In ciascuno dei 7978 comuni d’Italia sono stati installati uno o più impianti da fonti rinnovabili. Un poderoso passo in avanti, considerato che sino a 10 anni fa erano solo 356.
Una tale crescita ha, dunque, messo in crisi il modello fondato sulle fossili, con un contributo delle rinnovabili che è passato dal 15 al 34,4% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 17,7% di quelli complessivi.
Sono, tuttavia, risultati da considerare ancora un buon inizio se l’intento è quello di perseguire, entro il 2030, obiettivi ben più ambiziosi, al fine di fermare i cambiamenti climatici e realizzare una prospettiva vantaggiosa per l’ambiente e l’economia.
Il dossier riporta, fra l’altro, 100 storie dal territorio con cui si intende raccontare il futuro dell’energia nel nostro Paese. Esperienze virtuose e all’avanguardia per la capacità di soddisfare i fabbisogni mediante risorse energetiche locali, gestite attraverso reti e sistemi di accumulo nei piccoli comuni come nei grandi centri urbani di tutto lo Stivale. Si tratta di aziende agricole, università, condomini, ospedali o consorzi, tutti già pronti per affrontare il cambiamento energetico necessario onde fermare i mutamenti climatici.
C’è, però, da rilevare che lo sviluppo delle rinnovabili negli ultimi tempi ha, comunque, dovuto registrare un rallentato, questo perché le politiche hanno guardato in altra direzione, e perché non son stati risolti i problemi legati alle barriere, anche non tecnologiche.
In talune regioni è di fatto impedita la realizzazione di nuovi progetti rinnovabili, visto l’incrocio di burocrazia, limiti posti con il recepimento delle linee guida nazionali e veti dalle soprintendenze.
In questi anni, infatti, non vi è stata alcuna semplificazioni importante per gli interventi di piccola taglia e mancano ancora riferimenti chiari di integrazione nei territori per gli impianti più grandi e complessi.
Oggi è più che mai necessario far accrescere la sensibilità nei cittadini e nelle comunità ed elevare il grado di attenzione da parte delle Istituzioni, ad ogni livello. Bisogna agire con efficacia, sia sul fronte della difesa che su quello della adozione di politiche che favoriscano la drastica riduzione dei gas climalteranti. Non è affatto un iperbole sostenere che è in ballo c’è la sopravvivenza stessa del pianeta.
Tony Ardito
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