro.

Come a Fiuggi (prima della gara con il Frosinone), Lotito ha ribadito concetti già espressi:  «Abbiamo sempre creduto in voi – disse ai suoi uomini alla vigilia del match contro i ciociari –e sono certo che farete bene anche contro il Frosinone».
Detto, fatto.

Anche contro il Novara la squadra ha risposto presente–grazie ad un gol proprio del suo capitano –e si è meritata i complimenti della proprietà a fine partita.

«Questo dimostra – il sunto del discorso di Lotito al gruppo dopo il successo contro i
piemontesi e riportato da Il Mattino – che questa squadra può giocarsela alla pari con tutte.
E sono certo che in questo finale di stagione potremo toglierci e potrete togliervi tantissime soddisfazioni. Noi abbiamo creduto sempre nel gruppo e ora cominciano e vedersi anche le individualità di ognuno di voi che emergono e che sono il frutto di un lavoro portato avanti da tempo. Io e mio cognato abbiamo investito e tanto su di voi e siamo certi che arriveranno ancora tante cose buone».

Giovedì Salernitana di scena in casa della capolista Empoli. Dopo due blitz del multipatron non è escluso un terzo prima della gara del Castellani contro una delle squadre più forti del campionato.

 

22 Commenti

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  • Lotito non è il nostro presidente. Non ci dimentichiamo le sue dichiarazioni durante la campagna elettorale..

  • Ma che doveva dichiarare forza salernitana votatemi . Certe volte fate ridere

  • Lotito il tempo è finito. 9 punti e dovrai esporre il tuo piano per la Salernitana altrimenti fuori dalle scatole. A partire dall’anno prossimo nessun legame con la Lazio sarà accettato, il signor Fabiani deve essere mandato via e soprattutto si deve mettere su un progetto che dia credibilità e futuro a questa società. Nessuno vuole la A, ma una squadra con giocatori di proprietà che nel tempo possa arrivare a qualche risultato. Basta scarti, basta prestiti, basta babbá stile Parma, basta squadre fatte all’ultimo momento. Non siamo la squadra B di nessuno e se non ci sarà chiarezza bisogna riservare a questo signore lo stesso trattamento che fu riservato a Casillo, contestazione e diserzione. Ai tifosi lotitiani, andate a guardare la storia di questa società e smettetela con le vostre menate, i servi non sono tifosi e la categoria non vale la dignità. Dite di essere tifosi, andatevi ad ascoltare cosa diceva il Siberiano di Casillo quasi 25 anni orsono e poi andatevi a nascondere.

  • Meno male che…non gli hanno dato retta ed hanno invece vinto! Sempre e solo Forza Salernitana

  • E non solo finchè ci sarà lui a capo della gloriosa società granata perderemo sempre più spettatori, ci ha fatto perdere anche la passione…….vai via!

  • Giusto Lotito deve essere sempre contestato a prescindere per tutte le volte che ci ha offeso.Meglio fallire che stare con una società che ti prende sempre in giro.

  • Nemmeno Lombardi è stato “capace”di far allontanare tante persone dallo stadio!Ci vuole rispetto per SALERNO e i SALERNITANI !!!Ed un minimo di programmazione,mai società satellite di nessuno!

  • Il consiglio a tutti i lotitiani è di andare a cercare su youtube la puntata di Salerno nel pallone del 24/02, minuto 8:18. Ascoltatele bene le parole del Siberiano in quel video, magari imparate cosa significa essere tifosi e la finite di dare addosso a chi vuole davvero il bene di questa squadra.

  • Lotito purtroppo ha vinto soprattutto per la mancanza di una vera tifoseria,quella che una volta davanti a certe dichiarazioni e mancanze avrebbe preso certe e durature posizioni.A Lotito questa dispersione del tifo,questa apatia che lui ad arte a creato sta bene,per lui i 5000/6000 che domenicalmente vanno allo stadio gli permettono di stare in attivo per quello che spende ogni anno.

  • La salernitana è nostra, sì, idealmente e nel cuore! questo vale per i tifosi di tutte le squadre al mondo, quelli veri che fanno il proprio dovere, tifare allo stadio, ma se non ci fossero quelli che ci mettono i soldini il pallone non rotolerebbe e le squadre non esisterebbero cari miei altro che nostra!, benvenuti alla realtà GUFI! SOLO PER SALERNO.

  • x la corte dei miracoli ma tu sei sicuro di averle capite bene le parole di Carmine? Voi che fate da una vita i paladini dell’essenza dell’essere tifoso e credete che tutti gli altri vengano dalla luna, vi ricordate che all’epoca Casillo diceva che della gente allo stadio lui se ne fotteva perché il padrone era lui, e quindi andavamo o non andavamo per lui era indifferente? La Salernitana è di chi la ama, e chi la ama la segue, poche pugnette. Chi va allo stadio non è un fan di Lotito ma della Salernitana e siamo arrivati all’assurdo che i 7000 di adesso, che magari c’erano anche ai tempi del Budoni e del Fidene, vengono accusati di essere schiavi della categoria da quelli che non vanno allo stadio perché non possono sognare di salire e dall’alto della loro sapienza danno per scontato che non retrocederemo mai. Fate meno i professori e i paladini della dignità; meglio la C che la Lazio B, meglio falliti che schiavi di Lotito…se se, tanto lo sappiamo che in caso di lega pro saremo i soliti 4000 più quelli dei derby e delle partite promozione. Se citate il Siberiano cercate almeno di capire il senso delle sue parole senza sparare sentenze a cazzo. Disertare a obiettivo raggiunto è un conto, farlo a partire dalla quarta di campionato e in partite che valgono per la salvezza vuol dire fregarsene della Salernitana. Abbiate almeno la compiacenza di tacere, è una vita che fate questo.

  • Tu che ne sai? Sai con chi parli? È stato detto che non vado allo stadio? La dignità caro mio non si scambia, per una semplice ragione: abbiamo 100 anni di storia e con o senza Lotito si andrà avanti. Dalle tue parole si capisce che tu sei preoccupato per la categoria, non per il degrado. Ti dico una cosa: l’anno scorso il tuo grande presidente ha venduto Coda perché mastro babbá ha fatto 1.5 milioni di debiti in commissioni ai procuratori. Quest’anno chi vederemo per apparare le magagne? Non ricordi come fallí Lombardi? Voi non siete capaci di guardare niente altro che la palla di pezza e pensate che la cattiva gestione di una società non ti possa portare a giocare col Budoni di nuovo. Contestare Lotito, indipendentemente da andare allo stadio o no, è volere il bene della Salernitana. Di questo passo si fallisce o si finisce con la maglia celeste: forse dunque chi non ha capito le parole del Siberiano sei tu. La Salernitana è dei salernitani, chi ci tiene in ostaggio non è gradito. Lotito parla esattamente come parlava Casillo. Smettetela con ste sparate dei 6-7000, se andate allo stadio e spegnete il cervello, mi dispiace siete sempre e solo schiavi. Pagare il biglietto non impone automaticamente avallare questo schifo.

  • Bravo Vicienz, hai fatto bene ad usare la parola Gufi. Mi ricordo che la usavano quelli che difendevano Lombardi….e poi si è visto. Usate il cervello e smettete di ripetere a pappagallo le idiozie di regime. Guardate come viene gestita la Salernitana e chiedetevi se non rischiamo di fallire di nuovo. I soldini ce li mettono anche i presidenti delle altre squadre, ma non umiliano i tifosi in questo modo. La squadra di Lotito è la Lazio, noi saremo sempre e solo i figli sfigati. Onestamente io non sono convinto che se la società vuole vendere, soprattutto per un prezzo equo e se non ci sono debiti pregressi, nessuno se la prenda. Non arrivano gli sceicchi questo no, ma una società sana uno tipo Vigorito potrebbe prendersela.

  • Ho ascoltato adesso il video. Cito: “Una squadra di calcio è patrimonio della città, non è un patrimonio di questo Casillo. Questo Casillo a Salerno non l’ha chiamato nessuno. È venuto lui, ha preso la Salernitana e ci vuole comandare (…) Se vuole essere il presidente della Salernitana deve farlo solo per la Salernitana, non vogliamo una persona che ci deve comandare (…) non ci serve un mammasantissima che ci dice se volete venire venite, se no statv a cas”. Togli il nome Casillo e mettici Lotito, vedi differenze? Pensi che sia meglio dire avete i vizi da generale e la paga da soldato? Pensi che il Siberiano avrebbe accettato il richiamo alla Lazio sulla nostra maglia? Smettetela di credervi paladini, ci sono tifosi storici che da anni non vanno allo stadio e la maglia della Salernitana la hanno come seconda pelle. Poi ci sono quelli che vanno allo stadio e devono vantarsene e cantano: “noi abbiamo un direttore che ci porta in serie A”, dimenticando che è lo stesso che ti ha fatto fallire con Lombardi.

  • Troppe dietrologie, che saranno anche vere, ma la verità più importante é una: se c’è l’ambiente e la storia (vedi Milan, Inter, Parma) saremo attraenti e ci saranno presidenti ambiziosi, questo o altri. Salerno sportiva con la città che cresce, come dice un vecchio tifoso della tribuna, è una bomboniera d’oro. Sappiamola e sappiamoci conservare.

  • ma chi lo ha lodato sto Lotito, chi vi dà il diritto di chiamare lotitiano chi va allo stadio sempre, Lotito o non Lotito, Lombardi, Aliberti e chi volete voi. E’ dall’80 che seguo i colori granata andando allo stadio, ero in curva a Pescara quando Marulla ci mandò in C e a Piacenza quel pomeriggio, forse ho visto più partite io in trasferta che qualcuno di voi in casa. Ho titolo a parlare o lo decidete voi chi è tifoso e chi no? Mi sono riferito solo ed esclusivamente all’ atteggiamento della tifoseria, qui nessuno ha mai lodato Lotito. Voi dimenticate sempre una casa fondamentale, che a differenza di Casillo che ci era venuto, questi due signori sono stati chiamati e i motivi li sappiamo tutti ma adesso nessuno lo ammette. Le promesse a vanvera di 20 mila spettatori, gli stadi pieni nei derby e nelle partire promozione e vuoti quando si perde sono fatti, non chiacchiere. Avete la capacità di stabilire a inizio campionato che non retrocederemo e non saliremo, quindi il fatto non è il vostro. Però sette anni fa nessuno ha avuto la capacità di capire che il presidente della Lazio non l’avrebbe mai lasciata per la Salernitana. Vi arrogate il diritto di stabilire in quale categoria dobbiamo giocare e se deve vivere o morire. La categoria non conta ma se il Benevento fa la A noi non possiamo fare la B a vita; la dignità prima di tutto ma con i biglietti a 3 euro tutti allo stadio; vi siete venduti per una B, poi il lega pro senza sky 2000-4000 persone per 3/4 di campionato. Ovviamente la cosa non vi tocca perché voi per il bene della Salernitana fate pure il sacrificio di non andare allo stadio. State sicuri che chi si è offeso per le parole del romano, se l’anno prossimo per miracolo fa lo squadrone, si mette la coda in culo e va a festeggiare, a partire dai contestatori di oggi. La cosa ovviamente non riguarda voi, che certamente per coerenza rimarreste a casa anche in caso di vittoria. Personalmente la cosa non mi tocca perché io allo stadio ci vado, ci sono sempre andato e ci andrò ma perché è il mio modo di intendere l’essere tifoso a prescindere dai presidenti. Con una categoria da salvare il Siberiano non avrebbe mai disertato gli spalti, ma sicuramente sarà come dite voi tifosi doc. Se si parla dei 2 fallimenti, di imprenditori che non esistono, di un’economia ridotta a zero e dei famosi 30 anni di C la gente si offende ed escono i tifosi storici che insorgono e per salvare l’onore della città da casa, da dietro il pc e davanti al bar invitano gli altri a disertare.

  • e’ dal lontano 1980 che sento di tifosi storici che hanno il granata come seconda pelle e non vanno allo stadio per il bene della Salernitana. Ci sono sempre stati motivi più o meno seri per contestare i presidenti e per disertare, e in entrambi i casi il tifoso salernitano non si è fatto mai pregare. Nonostante tutto siamo falliti lo stesso e o per strumentalizzazioni politiche, o per mancanza di valide alternative (o per tutte e due le ragioni) siamo andati a finire in mano alla peggiore proprietà possibile per chi ama la Salernitana: uno speculatore freddo e senza passione, ma pur sempre uno che ci ha messo soldini propri (magari spendendoli male) e che ha avuto il merito di portarci nel calcio professionistico. Ora, nella posizione dei contestatori intransigenti qui sopra io colgo tantissime contraddizioni, a partire dall’accusa fatta a chi la vede diversamente da loro di essersi venduti per un tozzo di pane (la serie B) e nel contempo lamentare, giustamente, di non poter sognare prospettive migliori con l’attuale assetto societario (laddove per migliori credo di intenda promozione in A, non certo la retrocessione). Quanto agli appelli alla dignità anche a costo di rinunciare ai traguardi sportivi e alla stessa sopravvivenza del calcio professionistico, il modestissimo seguito di cui l’attuale Unione Sportiva Salernitana ha goduto nelle serie minori (alle quali, prima di Fabiani,l’incapacità, l’inconsistenza e l’indifferenza della classe imprenditoriale salernitana l’avevano relegata) fino al raggiungimento dei primi successi, mi sembra sconfessino tale teoria. Analogamente, l’andamento statistico delle presenze degli ultimi 30 campionati dimostrano abbondantemente che, a dispetto delle dichiarazioni di principio e gli altissimi valori evocati dai contestatori, l’ago della bilancia rispetto alla vicinanza della tifoseria alla squadra sia sempre stato solo uno: i risultati. Valutando i 100 anni di storia della Beneamata mi viene poi da considerare che le forme di protesta attualmente invocate ed in parte adottate, non abbiano mai prodotto alcun risultato. Ho l’impressione poi che da quando il grande sacrificio di rinunciare a seguire dal vivo la propria squadra sia sensibilmente alleviato da sky, tale forma di protesta sia adottata da un numero sempre crescente di persone quando prima, ai tempi del compianto Carmine Rinaldi detto Siberiano (che casualmente viene evocato quando si tratta di contrapposizione alle società ma mai quando si tratta di sostegno alla squadra), essa rappresentava davvero l’ultima ratio. Ognuno è libero di fare le proprie valutazioni, ma possibilmente rinunciando al facile esercizio di rivolgere all’altro accuse di fariseismo e collusioni con la società e soprattutto evitando di auto proclamarsi il prototipo dell’unico vero tifoso al cospetto di chi, spesso turandosi il naso, contribuisce da anni non solo idealmente ma anche concretamente (leggesi finanziariamente) alla causa granata.

  • Io credo si stia facendo una grande confusione. Il discorso non è il sostegno alla squadra, quello non manca, ma non va confuso con il contestare una società che opera male, con arroganza e senza alcun rispetto. Una squadra onora la città che rappresenta, potete dire in totale onestà che questa squadra onori il nome di Salerno, quando tutti sanno che siamo ridotti ad una squadra B? Ma sapete cosa sono le squadre B? Ma vi fa piacere sentire un fesso come Tounkara prenderci in giro? Io non dubito che siete anche voi tifosi e che avete sofferto, qui il rispetto reciproco non è in dubbio e non c’è la caccia all’infiltrato, per essere chiari, ma voi davvero potete accettare quello che stiamo vedendo, incluso il personaggio che ci ha infangati e fatti fallire con Lombardi? Lotito, e mi dispiace Baronissigranata ma ai fatti ti sbagli, ci è venuto di propria spontanea volontà e all’epoca altri imprenditori c’erano. Ha mentito a tutti, perché nessuno gli avrebbe dato la Salernitana se avesse detto che ci avrebbe fatto diventare una squadra B della Lazio. Il Siberiano è stato citato in un contesto specifico e nel discorso su se Lotito vada o meno contestato. Non create confusione, andare allo stadio, non andarci, qui conta la Salernitana. Il bene della Salernitana non è questo.

  • Lotito lo abbiamo chiamato? Chi tu? Ci è venuto lui e solo perché gli conveniva. In serie A non ci puoi andare e lo squadrone pure se lo fa, comunque non cambia la sostanza. Prima dici che gli altri criticano i tifosi, poi lo fai tu senza rispettare gli altri e continuando ad esporre titoli. Francamente che eri in curva a Pescara con Marulla non conta niente se poi fai il discorso: non contestiamo sta società che ci butta m… in faccia, che poi se no magari torniamo in C. Qui il problema non è decidere niente, questi qui sono venuti qui a prenderci in giro e a fare i loro comodi, a fare babbá e a fare crescere i ragazzini di una squadra di burini. Ai veri tifosi questo non può stare bene per una ragione: che si vinca o che si perda va fatto sudando la maglia. È questo che i tifosi chiedono di solito. Non si può continuare a fare campionati fatti di partite sospette, di pareggi e sconfitte ad hoc quando si inizia a parlare di obiettivi. Stranamente quando la squadra si è poco poco avvicinata alla zona retrocessione abbiamo subito rivinto quelle 4-5 partite per salvarci. Tu non vai oltre la palla di pezza, io ricordo oltre alle vittorie e le sconfitte anche le volte che siamo finiti in tribunale, stile Potenza, e a me francamente vedere una squadra allestita con tanta approssimazione da non avere manco lo stemma sulle maglie mi fa incazzare come una belva. Contestare non significa necessariamente distruggere, significa solo dire: così non può continuare, cambiamo musica e ci dite cosa vogliamo fare o ve ne andate? E basta dire che nessuno se la prende, una società di B, senza debiti credo che sia accettabilmente appetibile, almeno da imprenditori che sanno il fatto loro. Nel calcio girano una quantità di soldi sufficiente.

  • x il professore delle 11.14: se uno si mette sul piedistallo definendosi tifoso storico e ritiene di essere depositario della verità assoluta, il minimo che si debba aspettare e che qualcun altro gli faccia notare che volendo, potrebbe fregarsi dello stesso titolo. Qui quello che è in discussione è il modo di intendere l’essere tifoso, è questo non ha niente a che vedere con l’essere pro o contro Lotito, ma mi sembra che il ragionamento non sia stato colto. Cerco di spiegarmi meglio: per me il sostegno agli 11 ragazzi che vanno in campo viene prima della contestazione al presidente, al ds o alla proprietà chiunque essi siano. La contestazione è giusta quando viene meno l’impegno dei calciatori, diventa sacrosanta quando ci sono responsabilità dirigenziali specie se dolose; ognuno può esercitarla nel modo che ritiene più opportuno (e in passato le modalità sono andate dalle maniere forti agli striscioni e i cortei). Ma disertare è un atto vile, soprattutto quando ci si gioca una categoria per la quale tante generazioni di tifosi, compreso il compianto Carmine che adesso tutti chiamano in causa, hanno sofferto per una vita. La considero una cosa umiliante al pari delle offese di Lotito. Perché? Perché per me la Salernitana rappresenta Salerno nei confronti dell’Italia (e con internet del mondo) e fa parte integrante della mia identità da 38 anni (anche se qui il tifoso storico sei tu). Per me chi priva del proprio supporto la squadra che ama per contrapporsi alla proprietà, giuste o sbagliate che siano le motivazioni, si mette in una posizione diversa da quella del tifoso; ognuno può definirsi tifoso ma la passione per dei colori deve anche esprimersi in concreto, con la presenza e anche con un esborso economico (anche minimo) oltre che affettivo, altrimenti diventa francamente difficile accampare delle pretese. In questi 38 anni di passione, amarezze e pochissime gioie mi sono anche convinto che questa contrapposizione tra presidenti fetenti e traffichini e tifosi ingenui e puri d’animo nasconda tanta ipocrisia. Tutti questi grandi principi, la coerenza, l’onore, la dignità (che dovrebbero essere pretesi con la stessa forza anche in altri campi viste le condizioni in cui versano la nostra città e la nostra comunità), saranno puntualmente messi nel cassetto al primo traguardo raggiunto, anche il più effimero. Così come ogni successo sarà dimenticato al primo fiasco. E’ successo tante volte e succederà ancora. Se a Salerno venisse il presidente più onesto e garbato del mondo e ci facesse retrocedere sarebbe contestato 1000 volte più di Lotito e all’Arechi il sabato potrebbero farci anche il mercato. Questo è sicuro come la morte, e sono certo che tra coloro che la seguirebbero anche in disgrazia ci sarebbero i 6-7 mila attuali e non i tifosi storici, che storicamente si astengono quando le cose precipitano. Sull’efficacia attuale e in prospettiva della guerra ad oltranza alla proprietà con l’uso dell’arma della diserzione (che secondo me nasconde tanta ipocrisia mascherata da amore incondizionato) poi ci sarebbe da discutere tanto; i fatti dimostrano che non ha contribuito a salvare né la dignità della tifoseria, né la categoria, né l’esistenza stessa della Salernitana. Oltre ad attribuire con molta facilità etichette di filo societari e collusi col potere a chi non la pensa come te, vedo che ti ritieni anche uno in grado di vedere lungo: hai citato due volte la palla di pezza a sproposito dando l’impressione di conoscere tutti i retroscena dell’arrivo di Lotito a Salerno. Dall’alto della tua lungimiranza non hai colto il ruolo che ebbero, in quell’occasione, l’attuale governatore della Campania (che proprio in quel periodo si apprestava a dare vita alla sua terza sindacatura), e da un certo esponente politico salernitano casualmente appartenente allo stesso partito di Lotito e all’epoca molto vicina all’attuale co-patron? L’aver affidato la Salernitana a un personaggio di livello nazionale come Lotito, con il placet della maggior parte dei tifosi, fu un’altra medaglia che l’allora il sindaco si appunto sul petto, lo ricordo bene ma molti hanno perso la memoria. Adesso, credere che non ci fosse dietro una manovra di propaganda che dovesse prevedere dei “ritorni”, mi sembra molto ingenuo per una tifoseria “tagliata” come la nostra, che quanto a dietrologia non è seconda a nessuno. Secondo te Lotito si sarebbe venuto ad impelagare in un ambientino come il nostro per fare babbà e campare alla giornata perché improvvisamente folgorato dal colore granata? L’atteggiamento che ha avuto dal 2011 ad oggi è sempre stato quello di uno che è venuto a farci un piacere, e ora che la categoria richiede degli esborsi, fa di tutto per non rimetterci. Ho motivo di credere che il pacere lo abbia fatto davvero, a chi mi sembra facile capirlo; così come mi sembra chiaro che stia cercando una strategia d’uscita. Sento ancora di chi parla di fantomatiche cordate e di imprenditori più seri disposti all’epoca a rilevare la Salernitana; si è arrivati addirittura a rimpiangere il mancato acquisto del titolo da parte di Lombardi (non Antonio, quello di Scafati), uno che stava per far retrocedere la Casertana dalla lega pro. Credo sia tu che in un altro post hai attribuito le colpe del fallimento di Lombardi (questa volta Antonio) ai babà di Fabiani (che non dubito ci siano stati), ma ti risulta che le casse della società dell’impresa del costruttore di Vallo fossero floride prima dell’arrivo del “pasticciere”? Hai dimenticato tutta la vicenda del progetto di ristrutturazione dell’Arechi e della costruzione di un mega centro commerciale, tramontato il quale Lombardi cominciò a perdere libretti di assegni e la Salernitana andò a gambe all’aria? Mi scuso per essermi dilungato e spero di aver chiarito l mio pensiero.

  • Non voglio entrare nella parte della tua risposta all’altro utente, però permettimi di risponderti su un paio di cose baronissigranata. Credo che tu stia continuando ad ignorare il punto della questione, la società, mettendo sempre in mezzo le questioni strettamente legate alla passione per la squadra. Se il calcio a Salerno sparisce fuori dal campo, il sostegno dei tifosi è inutile. Inoltre se questo degrado continuerà, il calo di passione allontanerà le nuove generazioni. È inevitabile. Sappiamo tutti in che direzione va il calcio moderno e il modo di concepire il calcio. Su Lombardi ti rispondo: non era ricco, ma prese una società da 0 senza debiti, poi dopo un paio di anni senza eccedere, Fabiani gli fece spendere 8.5 milioni di euro per un misero campionato di C vinto con un illecito sportivo. Fallimmo per una cifra di poco superiore, quindi è ovvio che Fabiani abbia molte colpe. Lombardi non brillava per intelligenza o per trasparenza (vedi storia degli assegni o Cala), ma all’epoca c’erano tanti tifosi che si autodefinivano “storici”, che azzannavano chi si permetteva di contestarlo. Anche Lombardi aveva i suoi piani e aveva ragioni di comodo per prendere la Salernitana, come tutti. Veramente pensi che c’è gente che investe senza pensare ad un tornaconto? Stessa cosa vale per Lotito, uno che non caccia un centesimo se non può recuperare 10 euro. Pensi sul serio che sia qui per favore a qualcuno e non si sia fatti due calcoli su cosa gli può dare una squadra B per la sua Lazio o quale plusvalenza potrebbe eventualmente fare cedendo una società presa a 0 e portata in B spendendo 4 soldi? Fatti una domanda: se per assurdo la Lazio retrocede, noi che siamo la squadra B e non possiamo giocare nella loro stessa categoria, se non saliamo, dove finiamo? Se capisci la domanda capisci anche perché in questo momento due domande sul futuro bisogna farsele. Non ci sono risposte facili, ma non siamo obbligati ad accettare questo degrado. Lotito non ha esattamente il coltello dalla parte del manico. Le squadre sono aziende, non le puoi abbandonare così e non puoi nemmeno farle fallire, se no vai in galera (o prescritto come probabile in Italia). Ci fa retrocedere? Ci fa fallire? I soldi sono suoi e non credo ci tenga a perderne. Per questo si inizi a contestare, se va bene ci toglie il cappio della Lazio e finalmente ci gestisce come una società vera, se no vende, sperando che il pasticciere non ci abbia riempito di debiti e che chi verrà capisca che bisogna creare un progetto basato su spese sostenibili e competenza. Oggi per avere i risultati serve molto di più di 11 giocatori in campo e una curva piena a cantare canzonette.

  • ho detto e ribadito che condivido pienamente tutte le riserve sulla gestione Lotito e non sono talmente ingenuo da ritenere che sia venuto a Salerno per fare della beneficenza. Mi sembra di aver sostenuto l’esatto contrario: è venuto certamente perché sollecitato, da chi l’ho già detto, ma ha preteso delle contropartite che evidentemente nel corso degli anni non sono arrivate. Alcune delle contropartite promesse in cambio dell’acquisto del simbolo, della denominazione e del ritorno nel calcio professionistico hanno riguardato presenze, abbonamenti e incassi. Se chi ha fatto quelle promesse ne avesse titolo non lo so; se esse prevedessero un’appendice riguardante l’allestimento di un organico in grado di puntare ancora più in alto (o piuttosto ciò fosse implicito) neanche; se poi vi fosse la condizione della futura rinuncia alla Lazio lo ignoro; mi limito a considerare che solo a un bambino sarebbe potuto sfuggire che quello della multiproprietà fosse, sin dall’inizio, il primo nodo da sciogliere. Sull’esistenza di altre contropartite di tipo extracalcistico riguardanti le attività imprenditoriali del co-patron – argomento sul quale pure sono state fatte molte illazioni – non mi esprimo perché non ne ho prova. Ora, chiunque sia dotato di un minimo di obiettività credo possa agevolmente capire quali degli impegni assunti all’epoca siano stati onorati e quali no. A me pare che con Lotito sia stata preferita la classica gallina oggi piuttosto che l’uovo domani, e i chiari limiti in prospettiva del progetto siano stati volutamente ignorati fin quando si vincevano campionati in sequenza. Quando i patti vengono disattesi ma da una parte c’è un singolo (Lotito) e dall’altra una moltitudine (la tifoseria), le responsabilità del singolo vengono facilmente individuate mentre quelle della moltitudine svaniscono perché nessuno si sente vincolato da alcun impegno né di essere rappresentato da colui o coloro che quegli impegni li hanno assunti. Ribadisco ancora una volta che quello che non condivido non è la contestazione ma tempi e modi della stessa, e penso di aver già chiarito perché. Ciò che proprio non riesco a tollerare è l’ipocrisia delle anime belle che hanno scoperto il problema della multiproprietà solo da quando abbiamo smesso di vincere campionati, di quelli che affermano di preferire l’onore di una tifoseria alla conservazione di una categoria e puntualmente spariscono dai radar dopo le retrocessioni per ricomparire dopo le promozioni, di quelli che disertano e accusano quelli che non disertano di essersi venduti per una B dimenticando che Napoli è a 50km e Benevento a 70. Se tu ritieni che la soluzione al problema sia la diserzione sei padrone di pensarlo, io non sono dello stesso parere. Io credo che la diserzione sia il paravento dietro il quale si nascondono disaffezione, opportunismo e ipocrisia, caratteristiche comuni, in percentuali variabili, a tutte le tifoserie italiane. A dispetto dei grandi ideali sostenuti, i contrasti tra presidenti e tifoserie finiscono sempre quando arrivano i risultati. Lotito ha offeso la tifoseria laziale anche peggio di quanto abbia fatto con la nostra, ma quando invece dei piazzamenti nella medio-bassa classifica sono arrivate le coppe Italia le qualificazioni in Europa la gente ha ripreso ad andare allo stadio. Questo chiama in causa il tema della passione per la squadra che tu dai per scontata, e che per me scontata non è affatto. Io il problema l’ho risolto alla radice dando la priorità alla mia necessità e volontà di essere vicino alla squadra, perché se prima di fare il biglietto avessi dovuto fare mente locale sulla solidità e sulle prospettive future delle società, l’avrei abbandonata 20 anni or sono. Al di là delle considerazione morali, sul piano pratico la diserzione (perché è a questa che mi oppongo, non alla contestazione) avrebbe un senso se gli incassi avessero sul bilancio di una squadra il peso percentuale che avevano prima dell’entrata in scena delle pay-tv e se, nel caso nostro, tra i patrimoni delle due società non ci fosse una sperequazione tale da permettere a Lotito, con la vendita di un solo giocatore della Lazio, di incassare dieci volte quanto incasserebbe vendendo la Salernitana a un prezzo che in molti valutano esorbitante (i famosi 14 milioni di cui si parla). Il fatto che né le contestazioni né le diserzioni siano servite, a Salerno come altrove, ad impedire i fallimenti mi sembra oggettivo; che questa forma di protesta (ammesso che di ciò si tratti e non di un semplice allontanamento dovuto all’azione combinata tra carenza di risultati e pay tv) possa servire ad indurre Lotito a cedere la società se il suo scopo è quello di lucrare sulle plusvalenze e valorizzare giovani di proprietà della Lazio, mi sembra alquanto improbabile. Quello di cui sono certo è che diffondere in giro per l’Italia le immagini di uno stadio semivuoto nel pieno di un campionato in cui si lotta per non retrocedere, non contribuisca ad attrarre alcun interesse da parte di un potenziale investitore che fosse intenzionato a rilevare la società dalle mani dell’attuale proprietario. Quale migliore plusvalenza che quella di vendere a tanto una società acquistata a poco, la cui gestione sta comportando, tra l’altro, non pochi conflitti con l’ambiente? A nessuno è mai venuto in mente che tutte queste insistenze nell’invocare pubblico siano motivate, oltre dalla volontà di fare profitto, da quella di elevare il valore di vendita di una società il cui unico patrimonio, data l’assenza di strutture e l’esiguo numero di giocatori di proprietà, consista nel seguito di pubblico? Se la passione che tu dai per scontata perché magari ne sei animato, non viene espressa con le presenze allo stadio, quel patrimonio diventa una proiezione teorica che perde consistenza e cessa di essere un elemento di interesse per un ipotetico acquirente. Se si continua a parametrare la consistenza del pubblico della Salernitana sulle 20000 presenza nei derby o nelle partite decisive per le promozioni o le retrocessioni, tralasciando i vuoti sugli spalti delle altre gare, si rischia di avere una percezione errate di sé e di indirizzare male le proprie ambizioni. Osservando il panorama generale del calcio italiano chiunque può rendersi conto di come società di piccoli centri con scarso pubblico e tradizione siano state portate a grandi traguardi da presidenti ricchi appartenenti all’imprenditoria locale o comunque radicati al territorio, che operano in contesti quasi privi di pressioni ambientali. E’ il caso di Campedelli al Chievo, Squinzi a Sassuolo, Vrenna a Crotone, Vigorito a Benevento, Stirpe a Frosinone, Corsi ad Empoli; per il resto il calcio a un certo livello sopravvive in contesti economicamente floridi o nei grandi centri. Tante piazze importanti e di tradizione sono in difficoltà da anni (Catania, Messina, Triestina, Padova, Reggina, Taranto solo per citarne alcuni) o hanno alle spalle situazioni societarie border line (vedi il caso del Foggia). Con questo non voglio dire che dobbiamo tenerci Lotito a vita, ma il contesto imprenditoriale, economico ed ambientale di Salerno e della sua provincia, secondo te autorizza a ritenere più probabile quale scenario? Data la tabula rasa dell’imprenditoria locale, un investitore esterno (che quindi si presuppone non animato dal tifo verso i colori granata) si avvicinerebbe alla Salernitana stando agli attuali numeri della sua tifoseria? Io sono del parere che la passione alle nuove generazioni venga trasmessa principalmente delle vecchie generazioni e che il senso di appartenenza e l’identificazione nella squadra come simbolo identitario giochino un ruolo importante quanto e più dei risultati. Tutti, infatti, possono verificare l’attaccamento ai colori delle generazioni nate e cresciute sugli spalti del Vestuti, in anni poveri di successi, rispetto a quelle successive. Di sicuro alle nuove generazioni non hanno fatto bene i due fallimenti che hanno caratterizzato la storia recente della Salernitana, altrettanto degradanti dell’attuale situazione societaria, e che hanno creato le condizioni per l’avvento di Lotito.

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