Salerno: decolla il dibattito de ‘La Nostra Libertà’ su delocalizzare del Porto

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“La delocalizzazione del Porto commerciale risolverebbe tutti i problemi, quelli della necessaria espansione della più grande industria di Salerno, e quelli della città del mare”, afferma Cammarota, che presenta il quarto appuntamento de La Nostra Libertà : “la delocalizzazione è ben possibile, perché è una proposta istituzionale e recente, come quella contenuta nel piano urbanistico della Provincia di Salerno del 2012, in studi di fattibilità, in progetti concreti di professionisti di rilievo. E, a differenza di altri interessi, legittimi ma privati, è un interesse pubblico”.

Ne discuteranno sabato 26 Maggioalle ore 11,00, presso la sede sociale dell’associazione in Via Lucio Petrone 69, oltre all’avv. Antonio Cammarota, Presidente della Commissione Trasparenza al Comune di Salerno e promotore dell’iniziativa, il prof. arch. Alberto Cuomo, già Presidente dell’Ordine degli Architetti di Salerno; l’arch. Catello Bonadia, redattore del Piano Urbanistico Territoriale 2012 Provincia di Salerno; l’arch. Giovanni Spezzaferro, relatore Progetto Water Front Salerno 2008; Carmen Incisivo, giornalista de Il Mattino.

La Nostra Libertà

4 Commenti

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  • al posto del porto ci mettiamo spacciatori e prostituzione senza contare il grande danno all’agricoltura e al turismo nella piana del sele. Per incominciare a risolvere i problemi proponete di fare gratis l’autostrada SA-NA nel tratto cava-salerno nei due sensi e spingete per terminare le gallerie di porta ovest. si potrebbe creare un nuovo porto che va dal marina d’arechi al fiume picentino e spostare le navi porta container e quelle che portano i tir dalla sicilia il tratto è lungo 2 km ed è tutto abbandonato e pieno di sporcizia. Quello attuale potrà servire alle navi da crociere e alla nautica da diporto nonchè ai collegamenti per costiera amlfitana e cilento e creare un quartiere fieristico sul mare.

  • Il cosiddetto “decollo” del dibattito sulla opportunità/necessità di delocalizzare il porto (almeno per quanto letto nei commenti apparsi finora su questa testata) si è finora limitato a sviluppare considerazioni generiche, senza che qualcuno, benchè sollecitato a rispondere, si cimentasse nell’enumerare con sufficiente approfondimento le relative implicazioni in termini di tempi, costi e impatti sul territorio.
    Nel leggere ora che esistono “progetti concreti di professionisti di rilievo” si deve presumere che i dati di cui sopra siano stati vagliati e quantizzati con la dovuta accuratezza, vista l’autorevolezza degli autori. E siccome giustamente si evidenzia che sono in gioco interessi pubblici, non è accettabile che il grande pubblico sia informato solo per grandi linee sugli aspetti più determinanti necessari per iniziare e portare a termine una simile impresa.

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