Il fatto è accaduto ieri intorno alle 8.30 del mattino sulla Strada Statale 18 Tirrenia Inferiore all’altezza dell’incrocio di Spinazzo, a poche centinaia di metri dal confine con Agropoli.
Antonio si è scontrato con una Citroen Picasso. L’uomo alla guida della vettura si è immediatamente fermato per soccorrere il ciclista e ha allertato i soccorsi che hanno fatto tutto per rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare
In pochi minuti la notizia è arrivata a Battipaglia e ai tanti amici ciclisti con i quali Antonio Laganà condivideva la stessa passione per la bicicletta. Quella passione che appena il giorno prima lo aveva visto tra i cinquemila partecipanti alla Ciclolonga di Battipaglia, non una gara ma una passeggiata in bicicletta, diventata ormai una tradizione che lui non voleva mai perdere.
Appresa la notizia, l’intera redazione di Radio Castelluccio ha espresso la sua vicinanza ad Andrea Laganà, figlio del ciclista scomparso e cronista sportivo dell’emittente battipagliese.
L’altra passione di Antonio Laganà era la radio: da sempre – ricorda Il Mattino – partecipava a tutte le iniziative di Radio Castelluccio, l’emittente radiofonica di Battipaglia dell’editore Lucio Russomando. I funerali di Antonio Laganà oggi nella chiesa Santa Maria della Speranza a Battipaglia.
Almeno l’automobilista ha fatto il suo dovere umanamente e si e’ fermato.
rip
perchè anonimo,sempre avvocato delle cause perse che sei,l’automobilista è l’unico colpevole?Quindi taci fallito
22.17, idiota, dove lo vedi che Anonimo ha detto che l’unico colpevole è il ciclista??? e poi secondo il tuo unico neurone se la colpa fosse stata al 100% del ciclista l’automobilista avrebbe potuto o dovuto non fermarsi? ma ci sei o ci fai? vergognati tu piuttosto
22:17, sei un fallimento di essere umano, ma forse esagero definendoti “umano”, diciamo bipede
Bisogna rendersi conto che le regole valgono per tutti. Spesso in questo periodo sulla strada in oggetto della sciagura, intercetto flotte di ciclisti che in barba al codice stradale occupano l’intera corsia causando a tutti, pedoni compresi, situazioni di pericolo. Mettersi in strada anche se su un sellino è una assunzione di responsabilità. Se vi vuole fare due chiacchiere, ci si ferma al bar! Troppo spesso trovo persone che in bici fanno salotto: si raccontano le storie affiancati a due o anche a tre, e questo non può essere la normalità. Servono regole diverse perché, la sola educazione non basta (Brumotti continua la sua campagna per i posti riservati ai disabili ma continuo a trovare gli stressi, occupati da chi non ha diritto!). Controlli e multe per educare: ai ciclisti che non rispettano il codice, agli automobilisti che continuano ad usare il telefonino, ai pedoni che non attraversano sulle strisce.
Bisogna a mio dire anche rendere le bici riconoscibili: nella massa l’imbecille la fa sempre franca; tutti con la stessa “casacca”, caschetto, e per chi ne capisce poco, la stessa bici. Ogni persona deve essere identificabile, in questo modo le sue azioni sono sempre riconducibili ad un individuo, e mentalmente fa la sua enorme differenza: se l’individuo è poco identificabile dal suo abbigliamento, bisogna rendere la bici identificabile inequivocabilmente: targhino per forza di cose.