Autismo, le associazioni alla resa dei conti: l’ora del confronto

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Tutti intorno a un tavolo, ma pubblicamente. Associazioni che si occupano di autismo, Asl, Comune, Ufficio Scolastico.

L’idea è quella di convocare questa riunione per i giorni 27 o 28 settembre prossimi. E’ un modo per dare certezza agli impegni che ciascuno prenderà, uscire fuori dalla spirale delle promesse mancate e, diciamolo, dei sospetti di sfruttamento del business che genera l’assistenza. Lo scrive Vincenzo Senatore su Le Cronache oggi in edicola

Il punto fermo delle associazioni “Autismo chi si ferma è perduto”, “Il tempo per l’oro”, “Aba – Aiutiamo i bambini autistici” (aggiungiamoci Angsa Campania) è sempre lo stesso: l’Asl, così come previsto dalla legge 134 del 2015, deve effettuare la presa in carico diretta dell’autistico e realizzare un Progetto Pilota che ha la funzione, tra l’altro, di coordinare le attività di Comune e scuola.

Questo non succede perché, fin qui, si è andati avanti a forza di consuetudini consolidate. Ma irregolari secondo la legge e secondo diverse sentenze emesse dalle sezioni civili dei tribunali.

Per capirci meglio: qui siamo in una situazione per la quale Tizio, passando dritto con l’auto nonostante il semaforo rosso, non subisce alcuna sanzione perché questa è una pratica generalizzata. E’ un esempio, ovviamente.

Nella ormai famosa riunione di inizio settembre l’Asl ha preso un serie di impegni ai quali però ancora non è stato dato corso. O meglio. E’ in partenza il corso di formazione per gli operatori specializzati da affiancare ai bambini autistici nell’ambito della presa in carico diretta (di cui parleremo diffusamente in un prossimo servizio) ma non basta.

Perché ancora il Comune di Salerno e l’Ufficio Scolastico continuano ad andare avanti per la loro strada e in contrasto con il dettato della legge 134 del 2015. Le associazioni promuovono il Modello Benevento e di questo, anche, vogliono parlare nell’incontro pubblico con i protagonisti di cui abbiamo detto.

A Benevento l’Asl fa la presa in carico diretta, organizza e mette in pratica il Progetto Pilota, ha una short list di specialisti formati, qualificati e certificati dalla quale attingono anche Comune e scuola per le esigenza di rispettiva competenza.

A Salerno, invece, i bambini autistici continuano a essere spediti nei centri accreditati che, secondo quanto stabilisce la legge 833 del 1978 all’articolo 26, possono esercitare un intervento esclusivamente ambulatoriale o domiciliare. Il che va in contrasto con le Linee Guida 21 e il protocollo scientifico mondiale secondo cui l’autismo va trattato con il metodo Aba.

Un percorso che si sviluppa in tutte le fasi di vita del ragazzo (scuola-casafamiglia-tempo libero) e che mette di fatto fuorilegge il sistema dei centri accreditati visto che questi ultimi non possono intervenire per strada, ovvero nel tempo libero, e nemmeno a scuola. Ancora: i centri accreditati possono, per legge, assumere solo figure sanitarie ma il tecnico del comportamento non rientra in questa tipologia.

Di conseguenza queste strutture prendono una delle figure sanitarie che hanno in carico, per ipotesi potrebbe essere anche un podologo, gli fanno fare un corso e lo abilitano al sostegno dell’autistico.

Ora ci chiediamo, e chiediamo a chi di dovere: tutto questo è regolare? E’ legale? Infine il danno erariale, a cui fa cenno Angsa Campania nella diffida inviata all’Asl Salerno. Seguendo il dettato della legge e facendo la presa in carico diretta l’Asl pagherebbe ogni operatore tra 20 e 22 euro l’ora. Con il sistema attuale i centri prendono invece, a seconda che l’intervento sia ambulatoriale o domiciliare, 42 o 44 euro l’ora. E’ tutto legale?

Fonte Le Cronache in edicola il 22 settembre 2018

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