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‘Mi dispiace solo per il mio cane’. 46enne annuncia suicidio al 112: salvato

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Nella serata di ieri, personale della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale
– Sezione Volanti, è intervenuto nei pressi della “cittadella giudiziaria” in zona Irno a
Salerno, riuscendo ad evitare che un uomo mettesse in pratica la minaccia di suicidarsi.

L’uomo, infatti, aveva preannunciato l’intenzione di suicidarsi telefonando al numero
unico d’emergenza ‘112’, senza però dare nessuna indicazione del posto ove si
trovava. L’opera persuasiva del poliziotto, che ha trattenuto al telefono il suo
interlocutore, ha consentito di carpire due elementi rilevatisi fondamentali per
l’individuazione del luogo.

L’interlocutore, infatti, riferiva di volersi lanciare nel fiume affermando di essere solo
preoccupato per il cane ‘Billy’, di piccola taglia e di colore bianco, lasciato su una
panchina. Le ricerche delle volanti, quindi, si estendevano lungo tutto il corso del
fiume Irno.

I poliziotti, dopo brevi ricerche, sono riusciti ad individuare il soggetto in via Unità
d’Italia, lungo la struttura della nuova cittadella giudiziaria trovando, su una panchina,
un cagnolino corrispondente a quello descritto che abbaiava e, contestualmente,
dall’altra parte della strada un individuo che aveva già scavalcato la ringhiera in ferro
per lanciarsi nel vuoto.

La situazione che si presentava agli agenti non consentiva loro di indugiare in un
tentativo di mediazione, per cui, senza esitare, hanno raggiunto e bloccato l’uomo,
salernitano di anni 46, instaurando un dialogo affinché ponesse fine al suo tentativo
estremo di liberarsi dalla stretta dei poliziotti; ma questi, ancoratosi alla ringhiera, non
intendeva recedere dal suo intento.

Con l’ausilio di un altro equipaggio, gli agenti hanno sollevato di forza il 46enne per
poi condurlo su una panchina, dove personale sanitario del ‘118’, fatto giungere sul
posto, gli ha prestato le cure del caso.

I successivi accertamenti hanno consentito di appurare che l’uomo era già seguito da
un tutore legale, a cui veniva definitivamente affidato, e che già in passato aveva
tentato il suicidio.

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