Morta di otite a 4 anni, antibiotico negato. Il medico: «Ai bimbi non si dà»

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Doveva essere un’otite quella che ha colpito Nicole Zacco, la bimba di quattro anni di Brescia che viveva nel piccolo paese di Gottolengo.

E invece a portarsi via la piccola è stato un “ascesso cerebellare”. Un errore dei medici dunque, che non hanno colto in tempo l’infenzione che continuava a a peggiorare di giorno in giorno: l’otite stava degenerando.

Tutto inizia quando la piccola accusa dei dolori all’orecchio e al collo. La mamma comincia a preoccuparsi e porta Nicole dal pediatra. Alla bimba viene prescritto l’Anauran, un farmaco per curare le otiti più gravi. Due settimane, nessun miglioramento delle sue condizioni. I genitori allora si ripresentano dal medico ma il risultato è sempre lo stesso: si tratta di otite. Alla piccola continua a essere somministrare solo delle goccine. Ma niente antibiotico: “Ai bimbi non si dà”, avrebbe detto il pediatra.

La bimba inzia a peggiorare e i genitori la portano questa volta al pronto soccorso, sperando di trovare finalmente un nuovo riscontro. Niente da fare. Il prossimo tentativo è quello nella clinica Poliambulanza del capoluogo. Ma nemmeno qui i medici optano per il ricovero. I genitori, non disposti a portare a casa la piccola in queste condizioni, provano allora al pronto soccorso pediatrico.

Dopo gli accertamenti neuroradiologici arriva la diagnosi: grave ascesso al cerveletto. La bimba viene operata d’urgenza la mattina di Pasqua. Come riporta il Corriere, però, le condizioni sono compromesse: “Difficilmente supererà una simile infezione”. E infatti la piccola non tornerà mai a casa. Con la fissazione dell’autopsia, che sarà eseguita all’ospedale di Brescia, la Procura di Brescia iscrive nel registro degli indagati tutti i medici, in totale sarebbero una decina, che hanno preso in cura in un mese Nicole Zacco.

Fonte IlGiornale.it

1 Commento

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  • colpa delle campagne delle varie asl volte al contenimento della spesa.
    i medici,quelli senza gli attributi,si fanno intimorire dai controlli dei vari funzionari asl ,spesso laureati in farmacia e adusi ad usare il bilancino dei farmacisti
    bastava un antibiotico da 10 euro per salvare una vita

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