Rischio sismico e dissesto: inadempienze, criticità e soluzione

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Dal terremoto del 24 agosto 2016 l’Italia ha tremato altre 93.000 volte. Negli ultimi giorni è stato il Molise a registrare numerose scosse: dal 14 agosto i terremoti in provincia di Campobasso sono stati oltre 200, il più forte è stato avvertito alle 20.19 del 16 agosto, con magnitudo 5.2.

“L’area dell’epicentro degli eventi sismici della scorsa settimana (come del resto gran parte della penisola) è altamente vulnerabile, al punto tale da poter subire gravi danni anche con eventi di magnitudo contenuta.

Ciò si unisce alle parole del Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che non ha escluso la possibilità di ulteriori scosse di intensità maggiore, successive a quella di magnitudo 5.2 avvenuta lo scorso 16 agosto nel basso Molise”. Lo afferma Domenico Angelone, tesoriere del CNG e past president dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise.

“Quando si parla di terremoti, ricostruzione e prevenzione, – prosegue Angelone – i molisani hanno in mente un ricordo ancora vivo, di quando per un sisma di energia non straordinaria (magnitudo 5.7), nel 2002 fu cancellata un’intera generazione dalla comunità di San Giuliano di Puglia.

Un terremoto che, a un Paese civile, avrebbe dovuto provocare solamente spavento, e non vittime e distruzione, in cui gran parte del problema era riconducibile a una allora normativa carente e inadeguata ad assicurare la pubblica incolumità”.

Per questo motivo, per il tesoriere del CNG, si rende necessario affrontare il problema della prevenzione sotto aspetti avulsi da quelli dell’emergenza, passando per un’oculata pianificazione sia territoriale sia di professionalità, dal momento che in Italia i geologi presenti nelle piante organiche di regioni, province e comuni sono pressoché assenti.

“Alla scorretta pianificazione, troppo spesso non aderente alle reali criticità del territorio (segnalate nelle ultime carte di microzonazione sismica, del Piano di Assetto Idrogeologico delle ex Autorità di Bacino, dell’inventario dei fenomeni franosi d’Italia etc…) si associa quella del costruito sia privato che pubblico, compreso le strutture strategiche, ed è inaccettabile che a Palata (provincia di Campobasso), in area epicentrale, la caserma dei carabinieri risulti parzialmente inagibile in seguito ad un terremoto di magnitudo 5.2, come tra l’altro era già successo ad Amatrice due anni fa sia con la caserma che con la scuola, a l’Aquila con l’ospedale San Salvatore, a San Giuliano di Puglia con il crollo della scuola Jovine” prosegue Angelone.

“Un ritardo culturale gravissimo per cui si rende necessario un Piano Strategico di intervento che investa ogni settore della Pubblica Amministrazione, con revisioni normative adeguate ai problemi, istituzione di presìdi geologici territoriali per la salvaguardia del territorio (assunzione di geologi nelle P.A.) ed intervento nelle scuole a partire dall’infanzia, mediante un Piano Nazionale Educativo di Prevenzione Civile che parta dal MIUR per raggiungere ogni angolo del Paese.

Porteremo al Ministro Bussetti la proposta di istituire dei percorsi liceali ad indirizzo Geofisico–Vulcanologico e/o Geologico-Ambientale – conclude Angelone – al fine di rendere l’Italia un Paese da imitare non solo sotto il profilo della Protezione Civile ma anche sotto quello della Prevenzione”.

Sull’argomento interviene anche Giancarlo De Lisio, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise, che ricorda come “nella scorsa legislatura siano stati soppressi i servizi geologico e sismico della Regione, trasferendo competenze ad altri settori dove non sono presenti geologi.

Lo stesso scenario si è verificato in altre regioni d’Italia. In Regione Molise dichiara De Lisio sono solo tre i geologi presenti nella pianta organica, oltre a una sola unità per la Provincia di Campobasso, in una regione dove il rischio sismico è elevato e il 100% dei comuni è esposto al dissesto idrogeologico.

Con l’arrivo delle piogge autunnali e invernali al problema viabilità, oggi particolarmente sentito per l’interessamento del ponte “Liscione” dal sisma di pochi giorni fa e dello stesso corpo diga, si aggiungerà il problema stabilità dei versanti e relativi fenomeni franosi ad esso connessi”.

“Non ci si spiega, inoltre – prosegue De Lisio – come il rilascio del permesso di costruire, disciplinato da norme tecniche di attuazione dei piani regolatori e programmi di fabbricazione, ancora non sia vincolato a studi geologici, che vengono acquisiti pressoché ovunque solo dopo il rilascio delle relative autorizzazioni ed al solo fine del deposito sismico”.

“Abbiamo inteso estendere la discussione del problema alle regioni limitrofe invitando i Presidenti degli Ordini Regionali di Abruzzo, Campania, Lazio e Puglia oltre quelli delle regioni coinvolte dagli ultimi avvenimenti calamitosi quali Calabria, Marche ed Umbria, del Presidente della Regione Toma, di parlamentari e rappresentanti di istituzioni locali” conclude De Lisio.

Quest’argomento sarà ampiamente trattato nella conferenza stampa indetta dall’Ordine dei Geologi del Molise il prossimo 28 agosto presso la Provincia di Campobasso alle ore 11:00, nel corso della quale i geologi spiegheranno anche i motivi del ricorso al TAR avverso la nuova normativa NTC 2018, promosso da 13 regioni italiane oltre allo stesso Consiglio Nazionale dei Geologi, alla presenza appunto dei Presidenti degli Ordini Regionali delle regioni su riportate e del Segretario Nazionale e del Tesoriere del Consiglio Nazionale Arcangelo Francesco Violo e Domenico Angelone.

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