
“L’unica presa di posizione apprezzabile – prosegue Borrelli – è stata quella del sindaco di Milano, che si è fatto portavoce della maggior parte della comunità meneghina. A parte le frasi di circostanza e le solite promesse di summit non mi è parso che Salvini abbia dato una vera chiave di lettura a quanto è accaduto. A parte gli episodi legati alla sicurezza, non ha proferito parola sui cori razzisti contro Koulibaly e non si è degnato di farci sapere come intende contrastare il fenomeno. Forse qualcuno dovrebbe fargli presente che la decisione di interrompere le partite è deputata all’arbitro e ai questori, che fanno capo proprio a lui. In un clima del genere, dove il razzismo è dilagante, una circolare del ministero che imponga lo stop alle partite in caso di cori discriminatori sarebbe un atto doveroso. Ma siamo certi che Salvini non si attiverà. Riportare civiltà e decoro negli stadi non fa parte del suo programma. Una parte dei suoi sostenitori prospera proprio in quell’humus di inumanità e maleducazione”. “Abbiamo deciso di lanciare l’hashtag #Siamotuttikoulibaly per dare un segnale contro la vergogna del Boxing Day a San Siro. Quello che si è sentito dagli spalti è indegno per un paese civile. All’iniziativa hanno già aderito eccellenze dell’imprenditoria napoletana come Sorbillo e i titolari del Gambrinus e il conduttore radiofonico Gianni Simioli. Purtroppo nell’Italia di oggi, imbevuta di razzismo da una certa politica, episodi del genere stanno diventando una triste abitudine. Dai cori contro i napoletani alla discriminazione razziale, c’è un crescendo di ignoranza e atteggiamenti beceri che sfociano sempre nella violenza”, conclude Borrelli.
Ipocriti.tutti.
come se i napoletani non fossero razzisti. Andateve via !!!
noi non siamo razzisti sono loro che sono napoletani!!!