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Solare o legale? L’UE nell’ora del dilemma (di Tony Ardito)

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In un sondaggio online condotto fra luglio e agosto, la maggior parte dei quasi cinque milioni di partecipanti si è dichiarata favorevole ad eliminare il doppio cambio annuale dell’ora per sfruttare al meglio le ore di luce durante giornata.

“L’ora estiva sarà la regola”. Così il presidente, Jean Claude Junker, ai microfoni della TV tedesca, ha annunciato il proponimento della Commissione europea. Naturalmente, la misura per entrare in vigore dovrà ottenere l’approvazione dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo dei Paesi membri.

Presto, dunque, svaniranno quei piccoli riti che ciascuno di noi perpetra due volte l’anno: spostare le lancette dell’orologio da polso, o a muro; riprogrammare quello sul cruscotto dell’auto e così via.

L’ora legale fu introdotta per la prima volta nel 1916, poi sospesa durante la seconda guerra mondiale, infine ripresa nel 1965. Fu istituita allo scopo di sfruttare al meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo, così da concedersi più ore possibili di luce naturale. Una pratica nella quale, tuttavia, c’è anche chi rileva molti più problemi che vantaggi.

Spostare arbitrariamente le lancette sarebbe causa di taluni disturbi psicofisici e di problemi alla salute. Secondo gli esperti di una commissione parlamentare di Helsinki, nei due giorni dopo il cambio di orario si registrerebbe un aumento della percentuale di persone colpite da ictus: l’8%, fino al 20% in più per gli over 65, e non ultimo anche un aumento degli attacchi di cuore, pari a un più 10%.

C’è da aggiungere che per i paesi del nord Europa, Finlandia in testa, il guadagno di un’ora non cambierebbe granché la vita dei cittadini, soprattutto di quelli che vivono nei territori più settentrionali, dove luce solare segue ritmi decisamente diversi da quelli nostri mediterranei.

Mentre, altri studiosi affermano che avere un’ora di sole in più sortisca effetti positivi: la luce solare migliora l’umore ed è fondamentale per la produzione della vitamina D, necessaria per il sistema immunitario.

Per chiudere con una battuta: sembrerebbe quasi che a Bruxelles l’effetto Brexit del Regno Unito abbia messo in discussione persino il meridiano di Greenwich.

Tony Ardito, giornalista

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