La priorità è e resta il lavoro (di Tony Ardito)

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“A settembre l’occupazione torna a calare, seppure lievemente, dopo la crescita registrata ad agosto, mentre torna a crescere la disoccupazione dopo due mesi di ampia diminuzione.

Il calo dell’occupazione si concentra tra i dipendenti permanenti, segnali positivi si hanno invece per dipendenti a termine e indipendenti”.

L’Istituto nazionale di statistica, la scorsa settimana, ha così presentato i dati provvisori sugli occupati e i disoccupati nel mese di settembre 2018.

La stima degli occupati ha subito una flessione su base mensile dello 0,1%, che corrisponde a 34 mila unità, il tasso di occupazione così tocca quota 58,8%, mentre sale il tasso di disoccupazione al 10,1%, ossia +0,3% su base mensile. Aumenta dello 0,2%, anche il tasso di disoccupazione giovanile, che si attesta al 31,6%.

Risulta interessante il dato relativo al tipo di occupazione: è nettamente diminuito il numero di dipendenti a tempo indeterminato, sceso di 77 mila unità, è aumentato invece di 27 mila unità il numero di dipendenti a termine e, di +16 mila, quello degli indipendenti. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni a settembre è sceso dello 0,3%, pari a 43 mila unità, il tasso di inattività è sceso al 34,5% (dello 0,1%).

Se inseriti nel quadro complessivo del trimestre, i dati evidenziano che il numero di occupati è sostanzialmente stabile, ma c’è un calo dei disoccupati del 6,5% (pari a 180 mila unità) e un aumento degli inattivi dell’1,0% (+126 mila unità). Si registra altresì una diminuzione degli occupati tra i 15 e i 49 anni e un aumento tra gli over 35, mentre è cresciuto notevolmente il numero dei lavoratori a termine (+3,2%, +98 mila) ed è calato quello dei dipendenti permanenti (-85 mila) e degli indipendenti (-23 mila).

Su base annua, invece: l’occupazione a settembre cresce dello 0,9%, pari a +207 mila unità e riguarda sia uomini sia donne, ma si concentra fortemente tra i lavoratori a termine (+368 mila) e lievemente anche tra gli indipendenti (+22 mila), mentre si registra una forte flessione dei dipendenti permanenti (-184 mila).

Nell’arco del 2018 si registra un aumento degli occupati over 35 (+333 mila) e, in misura più contenuta, dei 15-34enni (+27 mila), mentre calano i 35-49enni (-154 mila). Il segno è comunque positivo per l’occupazione in tutte le classi di età e nei dodici mesi, a fronte della crescita degli occupati, si stima anche un forte calo dei disoccupati (-9,9%, pari a -288 mila) e una lieve diminuzione degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,1%, -19 mila unità).

È inutile girarci intorno, è la crescita a produrre occupazione e i numeri rendicontati dall’Istat certamente non incoraggiano, anzi. Il nostro è un Paese ancora in grande affanno, che fatica ad individuare soluzioni a breve e medio periodo e, francamente, la speranza non può bastare più.

Tony Ardito

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