Capodanno Bizantino: Lia Rumma narra l’Arte Povera di Amalfi

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Una donna che ha costruito la storia dell’arte contemporanea, scrivendone una delle più importanti pagine ad Amalfi. Il primo giorno del Capodanno Bizantino di Amalfi e Atrani ha riportato alla luce, ieri sera, l’intenso rapporto tra il Magister di Civiltà Amalfitana 2018, Lia Rumma, e la città. Nel nome delle mostre che negli anni ’60 hanno soffiato un forte vento di rinnovamento sull’arte coeva.

Sollecitata dalla giornalista Erminia Pellecchia, quella che è considerata una delle protagoniste del mecenatismo culturale insieme col marito Marcello, ha regalato stralci di vita d’artisti. E l’ha fatto dinanzi a un maxi schermo sul quale sono state fatte scorrere immagini inedite, mai prima d’ora proiettate ad Amalfi che, esattamente cinquant’anni fa, ospitò quel grande raduno di artisti, tutti protagonisti della grande mostra di arte povera.

«Questa nomina la dedico a Marcello Rumma, è stato lui il grande protagonista di questi anni – ha detto il nuovo Magister di Civiltà Amalfitana – Io ero la compagna e le cose si facevano si pensavano insieme. Tutto quello che è accaduto, oggi è scritto sui libri di storia dell’arte. Ma non si potrà mai descrivere quell’atmosfera, quella gioia, quella libertà di cui abbiamo goduto in quei magici giorni. E’ stata una favola che non si è mai ripetuta nel mondo. Non ho mai più visto nella mia carriera quell’atmosfera. Pensavamo: siamo qui a creare e nient’altro. Tra giugno e luglio 1968 c’era stata la contestazione della Biennale perché ingessata. Ad ottobre, invece, con questa mostra straordinaria furono invitati tutti gli artisti che stavano scrivendo pagine nuove della storia dell’arte. Con Marcello viaggiavamo molto, conoscevamo galleristi. Aveva un fiuto speciale nel capire l’arte, aveva il dono di essere carismatico e venne colpito da questo rinnovamento d’idee. Venimmo all’epoca ad Amalfi, per un bagno sulla spiaggia grande e decidemmo di parlare di questa idea con Giuseppe Liuccio. Fu allora che dicemmo: dai, facciamola».

E le tracce visive di quel grande evento culturale hanno accompagnato l’intervista al Lia Rumma che ha tolto, così, i veli dai ricordi. Oltre una ventina di fotogrammi che hanno natrrato dell’arte povera ad Amalfi.

Jean Dibbets ai remi di un lanzino mentre installa la «Linea Bianca» sotto le acque del mare di Amalfi. E poi ancora Riccardo Camoni che calpesta un rettangolo di circa 100 metri quadrati di sabbia sulla spiaggia grande e Richard Long che saluta i passanti nella piazza Flavio Gioia. Infine, il grande «Giardino all’Italiana» allestito in Piazza Flavio Gioia e la «Partita di pallone» con Long, Paoli e tutti gli altri a giocare a pallone su un campo disegnato a terra nell’Arsenale. «Segno, questo, dell’armonia, della collaborazione, di quella straordinaria storia che stava nascendo» ha detto Lia Rumma.

«Arte povera più Azioni Povere, come quest’ultima scena – ha aggiunto – mentre altre mostre erano documentate dai critici. Ad Amalfi noi abbiamo coinvolto tutti: salernitani come Pietro Lista, Ableo e Marano. Avevamo pochi soldi, ma si collaborava. E hanno collaborato con performance artistiche straordinarie. C’era uno spirito libero, c’era collaborazione, amicizia. Gli artisti si aiutavano l’un l’altro».

Fotogrammi, quelli mostrati ieri, che narrano il passaggio dell’arte povera nella cittadina capofila della Costiera. Immagini inedite proposte per la prima volta ad Amalfi da Lia Rumma, prima donna a ricevere il riconoscimento di Magister di Civiltà Amalfitana che sarà conferito quest’oggi ad Atrani sul sagrato della chiesa di San Salvatore de Birecto.

Immagini in bianco e nero che narrano una pagina di storia. Un passaggio importante che la Rumma, illuminata gallerista, ha ripercorso scavando nella memoria. La location in cui ha sviscerato il rapporto con l’arte è quella intitolata a uno dei duchi di Amalfi. Qui, in largo Piccolomini, slargo pudico e discreto dell’antica repubblica marina che stasera rivivrà una delle pagine di storia dell’epoca ducale con l’incoronazione del Magister, Lia Rumma, ha parlato di sé, del suo rapporto con Amalfi e di quelle pagine di storia dell’arte contemporanea.

Ma come reagirono gli amalfitani a questo grande evento? «Partecpavano a questa gioia anche loro – ha spiegato la Rumma – Bellissima l’intervista fatta a Boetti. Alla domanda su cosa pensasse, lui rispose d’aver visto una scatola vuota di profumo abbandonata sulla spiaggia e solo i bambini ci mettevano il naso dentro. I bambini giocavano con le opere, le persone entravano e guardavano meravigliate, e gli artisti lavoravano così. E’ quello che dovrebbe accadere con l’arte».

«Mi sono emozionata – ha detto poi l’Assessore alla Cultura, Enza Cobalto – Lia Rumma che svela Lia Rumma, che racconta Amalfi con storie meravigliose di un’epoca che non abbiamo avuto modo di vedere. La foto del giardino all’italiana che incastra i più grandi artisti di questo secolo è meravigliosa. All’epoca gli amalfitani non hanno avuto la percezione di ciò che stava accadendo, perché quella pagina di storia c’è un po’ sfuggita. Quando ho scoperto questa meraviglia, ho voluto fortemente che fosse riscoperta. Ho voluto che oggi si sapesse cosa accadde cinquant’anni fa. Amalfi sta riscoprendo cosa è successo in città nel 1968. Grazie per ciò che, oggi, ci ha fatto incontrare».

Ad aprire la due giorni di rievocazione storica, è stato il convegno di studi organizzato dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana nel corso del quale, nell’antico Arsenale, si è discusso di “Donne, mercanti e committenti nel Medioevo amalfitano”. Dopo i saluti dell’assessore alla Cultura di Amalfi, Enza Cobalto, e della presidente del Centro di Cultura, Ermelinda Di Lieto, i relatori Maria Carla Sorrentino (Ricercatrice del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali) e Giuseppe Gargano (Medievalista e Presidente onorario del Centro di Cultura e storia Amalfitana), hanno fatto luce su figure di donne che nel periodo di maggior splendore del Ducato e della successiva Repubblica Marinara di Amalfi.

Oggi pomeriggio (1 settembre), all’apice della rievocazione storica, è in programma la cerimonia d’investiturache ricalcherà l’antico rito d’incoronazione dei Duchi di Amalfi. Alle ore 19 sul sagrato della cappella palatina del Birecto ci sarà l’investitura del Magister e alle ore 20.30, sulla scalea della cattedrale di Amalfi avverrà la presentazione ufficiale alla cittadinanza.

A seguire la piazza sarà rischiarata dai bagliori delle fiamme sprigionate dallo spettacolo di fuoco della compagnia “Lumen Invoco” mentre la grande chiusura è affidata a Tullio De Piscopo, che animerà piazza Municipio a partire dalle 21.30. A fare da cornice il grande corteo storico di Amalfi e gli sbandieratori di Cava. Per il passaggio del corteo nel tratto compreso tra Amalfi e Atrani, il transito sulla Statale 163 sarà interrotto in entrambi i sensi di marcia il primo settembre dalle 18 alle 19 e poi dalle 19.30 alle 20.30.

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