Esclusi i morosi della rottamazione cartelle per la pace fiscale nel 2019

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Forse è una delle manovre più attesa del nuovo governo. Soprattutto per coloro che non amano pagare.  Bisognerà attendere il 1° gennaio 2019 per l’avvio del condono dei debiti fiscali ma le indiscrezioni emergono ormai quotidianamente quindi non vi sarà alcun tipo di continuità tra rottamazione delle cartelle e pace fiscale.

Le ultime novità e i dettagli su chi potrà aderire alla pace fiscale sono forniti dal Sottosegretario al MEF Massimo Bitonci, esponente della Lega, in un’intervista pubblicata il 15 luglio 2018 sulle pagine del Sole24Ore.

La pace fiscale non sarà un’alternativa più conveniente per chi ha aderito alle precedenti rottamazioni delle cartelle introdotte dal Governo Renzi e, al contrario, sarà escluso dalla possibilità di sanare i propri debiti con il fisco chi non pagherà le rate o l’importo rottamato.

Chi non salda i conti con le definizioni agevolate in atto, in pratica, non potrà essere ripescato e sperare nell’approvazione della pace fiscale per potersi mettere in regola con il fisco.

Al netto delle novità emerse dalle dichiarazioni del Sottosegretario Bitonci, bisognerà attendere ancora per capire quando, se e in quali termini entrerà in vigore la pace fiscale. Pare bisognerà attendere almeno fino al 2019.

Arriveranno invece già dal 2018 i primi accenni di flat tax: il Governo punta all’approvazione di un decreto prima della pausa estiva e quindi entro il mese di luglio 2018 per l’estensione del regime forfettario.

La pace fiscale consentirà a chi ha debiti con il fisco, di importo non superiore a 100.000 euro (o 200.000 euro in base a quanto previsto dal Contratto di Governo), di sanare la propria posizione fiscale pagando un forfaitdeterminato sulla base della propria condizione economica.

Pare ci sia convergenza su come sarà il nuovo condono esteso delle cartelle esattoriali e le ultime limature riguarderanno ammessi ed esclusi. Stessa convergenza dovrebbe esserci anche in merito ai confini tra rottamazione delle cartelle e pace fiscale e, come sopra anticipato, non vi sarà una seconda opportunità per chi non pagherà le rate della rottamazione delle cartelle.

Sono due le definizioni agevolate dei ruoli Equitalia in corso: la prima, introdotta nel 2016, si concluderà a luglio, con la scadenza per il pagamento dell’ultima rata della rottamazione.

La stessa data riguarderà coloro che hanno aderito alla rottamazione introdotta dalla Legge di Bilancio 2018 che, entro martedì 31, dovranno procedere con il versamento della prima o unica rata prevista dal proprio piano.

Le dichiarazioni contenute nell’intervista di Bitonci assumono particolare rilevanza alla luce dell’importanza che ha il rispetto delle scadenze della rottamazione: in caso di mancato o tardivo pagamento anche di una sola delle rate, si decade dai benefici della definizione agevolata e prendono il via le ordinarie procedure di riscossione.

L’esplicita esclusione degli ammessi alla rottamazione alla pace fiscale potrebbe causare non poco malcontento.

Chi ha aderito alla definizione agevolata delle cartelle Equitalia tra il 2016 e il 2017 ha pagato o pagherà i propri debiti in misura piena; ad essere condonati sono soltanto sanzioni e interessi di mora.

Discorso a parte, invece, per la pace fiscale che, stando alle ultime novità, mira ad abbracciare cartelle esattoriali, accertamenti, sanzioni, multe e le liti fiscali in tutti e tre i gradi di giudizio.

La procedura di condono prevista dal Contratto di Governo di Lega e M5S consentirà di mettersi in regola con il fisco previo pagamento del 6%, al 10% o al 25% del proprio debito. Il risparmio conseguibile sarà di gran lunga maggiore rispetto a quanto promesso dalla rottamazione.

Se per la controversa pace fiscale bisognerà attendere al 1° gennaio 2019, i primi assaggi della flat tax potrebbero arrivare a breve e, così come anticipato e suggerito da più fronti, si partirà dal popolo delle partite IVA.

Con un decreto da approvare entro la fine del mese di luglio, la flat tax per i titolari di partita IVA sarà introdotta con la modifica dei requisiti e dei limiti per il regime forfettario.

Si ricorda a tal proposito che il regime forfettario prevede l’applicazione di un’aliquota di tassazione, sostitutiva Irpef, pari al 15%, ulteriormente ridotto al 5% per le startup.

Oltre alla tassazione agevolata, il forfettario prevede l’esonero dagli adempimenti IVA ed importanti misure di semplificazione fiscale. Tale regime ha quindi natura fortemente agevolativa e presto, a poterne beneficiare, potrebbero essere molte delle piccole e medie imprese d’Italia.

Fonte NewsRepublic

 

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