La scena, piena di sensualità, rappresenta Leda, la regina di Sparta, mentre viene ingravidata da Giove, trasformato in cigno. Dalla doppia unione, prima con Giove e poi con Tindaro, nasceranno, fuoriuscendo da uova, i gemelli Castore e Polluce (i Dioscuri), Elena – futura moglie di Menelao re di Sparta e causa della guerra di Troia – e Clitennestra, poi sposa (e assassina) di Agamennone re di Argo e fratello di Menelao.
A Pompei l’amore di Giove e Leda gode di una certa popolarità, è infatti attestato in varie domus, con diverse iconografie: la donna in genere non è seduta come nel nuovo affresco, e in alcuni casi non è raffigurato il momento del congiungimento carnale.
Tra le varie rappresentazioni si ricordano quelle del Citarista, della Venere in conchiglia, della Regina Margherita, di Meleagro, dei Capitelli Colorati o di Arianna, della Caccia Antica, di Fabio Rufo, della Fontana d’Amore, e forse anche nelle case di L. Rapinasius Optatus e degli Amorini Dorati.
Il mito di Leda e il cigno compare anche in affreschi staccati da Ercolano e da Villa Arianna a Stabia, oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e, a conferma della popolarità del soggetto, su uno specchio d’argento del tesoro di Boscoreale oggi al Louvre.
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