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I pescatori della Costa d’Amalfi e il rito di «spezzare» le trombe marine

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Un’antica tradizione ancora attuale. Durante la violenta tromba d’aria ieri a Maiori non ci sono stati danni alle persone forse anche perché, di buon’ora, qualche pescatore ha deciso di provare a “spezzare” la tempesta.

Secondo quanto riportato dal sito de IlVescovado.it – anticamente (ma qualcuno continua a farlo ancora oggi), per placare il mal tempo si accendeva una candela benedetta durante il rituale della Candelora, che avviene ogni 2 febbraio per ricordare la Presentazione di Gesù al Tempio e il rito della Purificazione della Vergine Maria narrati nel Vangelo di Luca.

Ma, per salvarsi la pelle quando una tromba marina li sorprendeva in mare aperto, i pescatori non si perdevano d’animo e “scioglievano” un nodo delle funi che portavano in barca, per poi pronunciare una sorta di formula magica, probabilmente tratta dai salmi della Bibbia. Un rituale che i pescatori si tramandano gelosamente da secoli e che mai potrà essere svelato a chi non fa parte della categoria, ma che accomuna un po’ tutta la gente del Mar Mediterraneo, insieme a un immenso bagaglio di tradizioni condivise, seppur con qualche modifica territoriale.

In Sicilia, infatti, il rito ricorre in una diversa versione, che riprende comunque il gesto dello “spezzare”. I pescatori di Taranto facevano il segno della croce per tre volte in direzione della tromba d’aria e “tagliavano” l’aria nello stesso punto con un coltello dal manico nero, pronunciando frasi dal valore magico. Riti tra sacro e profano, questi dei pescatori come anche quelli contro il malocchio delle massaie, che non vanno dimenticati.

Fontr IlVescovado.it

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