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I granata volano al terzo posto ma ci sono ampi margini di miglioramento

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La Salernitana vola al terzo posto in classifica a 4 punti dalla capolista Pescara e a 2 sole lunghezze dalla zona che regala la promozione diretta in Serie A. Eppure, nonostante i 20 punti conquistati in 12 gare, il modo in cui la squadra di mister Colantuono interpreta le gare non riesce a far breccia nel cuore dei tifosi.

Contro lo Spezia, addirittura in superiorità numerica per più di 45 minuti, il team granata ha sofferto maledettamente la verve e l’intraprendenza degli ospiti. Ma, in buona sostanza, i ragazzi di Marino, eccezion fatta per la traversa colpita da Galabinov su calcio di punizione, non sono riusciti a creare grossi grattacapi a Micai, nonostante l’evidente supremazia territoriale. In molti hanno storto il muso di fronte all’ingresso di Djuric, al posto di uno spento Jallow.

Ma è innegabile che, in particolare sui calci piazzati avversari, il gigante bosniaco abbia fornito il suo contributo, mentre è stato meno bravo (salvo in una circostanza in cui è andato via a due avversari, subendo poi fallo in prossimità della linea di fondo campo) a difendere il pallone per permettere alla squadra di salire e respirare. Considerando l’emergenza che aveva interessato il centrocampo e la mancanza di alternative, con i rientranti Mazzarani e Castiglia sostituiti nella ripresa e in chiaro debito d’ossigeno, probabilmente i granata hanno pagato dazio prima di tutto dal punto di vista fisico.

Ma è chiaro che dalla Salernitana, soprattutto all’Arechi, sia lecito aspettarsi qualcosa di più in termini di costruzione della manovra, di creazione di occasioni da rete e capacità di tenere in mano il pallino del gioco, schiacciando gli avversari nella loro metà campo e concedendo poco o nulla. Quello che risulta apprezzabile è il piglio battagliero, però, con cui la squadra affronta anche i momenti di difficoltà.

La presenza di calciatori che fanno della fisicità (da Di Tacchio a Migliorini, passando per Casasola) la loro arma principale, consente al team dell’ippocampo di affrontare ogni duello a petto in fuori. E ci sono due calciatori che, probabilmente, in questa fase meritano una menzione particolare, soprattutto in considerazione del fatto che in estate erano stati messi sul mercato.

Il primo è Bocalon: il “Doge” ha segnato suo quinto gol stagionale e, oltre a timbrare il cartellino, dà una mano incredibile alla squadra in fase di non possesso, anche a costo di perdere lucidità nell’altra metà campo. Il secondo è Mantovani: da quando è entrato a far parte dell’undici titolare, l’ex Torino non è più uscito dal terzetto difensivo e il suo rendimento è in crescita costante. Il punto fermo, tra infortuni e squalifiche, è diventato, a ragione, il più giovane tra i centrali a disposizione di mister Colantuono.

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